Piste&Pedane / Ultimo appuntamento, azzurri in panne

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Giovedì 11 Agosto 2022


fraser-pryce-monaco 

Era l’ultima occasione per testare condizioni e possibilità, con riscontri non proprio esaltanti. A cominciare da Tamberi che pasticcia dopo i 2.20. Poco meglio gli altri. Ma le ambizioni europee restano alte, a giudicare – come si dice – dal contesto.

Daniele Perboni

Già sai con largo anticipo che dalle parti del Principato e all’interno del Louise II, lo stadio affacciato sul mar Ligure, potrai divertirti assai. Risultati eclatanti non sono mai mancati ed anche quest’anno la lista dei partecipanti prometteva ottimo spettacolo. In lizza fra cotanta nobiltà (atletica naturalmente) anche un pugno di azzurri con l’occhio rivolto ad un’altra Monaco, la capitale della Baviera e del suo Oktoberfest dove mediamente si consumano quasi sette milioni di boccali di birra. Il bottino azzurro si spera conti metalli e non liquidi…

Fari puntati principalmente sull’oro giapponese Gianmarco Tamberi, reduce da una stagione tribolata, che non gli ha evitato comunque un buon quarto posto mondiale, e da un 2.24 risalente a pochi giorni addietro. A fargli compagnia in pedana il “solito” Mutaz Barshim (poi primo con 2.30 dopo spareggio con il sud coreano Wood). Per il “nostro” solo uno striminzito 2.20, al secondo tentativo, e la conferma che, comunque sarà in lizza agli Europei.

Dopo un’attesa infinita finalmente abbandona la pedana, non prima di aver salutato calorosamente tutti gli avversari, aver “diretto” la claque del pubblico nella tribuna alle spalle della pedana dell’alto, accorso quasi unicamente per lui, ed essersi sottoposto ad una infinità di selfie e aver concesso una marea di autografi. L’attesa ci ha permesso, però, di assistere ad un simpatico siparietto: l’abbandono temporaneo della pedana (a tal proposito cosa recita il regolamento?) di Barshim. Il triplo iridato si avvicina alla balaustra che divide il campo dal pubblico e chiama qualcuno per farsi portare uno smartphone su cui controllare la ripresa video degli ultimi salti. 

«Diciamo che mi aspettavo un’altra misura – racconta Gimbo –. Sapevo di non essere al top della condizione. Evidentemente non ho recuperato la gara di due giorni fa. Pensavo di fare un passo in avanti e non uno indietro. La progressione di oggi, poi, era molto dura (da 2.20 a 2.25). Lo ha dimostrato anche la gara per come si è svolta: solo due persone sono riuscite a salire molto in alto. La pedana poco elastica dite? Questo non lo so. Anche l’anno scorso proprio qui avevo saltato molto male e poi sappiamo tutti come è andata a finire… Ora torno a casa per tre giorni e poi partirò per Monaco. Purtroppo c’è poco tempo. Gli allenamenti andavano fatti prima ma non sono stato bene (Covid), però se vado lì è perché voglio provare a vincere, anche se sarà molto complicato viste le condizioni in cui mi presento. Ma le sfide mi son sempre piaciute».

Poi un accenno sulla numerosa squadra (101 i convocati, ora ridotti a 98 per la rinuncia del lunghista Randazzo, della marciatrice Nicole Colombi e della mezzofondista Anna Arnaudo) che promette, sulla carta, una buona raccolta di medaglie. «È una squadra fortissima. Forse la più forte da quando faccio atletica. Esserne il capitano è un onore e un orgoglio. Spero che agli Europei inizieremo finalmente ad essere sicuri di noi. Il nostro problema, infatti, è che nelle grandi manifestazioni ci sentiamo un pochino “sotto” agli altri, invece dobbiamo andare là con la testa alta e dimostrare quel che sappiamo fare».

Il resto della truppa azzurra ha fatto semplicemente da comparsa, senza fornire acuti particolari: Folorunso, settima nei 400-acca (55”01), Bruni quarta nell’asta (4.51), il neofita Furlani settimo nel lungo (7.90/-0,3), Sabbatini decima nei 1500 (4’04”96) a 14 secondi dalla keniana Faith Kipyegon (3’50”37, miglior prestazione mondiale stagionale, primato personale, record nazionale e seconda miglior prestazione All-time, alle spalle del 3’50”97 dell’etiope Genzebe Dibaba).

Per sottolineare l’elevata qualità della riunione monegasca ecco alcuni record centrati sulla calda pista del Louis II: 1 record africano nei 100 donne (10”72+0,4, Marie-Jose Ta Lou); un record Nord e Centro America e Caraibi nei 3000 (7’28”48 di Grant Fisher); 7 record nazionali; 4 migliori prestazioni mondiali stagionali: l’ennesima Fraser-Pryce nei 100 (10”62/+0,4), Jake Wightman nei 1000 (2’13”88), Faith Kipyegon (vedi sopra), Thierry Ndikumwenayo nei 3000 (7’25”93).

Qui Monaco, feudo Grimaldi, passo e chiudo. Ci si rivede, risente, rilegge dalla Monaco tedesca.