Fatti&Misfatti / Se a comandare e' il genio della lampada

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Lunedì 10 Ottobre 2022

 

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“Pianto generale che accompagna giornate instabili. Nel frattempo l’ultima di campionato ci ha detto che le due regine, chi Elisabetta e chi Maria Stuarda ce lo dirà il finale di stagione, stanno facendo un po’ troppo le formichine."

Oscar Eleni

Nella valle della luna cilena accarezzando un volpe grigia che insegue fenicotteri rosa mentre il Niño porta una colorazione fantastica nel deserto di Atacama. Nella bisaccia il Canto General di Pablo Neruda con illustrazioni del Diego Rivera nel ricordo di Frida Kahlo, pagine meravigliose che aiutano a capire anche il pianto generale che accompagna giornate instabili e non soltanto per colpa del clima.

Comanda la paura se in Svezia vanno in piazza per protestare contro bande giovanili, se i bulli assaltano insegnanti, compagni, se per una nota vieni preso a schiaffi, se si massacrano bambini nella culla, se il testo approvato dal consiglio dei ministri per normalizzare il lavoro sportivo, una riforma maciullata per anni, anche se dovesse essere approvata servirà a poco.

Sull’argomento ha creato una barricata in via Vitorchiano anche il Petrucci che, giustamente, teme la crisi totale di vivai già anemici, visto che gli allenatori delle giovanili prendono molto meno degli operatori ecologici abilissimi nel tagliare i fili dei freni ai camion che dovrebbero raccogliere immondizie.


Nel deserto dove hanno provato i Viking prima di spedirli verso Marte, sotto la Cordigliera del sale pensiamo all’impresa di Filippo Ganna per il suo record dell’ora. Impresa che alla fine, invece di baci, abbracci, avrebbe magari commentato con un semplice “me brusa el cul”, come diceva Luigi Ganna dopo aver vinto il Giro d’Italia rispondendo ai cronisti per spiegare cosa provasse.

Bicicletta Pinarello da sogno con fibre magiche, gambe e testa da campione prodigioso. Bella impresa regalata agli svizzeri visto che da noi velodromi al coperto sono introvabili e se ci capiti scopri che sono inservibili, un po’ come tanti impianti post olimpici di ieri e di domani se è vero che nella fiesta a cinque cerchi per Milano e Cortina si pensa a spendere una fortuna per i bobbisti che vedi solo ogni quattro anni persino sulla RAI dove, a parte il basket, trasmettono di tutto.

Pianto generale pensando al tempo che la federazione internazionale di pallavolo si è presa per questo mondiale femminile che nelle partite “dentro-fuori” ci ripropone la Cina e, sperando di passare, magari una semifinale con il Brasile, l’unica nazionale che ci ha battuto, lasciando soltanto immaginare come sarà l’atmosfera in casa della De Gennaro, libera di prendere tutto, soprattutto palloni impossibili, se l’Italia dovesse incontrare la Serbia allenata dal suo compagno Santarelli, la guida di Conegliano con cui ha vinto tutto.

Mentre sull’orrendo foco della pira calcistica le meraviglie di Napoli, Atalanta e Udinese, oltre al Milan sverniciato dal Chelsea, stanno mandando verso il mare di Livorno la Juventus di Allegri, anche il basket scopre che nell’eurolega il cammino per Armani e Segafredo non sarà così semplice. La Virtus lo ha scoperto ritrovando la meravigliosa atmosfera del PalaDozza, troppo piccolino per l’euro grandezza richiesta da chi sogna Parigi e Londra, in attesa di capire cosa passa nella testa dei fibaioli che aspettano l’Armageddon dell’11 novembre, nella speranza che nessun pazzo li anticipi dove c’è guerra infame sul serio.

