Piste&Pedane / (2.) E venne il giorno del riscatto

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Mercoledì 17 Agosto 2022

 

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L’andata e il ritorno di Marcel Jacobs (9”95) sul fronte europeo sbaraglia gli scetticismi e rilancia il campione olimpico uscito un po’ ammaccato dai recenti Mondiali. Prossima fermata, l'appuntamento iridato di Budapest ’23.

Daniele Perboni

Si chiude a sera inoltrata, ben oltre le 22 con uno splendi sul piano del risultato, Marcell Lamont Jacobs che con apparente facilità (9”95/+0,1) dopo lo scettro olimpico si impossessa anche di quello continentale. Dopo una semifinale corsa seriamente «per neppure 80 metri», come sottolineato dal mentore Camossi, e chiusa a 10 netti, si è ripresentato due ore dopo al via per la finale con una fasciatura tricolore al polpaccio sinistro. Stupore sul viso di tutti. «Nulla di grave – sottolineava il “solito” Camossi a Casa Italia – una semplice contrattura. Vedremo domani (oggi) la sua entità e come trattarla. Per ora godiamoci il momento»

Contrattura accusata poco prima della partenza della semifinale «mentre provava la classica partenza dai blocchi», ancora parole di Camossi. 

E Marcell? Eccolo: «L’oro europeo mi dà tanta soddisfazione dopo quello che ho passato durante l’estate. Quando mi sono reso conto di non poter prendere parte alla semifinale dei Mondiali, tutti i miei obiettivi si sono spostati su Monaco, perciò era fondamentale arrivare qui e vincere. Dovevo dimostrare a me stesso e soprattutto agli altri che in realtà i problemi fisici fanno parte del nostro sport, che quando si spinge al centodieci per cento non è sempre facile. Ho corso meglio in semifinale, ero molto più rilassato, e dopo aver corso in 10.00 in quel modo mi aspettavo di scendere sotto 9.90 in finale. Poi non è stato così, con una partenza non ottima e c’era un po’ di tensione, però in finale l’importante è vincere e sono molto soddisfatto. Ma adesso testa bassa, c’è la staffetta e ci presentiamo da campioni olimpici».

Qualche ora di attesa ed eccolo ripresentarsi a “Casa Italia” accompagnato dal solito fido Paolo e dal manager Marello Magnani. Interviste di rito a raffica, Marcell di qui, Marcell di là. Foto, selfie, ancora foto. Quasi impossibile avvicinarlo. Allora ci dirottiamo su Camossi. Attorniato da un nugolo di giornalisti l’ex triplista non si sottrae alle domande. «Dubbi su come sarebbe andata a finire? Nessuno. Faccio l’arrogante. Sapevo sin dall’inizio che Marcell avrebbe vinto. È stata un stagione sfortunata ma su di lui sai che puoi sempre contare. Vi faccio un esempio. Da triplista quando gareggiavo contro Jonathan Edwards sapevo di perdere, ma su dieci gare almeno una la potevo vincere (ed è successo ai Mondiali indoor di Lisbona 2001), con lui no. Se sta bene ed è al 100 per 100 su dieci volte perdi dieci volte». 

In finale anche il giovane Chituru Ali, finito stritolato e ottavo in 10”28, dopo che aveva centrato il personale (10”12) nella semifinale. Il parco della velocità azzurra si sta allargando sempre piu, grazie anche all’ottima prova della Dosso, pure lei approdata alla finale: settima in 11”37 (11228 in semifinale). 

CRIPPA – Nel mezzo, fra le urla del pubblico che sosteneva i beniamini di casa delle prove multiple, una vera “religione” da queste parti, è andato in scena l’atto unico dei 5000 con Yeman Crippa a fare da comprimario ma con il giusto atteggiamento di non fare la parte della vittima sacrificale. Come da pronostico ha vinto, diremmo quasi a mani basse, Jakob Ingebrigtsen (13’21”13) impegnato in una spasmodica volata dallo spagnolo Mohamed Katir (13’22”98). Terzo, ma con onore Yeman (13’24”83) che ha cercato di alzare il ritmo per non finire stritolato dai due avversari.

