Piste&Pedane / Oregon 22 (6): Torna il sorriso alla bella Elena

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Mercoledì 20 Luglio 2022

 

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Una stagione travagliata, con molte delusioni prima dell’1.98 agli Assoluti di Rieti. Un cambio di direzione, e di convinzione, per la gara giusta al momento giusto. Un terzo posto di alto livello che pure lascia più d'un rimpianto.

Daniele Perboni

E venne anche per noi l’età del bronzo. Non quello della civiltà Minoica di Cnosso, ma quella più vicina all’era in cui posiamo le nostre chiappe su un pianeta Terra sempre più sfruttato, martoriato, vilipeso. Tutto questo lo abbiamo dimenticato, almeno per una notte, grazie ai voli di Elena Vallortigara, veneta trentenne che con i suoi salti è riuscita a tenerci incollati al video ad urlare con la voce strozzata in gola, per non svegliare parenti, vicini, cani e gatti compresi.

Siamo sinceri, lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri lettori: non credevamo sino in fondo che l’allieva di Stefano Giardi sarebbe riuscita a salire tanto in alto e, soprattutto, fosse in grado di mettersi al collo il gingillo «bellissimo» di un Campionato Mondiale che sempre le era sfuggito, così come sempre erano scivolati fra le dita altri importanti avvenimenti internazionali. Martedì 19 luglio resterà scolpito per sempre nella sua memoria.

PARTENZA– «Dopo la qualificazione, sinceramente speravo in qualcosa di più. Ma va bene così – aggiunge la Vallortigara – sono felice. Ci ho creduto, mi sono tolta un grosso peso, nonostante l’inconveniente della scarpa che si è rotta. Non mi sono fatta distrarre ed ho fatto quello che volevo. Questa medaglia è un punto di partenza, significa molto in prospettiva». Campionati Europei?

Tutto in un attimo. Ai microfoni RAI viene intercettata dagli organizzatori e invitata alla premiazione. «Credo di non aver ancora realizzato quello che ho fatto. Tutto sta correndo così in fretta – confessa più tardi – Anche la premiazione. Credevo si sarebbe tenuta più avanti, o domani. Invece sono stata costretta a farmi prestare una tuta…».

Il neo bronzo iridato è una delle saltatrici azzurre che ha superato i due metri nell’alto: oltre alla capostipite Sara Simeoni (2.01 a Brescia il 4 Agosto ’78, ripetutasi un mese dopo agli Europei di Praga) in cima alla lista troviamo Antonietta Di Martino (2.03, Milano 24 Giugno ‘07), la stessa Elena con il 2.02 di Londra 2018, Alessia Trost (2.00i, Trinec 29 Gennaio ‘13).

«Quando ho saltato 2.00 al primo tentativo – continua – ho pensato che potesse davvero succedere qualcosa di meraviglioso». In quel momento, infatti si è trovata magicamente al comando della pattuglia delle quattro superstiti.

«Ho sognato anche un altro colore per questa medaglia, ho pensato che non fosse così difficile. In realtà in tutta questa gara ho pensato che le misure non fossero così difficili: mi sentivo forte, in grado di saltare alto. Mi è dispiaciuto per i tentativi a 2,02, non so bene cosa sia successo, poi ne parlerò con il mio allenatore perché oggi sentivo che avrei potuto anche saltare il record italiano, però direi che posso essere contenta».

CENTESIMI – Il Pippo che finalmente ti aspetti di vedere da tempo. Quasi una fotocopia della batteria del giorno prima. Ancora più incisivo però, per un 20”10 (+0,3), record personale e seconda miglior prestazione italiana di sempre, che purtroppo non gli basta per approdare alla finale. Se nel 2019 a Doha un millesimo lo premiò con l’ingresso fra i primi otto, qui i millesimi (3) lo hanno stoppato ma non bocciato. Passano direttamente i primi due, più due ripescati. La terza semifinale non sembra “impossibile” ma qualcuno al fa löv föra d’la cavagna (fa l’uovo fuori dalla cesta). Vince il ragazzino terribile Knighton (18 anni, 29 gennaio 2004) con 19”77, secondo il canadese Brown e terzo Tortu. Per i due identico crono, divisi però dai famosi tre centesimi: .096 a .099. Nel complesso tre turni da cui sbucano sei prestazioni under 20. Si va dal 19”62 di Lyles al 19”92 del liberiano Fahnbulleh, passando per il record nazionale (19”91) del 22enne Dominicano Ogango.

«Orgoglioso di aver fatto il personale in questa occasione. Lo scorso anno un centesimo mi ha messo in cima al mondo quest’anno non è andata altrettanto bene. Questo è lo sport che amo». La strada, per Filippo Tortu, sembra ormai tracciata: si chiana Via 200 Metri.

DALIA E LE ALTRESesta (22”86/-0,1) Dalia Kaddari nella terza semifinale dove una certa Fraser-Pryce si impone con lo stagionale di 21”82. Anche per le ragazze tempi non banali per un turno eliminatorio, pur trattandosi delle semifinali. In cinque sotto i 22 secondi e per essere ripescata con l’ultimo tempo utile l’elvetica Kambundji ha dovuto cavare dal buco il record nazionale portandolo a 22”05. 

Tre su tre. C’entrano l’accesso al turno superiore le ragazze degli ostacoli bassi. Nell’ordine di apparizione in pista: Linda Olivieri, sesta e ripescata (56”09), Rebecca Sartori, quinta con ripescaggio, Ayomide Folorunso, seconda e ammissione diretta (54”69). Adelande.