I sentieri di Cimbricus / Il baio oltre la siepe

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Sabato 4 Giugno 2022

 

girma 


Appare un po’ bizzarra l’etichetta di “eterno secondo” per uno che ha poco più di vent’anni. Ma dopo – come si usa dire – le “piazze d’onore” ai Mondiali e alle Olimpiadi, è lecito attendersi qualcosa di più sul palcoscenico di Eugene.

Giorgio Cimbrico 

Proprio così, considerato il colore della pelle, il baio oltre la siepe. Il giovanotto di gamba lunga e di ardore pieno è Lamecha Girma, il primo etiope entrato nel limitato mondo di coloro che hanno corso i 3000 metri con siepi e riviera sotto gli 8 minuti. Sono dodici: nove kenyani (uno, Saïf Shaheen, già Steven Cherono, sotto la bandiera del Qatar) e due marocchini. Girma, 7’58”68 a Ostrava, facendo, se non tutto, parecchio da solo, solo, è il dodicesimo apostolo. Dal 2018 non veniva registrato un tempo del genere. 

Un’occhiata ai sacri testi: il primo senza radici africane è Evan Jager, americano, 8’00”45 e un capitombolo sull’ultima barriera quando era la volta buona per entrare in quella dimensione; il primo europeo, d’origine maghrebina, è Bouabdellah “Bob” Tahri, 8’01”18; il primo europeo “non d’importazione” è l’olandese Simon Vroemen, 8’04”95 e poi incappato in una positività, così come era capitato, per EPO, a Brahim Boulami che, con il cancellato 7’53”17, è in possesso del più veloce tempo mai realizzato. 

Il luogo d’orgone di Girma, che a novembre toccherà i 22 anni (come molti suoi connazionali appare più anziano di quel che è), è un marchio di garanzia: Asella, regione di Oromia, 2430 metri sul livello del mare ha dato i natali a Haile Gebrselassie, a Kenenisa Bekele, a Derartu Tulu, a Tirunesh Dibaba e altre sue sorelle. Proprio nel club fondato dal clan Dibaba, Girma inizia a correre, destinazione 1500. “Compasso troppo ampio, gambe troppo lunghe: meglio avviarlo alle siepi”, dice il suo primo allenatore Kefyalew Alemu.

Così Lamecha lascia Asella e raggiunge Addis Abeba e Teshome Kebede, il responsabile della distanza che inizia finalmente a fiorire. Non viene ritenuto ancora pronto per affrontare i Mondiali U-20 di Tampere e gli vengono preferiti Takele Negate e Getnet Wale, in Finlandia primo e terzo. In mezzo, Leonard Bett, kenyano. I vecchi padroni, gli assoluti dominatori, iniziano a sentire che il loro tempo è finito, che il loro potere è in pericolo. 

Il Kenya lancia il suo ultimo hurrah ai Mondiali di Doha. Conseslus Kipruto conquista il suo secondo titolo dopo furibonda volata: Girma arriva a un centesimo, 8’01”35 a 8’01”36. L’anno scorso, ancora secondo, ma questa volta non a un’infinitesimale incollatura, un secondo abbondante dall’altissimo ed elegantissimo marocchino Suffiana el Bakkali. Vicecampione mondiale a18 anni e mezzo, vicecampione olimpico a poco più di vent’anni. 

Quest’inverno dà vita a una serie di duelli con Selemon Barega. Girma è lungo ma il suo spunto può essere bruciante: la spunta in un paio di occasioni scendendo sotto i 7’28”, non la spunta nei 3000 di Belgrado che arricchiscono la collezione del campione olimpico dei 10.000. E così arriva l’ennesimo secondo posto. 

A Ostrava va via subito gagliardo dietro a un paio di lepri e passa ai 1000 in 2’42”37. A metà gara rimane con Haylemariyan Amare che corre un po’ sghembo. Ai 2000, solo, annota il tempo del tabellone, 5’19”22. Con un ultimo chilometro in 2’40” è fatta. In realtà fa qualcosa meno, 2’39”.

Molto banale e scontato dirlo, ma l’eterno secondo a Eugene punta ad arrivare primo. Solo el Bakkali sulla sua strada. Per i kenyani quel che resta del podio, se andrà bene.