«Super contento della mia gara, di come l’ho iniziata, di come ho giocato a metà gara, e di come ho stretto i denti nell’ultimo giro, perché pensavo che da dietro lo svedese potesse prendermi - racconta Crippa - Ho provato a giocare d’anticipo perché non volevo una gara tattica, ho fatto anticipare un po’ la volata a Ingebrigtsen e Katir, sono atleti di alto calibro, e mi hanno preso sul finale. Ma va bene così, è soltanto la partenza di questo Europeo. Nei 10.000 mi divertirò e spero di far divertire tutti. Sono stracarico per la prossima gara».

GIUPPONI E LE ALTRE – In mattinata, giubileo con la prima medaglia regalataci dalla solita e inesauribile miniera della marcia. Sono 35 i chilometri, prima in assoluta nel contesto europeo, il “campo” dove il 33.enne bergamasco Matteo Giupponi, dopo una eccellente carriera giovanile, finalmente è riuscito a coronare il sogno in un contesto assoluto con il bronzo (2h30’34” e record personale), alle spalle dello spagnolo Miguel Angel Lopez (2h26’49”) e del tedesco Christopher Linke (2h29’30”). 

«È la medaglia che inseguivo da tempo – racconta l’allievo di Gianni Perricelli –. Dopo l’ottavo piazzamento ai Giochi di Rio (miglior risultato tecnico della spedizione atletica ai Giochi, NdR) ho lottato contro gli infortuni e un distacco parziale del tendine. Però ho continuato a crederci grazie a chi mi è stato vicino: Gianni (Perricelli), la famiglia e tutto lo staff che mi segue. A 33 anni non è mai troppo tardi. Ora penso al figlio che sta arrivando, ma l’anno prossimo rientrerà Eleonora (Giorgi) e quindi potremo puntare tutti e due ai Mondiali e anche alle Olimpiadi di Parigi».

Particolarmente felice Gianni Perricelli, ex allievo di Pietro Pastorini, e oggi tecnico anche di Eleonora Giorgi, ferma per maternità (il pargolo nascerà a novembre). Quando il bronzo di Doha, unica medaglia azzurra, riprenderà, avrà sottomano ottimo “materiale” per raggiungere altri risultati. «La 35 è una distanza che si addice perfettamente a Matteo, ragazzo piuttosto introverso, e penso che questo bronzo possa sbloccarlo per raggiungere risultati migliori. La gara è stata condizionata dal caldo, ma oggi Lopez era imbattibile».

Come molto sovente avviene, la tribù del tacco e punta viaggia in gruppo. Così ecco che dalla rispettiva prova femminile dal cilindro escono la quarta piazza di Federica Curiazzi (2h52’06”) e la sesta di Lidia Barcella (2h55’04”). Due vere “operaie” della fatica. Soprattutto la 24.enne Lidia, tesserata per la Bracco e allenata da Renato Cortinovis, uno degli inossidabili marciatori attivi negli anni ‘60-70 e sempre alla ricerca di nuovi adepti per una religione che si sta cercando di affossare, almeno a livello di CIO e Federazione internazionale (World Athletics) targa Sebastian Coe. 