Nel giorno di san Martino da Tours l’algoritmo ha previsto un bell’Armani-Segafredo e Italia-Spagna chiedendo a don Scariolo, fresco campione d’Europa per la 4ª volta con la Spagna rinnovata, di lasciare la panchina della Virtus ad uno dei suoi tanti assistenti. Non sarebbe un problema per lui che intanto ha convinto la federazione spagnola a mandargli a Bologna in preparazione la nazionale che poi dovrà affrontare Azzurra gioiosa del Pozzecco che si sta fregando le mani dopo aver scoperto la resurrezione del Mannion che sembrava disperso nuovamente nel labirinto delle Vu-nere, per i 31 punti, ma non soltanto, rimbalzi, assist, palle rubate, del Petrucelli scartato prima dell’europeo, ma confermato, fortunatamente, da Brescia dove si domandano se i miglioramenti, per un giocatore che già l’anno scorso, prima di avere il passaporto italiano, valeva oro, sono merito anche dei raduni con l’Italia.

Dicevamo però della Virtus che in casa è andata a sbattere contro il muro da milioni di euro delle rocce di Montecarlo dell’Obradovic che da giocatore eccellente chiuse la carriera a Roma e che da allenatore sembra aver dato un senso al grande talento di Mike James, cosa che Messina si rifiutò di fare, che Nash, nella NBA ha deciso di non fare. Venti milioni al netto delle tasse, come usa nel Principato monegasco dove ormai abitano molti campioni dello sport, tennis, auto, domicilio fiscale per calciatori e affini, sembrano pochi, pensando magari ai 30 di Milano, ai bilanci di Barcellona o Real Madrid, della stessa Virtus che per i suoi 20 deve pagare tanto all’erario non soltanto sportivo. Soldi che arrivano da scomunicati per motivi di guerra, gente in maschera che può avere squadre sportive mentre atleti russi o bielorussi sono banditi da tutto, anche se nello sci, dicono, tentennano e decideranno soltanto il 22 ottobre.

Tornando al fatto sportivo diciamo che sul ring del Pala Dozza sono salite squadre di peso fisico e tecnico diverso. Ora con il recupero di Teodosic e Shenghelia forse trovare un posto fra le prime otto non sarà impossibile, ma sia Virtus che Armani faranno bene a cambiare marcia. Nell’ultima di campionato a Bologna persino la Trieste maltrattata da Pesaro nella prima giornata e Scafati, partita con un 15 a 5 che ha infiammato la bile del Messina incredulo davanti a tanta mollezza, ci hanno detto che le due ricche regine, chi Elisabetta chi Maria Stuarda lo dirà la stagione, stanno facendo un po’ troppo le formichine. Idea che sembra condizionare Venezia, caduta a Pesaro nel finale più tormentato della stagione, perché dopo un 10 a 0 che dava alla Reyer la vittoria ecco la magia del Rahkman, ventottenne della Pennsylvania che dopo l’antisportivo fischiato a Freeman ha trovato il canestro vittoria per la gioia dei pesaresi e la gloria del Gelsomino Repesa che ogni tanto riscopriamo, anche se la sua carriera dice che ha vinto abbastanza per meritare almeno rispetto.

Anche Brindisi ci ha messo un po’ per togliersi la paura di perdere contro Napoli dalla miccia corta, mentre Brescia, dopo la grande paura all’inizio del terzo quarto si è presa lo scalpo dei piedi veloci di Varese. Soltanto Sassari, fra le squadre che non vogliono essere soltanto comparse nel campionato delle signore scudetto, ha trovato con Onuaku il Gigi Riva per sbalordire chi farebbe male a sottovalutare Bucchi e i suoi dopo la supercoppa e l’esordio maldestro a Varese.

Anche Tortona si è battuta bene, avvelenando il ritorno di Reggio Emilia, dopo due anni, al Pala Bigi che ha richiesto davvero tanto tempo per la ristrutturazione che ancora non si riesce a fare dove ne avrebbero bisogno come dicono a Scafati in esilio a Napoli, o nella stessa Brindisi che meriterebbe una bella arena per diventare stella brillante del basket al Sud, unico brigantino a difesa con Napoli, di un basket che non ha più Roma, che non va oltre Bologna, anche se Sassari si sta impegnando molto per chiarire che la Sardegna resta terra benedetta per chi ha idee passione.

