I sentieri di Cimbricus / Una ragazza dalle idee chiare

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Sabato 23 Giugno 2022

 

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Un tuffo nel futuro, il solo “mondiale” (finora) a questi Mondiali. Con una collezione di due titoli olimpici e tre primati, la 23.enne Sydney – evento collaterale non sgradito – ai 70.mila dollari del titolo somma i 100.mila per il 50"68.

Giorgio Cimbrico 

Sydney McLaughlin è una ragazza con le idee terribilmente chiare ed è così dall’adolescenza, quando ha cominciato ad allineare record per tutte le categorie di età, dai 14 in su. L’aria di casa, nel New Jersey, è stata importante: il padre Willie è stato semifinalista dei 400 ai Giochi di Los Angeles ’84, il fratello Taylor secondo nei Mondiali Under 20 del 2016 nei 400H. 

Due volte campionessa olimpica, ostacoli e 4x400, tre record del mondo (il primo, 51”47, a Tokyo, il secondo, 51”41, alle selezioni di giugno, sempre a Eugene, il terzo che è un’esplorazione nel futuro), di recente ha incontrato l’azienda che le fornisce le scarpe per rivedere il contratto e portarlo attorno ai due milioni l’anno. Non è andata da sola: al suo fianco l’avvocato Endeavour, che ha una lunga frequentazione con le stelle di Hollywood. 

Ai Mondiali mancava il record. Arriva dopo la promessa di Sydney: “Voglio offrire uno show”. E’ qualcosa di più, è una gara perfetta in cui la ritmica tra una barriera e l’altra sposa il superamento di ostacoli mai sfiorati, sino al mostruoso progresso: da 51”41 a 50”68. Sono 73 centesimi e solo Karsten Warholm ha fatto di meglio, 76 centesimi in fondo alla finale olimpica di Tokyo. L’olandese Femke Bol, seconda in 52”27, accusa dieci metri abbondanti di distacco. Una Dalilah Muhammad tirata all’osso, la numero uno sino all’avvento dell’Attesa, terza e molto lontana, offre una frase memorabile: “Dopo averla vista, penso possa scendere sotto i 50”. 

Sydney ha passato giorni senza un accenno di sorriso, in cerca della concentrazione assoluta. Fatica a stirare le labbra anche dopo: rimane a lungo seduta sulla pista prima di illuminarsi, ma senza concedere o concedersi gioie selvagge alla Lyles. “La gara perfetta non esiste. C’è sempre il modo e l’occasione per migliorare”. 

E’ l’ultimo capolavoro di Bob Kersee, l’allenatore che creò i fanta-record della cognata Florence Griffith e portò la moglie, Jackie Joyner, in origine lunghista, a uno stordente e irraggiungibile record mondiale dell’eptathlon. Con un tecnico del genere alle spalle, è plausibile pensare che Sydney, 23 anni, possa puntare ad altre mirabolanti imprese: l’accoppiata 400-400H o quella delle barriere basse e alte. “Non è questo il momento dei progetti”, dice, ma qualcosa lei e Bob finiranno per disegnare per i Mondiali che verranno, a Budapest, e soprattutto per i Giochi parigini. 

SUL PIANO – I 400 molto caribici sono dell’elegante bahamense Shaunae Miller, due volte campionessa olimpica e al primo titolo mondiale: tre anni fa era stata piegata dalla bahrainiana Naser, poi sospesa per un disinvolto comportamento con i controlli a sorpresa e la reperibilità. Vittoria con largo margine, in 49”11, sulla dominicana Marileidy Paulino che prova troppo tardi un serrate che, 49”60, la lascia a quasi mezzo secondo. La sorpresa della giornata è Sada Williams di Barbados, terza in49”75, record nazionale. 

Fiaccati dai primi due turni, gli uomini del giro di pista hanno poco da spendere e i tempi lo diranno. Michael Norman riesce finalmente a mettere in fuga le emozioni che spesso gli sono state fatali e doma, in fondo a un rettilineo entusiasmante, il grenadino Kirani James che questo titolo vinse undici anni fa, inizio di un percorso che lo ha visto tre volte sul podio olimpico. La barriera dei 400, violata più volte dai due, resiste: 44”29 a 44”48. Il britannico Matthew Hudson-Smith cattura il terzo posto in 44”66 e il record europeo, 44”33, datato ’87, di Thomas Schonlebe continua a resistere. Dopo cinque anni di disgrazie fisiche Wayde van Niekerk segnala di essere ancora vivo ed è quinto in 44”97, a quasi due secondi dal suo stordente record del mondo – 43”03 –, di Rio de Janeiro.