Diplomata all’istituto professionale, come tecnico dei servizi di animazione turistico-sportiva, la Barcella per campare è impiegata come operaia nel settore ortofrutticolo. Lavoro massacrante il suo che non lascia spazio ai fantasmi. Nel tempo libero si allena duramente sulle strade di Alzano Lombardo, oltre che “passeggiare in montagna”. La fatica è il suo mestiere…

ALTRO – L'altro big Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti passano il turno con un 2.21 (il capitano lo fa alla seconda) che porta entrambi in finale: tutta un'altra gara da vedere. Cenni di primavera nel mezzofondo, soprattutto grazie alle ragazze che, con grinta e cazzimma (citazione di La Torre) hanno agguantato una finale che, anche se con tempi non trascendentali, è pur sempre una gara in contesto continentale dove le avversarie non mancano e son pronte a sbranarti ad ogni passo falso. Brave, dunque, Ludovica Cavalli (4’06”59) e Gaia Sabbatini (4’04”19). Le si attende, ora, ad un impegno (medaglia?) che pare proibitivo. Ma… vedendo il bicchiere solo pieno… diamo spazio ai soliti inguaribili sognatori. Nulla da fare per la Del Buono (4’08”14).

Si sorride anche nelle siepi, con i gemelli Ala (8’32”82) e Osama Zoghlami (8’30”67), allievi di Gaspare Polizzi a Palermo e il “romano” Ahmed Abdelwahed (8’30”92) quasi padroni delle batterie. Quasi, in quanto non si può giudicare la preparazione solo dallo svolgimento delle batterie, dove ogni atleta tende a “nascondersi”.

Vola direttamente al turno successivo anche la figlia d’arte Larissa Iapichino: un solo balzo a 6.63/-1,1 basta e avanza per raggiungere le migliori 12 del Continente. Nelle settimane passate ha chiesto calma e di lasciarle vivere i suoi vent’anni. Bene, accontentiamola. Verrà “giudicata”, nel bene o nel male, giovedì 18 agosto.

Chiusura con record. Festeggia Dario Dester nel decathlon, In lotta per una medaglia a due gare dalla fine, il lombardo chiude con una ottima prova la fatica d’Ercole dei 1500 e si piazza sesto ma, quel che più conta, sale sul tetto d’Italia con il nuovo primato portato a 8218 punti (10”81, 7.46, 14.56, 2.02, 47”90/14”44, 43.04, 4.90, 57.24, 4’41”63). Inatteso e beneagurante.
 

25. Campionati Europei
Monaco – 15/21 Ago 2022 / 2ª Giornata (16 Agosto)
(Podio e italiani tra i primi 8)

• Uomini
100 [16] 0,1
1. Marcell Jacobs (Ita) 9”95 [SB]
2. Zharnel Hughes (Gbr) 9”99
3. Jeremiah Azu (Gbr) 10”13

8. Chituru Ali 10”28

5000 [16]
1. Jacok Ingebrigtsen (Nor) 13’21”12
2. Mohamed Katir (Esp) 13’22”98
3. Yemaneberhan Crippa (Ita) 13’24”83

Marcia 35 [16]
1. Miguel Angel Lopez (Esp) 2h26’49”
2. Christopher Linke (Ger) 2h29’30”
3. Matteo Giupponi (Ita) 2h30’34”

Lungo [16]
1. Miltiadis Tentoglou (Gre) 8.52/0,3
2. Thobias Montiler (Swe) 8.06/-0,5
3. Jules Pommery (Fra) 8.06/-0,4

Decathlon [16]
1. Niklas Kaul (Ger) 8545
2. Simon Ehammer (Sui) 8468
3. Janek Oiglane (Est) 8346

6. Dario Dester 8218 [NR]

• Donne
100 [16] 0,1
1. Gina Lückenkemper (Ger) 10”99 (.984)
2. Mujinga Kambundji (Sui) 10”99 (.989)
3. Daryll Neita (Gbr) 11”00

7. Zaynab Dosso 11”37

Marcia 35 [16]
1. Antigoni Ntrismpioti (Gre) 2h47’00”
2. Raquel Gonzalez (Esp) 2h49’10”
3. Viktoria Madarasz (Hun) 2h49’58”

4. Federica Curiazzi 2h52’06” [PB], … 6. Lidia Barcella 2h55’04” [SB]

Disco [16]
1. Sandra Perkovic (Cro) 67.95
2. Kristin Pudenz (Ger) 67.87
3. Claudine Vita (Ger) 65.20