Pagelle, ostia, direbbe il “Grigo” che soltanto Daniele Dallera ha potuto andare a trovare nel suo regno da cavaliere dormiente ad Amblar, approfittando, come capo dello sport al Curierun, della fiesta immobile organizzata a Trento dove molti campioni hanno mostrato la loro faccia gentile, usuale per sport anima e core, molti meno per i pedatori che, però, a fine carriera, a parte Cassano, cercano dimensioni nuove e dialoghi frequenti.

• 10 A PETRUCELLI, grazie BRESCIA, e MANION, grazie VIRTUS, che garantiranno a Pozzecco un tormento giusto per fare la nazionale da mandare contro la Spagna nel famoso 11 novembre della ridicola guerra FIBA-EUROLEGA.

• 9 A Chinanu ONUAKU, 211 del Maryland, che nel centone di Sassari ha piazzato un bel 10 su 10 nel tiro da 2, spiegando poi, con i liberi battuti alla vecchia maniera, da sotto, insomma, che molti farebbero bene ad imitarlo per come sprecano punti che servirebbero tanto alle loro squadre.

• 8 A Riccardo PITTIS, tanti successi sul campo fra Milano e Treviso, per il suo libro “Lasciatemi perdere” dove scopriamo la maturazione del giocatore e dell’uomo che ora è al servizio di colleghi magari sperduti nella siccità virziana di rapporti che privilegiano la tattica, mai il rapporto umano.

• 7 A PESARO se dopo le due vittorie iniziali riusciranno a non esagerare con l’euforia perché con cetre squadre, certo Venezia sembrava di caratura superiore, ci sarà ancora molto da soffrire.

• 6 Al MASCOLO di Brindisi che in un finale dove Napoli sembrava aver trovato i punti deboli nella mente di molti giocatori brindisini ha tenuto insieme la squadra come vorrebbe sempre Vitucci pronto alla verifica di domenica contro Milano.

• 5 A VARESE se non daranno almeno un lungo in più al progetto intrigante di un allenatore che davvero stupisce trovando il meglio in giocatori non di altissimo livello.

• 4 A TRIESTE se dovessero sentirsi a disagio là in fondo alla classifica come la Treviso caduta a Trento. Il lavoro da fare è tanto, ma non è polemizzando, o mettendo subito alla porta gli allenatori, che si può crescere.

• 3 All’EUROLEGA, alla FIP, alla FIBA se non interverranno con decisione per chiedere alle società impianti elettrici bel collaudati, agli arbitri di non godersela troppo nella diretta TV davanti al Var facendo durare le partite molto più di quello da 90’ con recupero del calcio dove chi guarda le immagini e segnala agli arbitri aiuta molto più di quello che succede nel basket.

• 2 A BERLINO e al BAYERN Monaco del TRINCHIERI se nel prossimo appuntamento di coppa, al Forum e al PalaDozza dovessero dirci che le nostre grandi squadre non sono poi così forti come si va dicendo da troppo tempo senza verifiche certe.

• 1 Al MESSINA giustamente nervoso per la gnagnera dei suoi rossi con poco pelo se cercherà inutilmente di convincere certi arbitri che certi fischi per fiaschi non migliorano il rapporto fra giocatori e direttori di gara, società e federazione.

• 0 Al GENIO della lampada che, dopo essersi liberato della RAI fissa alle 20 e 45 in concomitanza col calcio, è riuscito a fare scopa mandando in chiaro su DMAX il Napoli basket da Brindisi alla stessa ora in cui il Napoli calcio si prendeva il primo posto a Cremona con il gol del Cholito Simeone. Poi al confronto ascolti diranno che il basket non lo guardano neppure i parenti dei protagonisti sul campo.