Piste&Pedane / Anche sul breve Stano va al massimo

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Lunedì 25 Aprile 2022

 

stano-35


Con la gara di Dudince si è alzato il sipario internazionale sulla nuova distanza “lunga” della marcia che, per un gioco di parole (e di contratti televisivi), ha perso per strada 15 chilometri. Ma il copione non cambia.

Daniele Perboni

In silenzio, con garbo, costanza e, caparbietà il Massimo pugliese, discendente da genti già presenti sul territorio di Palo del Colle ancor prima della conquista romana, ha impresso i sigillo olimpico in una delle decane delle prove di marcia continentali: la “Dudinská 50” nella Repubblica Slovacca, anche conosciuta per le sue terme. Costretta a migrare dalla più lunga 50 chilometri alla “moderna” 35, voluta dalla nuova dirigenza di WA per esigenze televisive, così narrano le cronache, la vecchia signora ha risvegliato la voglia di competere al dominatore del Giappone. 

Con una condotta di gara giudiziosa, essendo alla seconda esperienza sulla distanza, ha assaggiato poco alla volta il sapore della pietanza proveniente da una fatica poco frequentata e quasi snobbata dalla maggior parte dei grandi faticatori del tacco e punta. Sino ai 30 chilometri, lo Stano nipponico si è mantenuto a prudente distanza dal gruppetto dei due capofila, per liberarsi poi dalle catene. In cinque chilometri ha recuperato tutto le svantaggio andando anche a cogliere soddisfazioni che, forse, non aveva in serbo di provare.

Tutto bene. Ora potrà marciare con animo sereno verso quei Mondiali di Eugene dove sarà l’osservato speciale. Una lunga marcia – scusate il gioco di parole – che troverà la “Cima Coppi” in Oregon (24 Luglio, ore 6,15 locali la partenza, 15,15 dalle nostre parti) e il “Mortirolo” neppure un mese dopo in terra tedesca, ma sulla 20 (Monaco di Baviera, 20 Agosto, ore 8,30). Sfide da seguire e piatto per buongustai. In attesa del doppio impegno ai Giochi di Parigi del 2024.

I 35 KM – Con l’irrompere sul tavolo di una nuova distanza tutto, o quasi, a livello tecnico e statistico pare mutato. Già a Dudince, fra i 59 giunti al termine si possono contare due SB (primati stagionali), una cinquantina di PB (primati personali) e ben nove primati nazionali: Morales (Mex) 2h29’24”; He Xianghong (Cina) 2h29’35”; Choco (Equador) 2h31’25”; Barrondo (Guatemala) 2h31’26”; Vieira (Por) 2h33’23”; Rodriguez (Perù) 2h37’10”; Cabrera Lopez (Panama) 2h39’22”; Hlavac (Rep. Ceca) 2h41’14”; Cordero Zuniga (Costa Rica) 2h50’21”.

Lo tsunami ha coinvolto anche le statistiche mondiali All-time. Al 31 dicembre 2021 nei primi 30 di tutti i tempi figuravano ben 21 russi, capitanati dal 2h31’21” di Vladimir Kanakyn (Sochi, 19 Febbraio 2006), seguiti da tre italiani, dove troviamo il 2h26’16” di Schwazer (Montalto di Castro, 24 Gennaio 2010), il 2h28’53” di Vincenzo De Luca (sempre a Montalto) e il 2h30’50” di Giorgio Rubino (Grosseto, 28 Gennaio 2018), tre ucraini e un polacco, un francese e un tedesco.

Ma già agli inizi del 2022 le graduatorie All-time della 35 sono mutate. Sempre fitti i russi, scesi però a 16, seguiti da tre azzurri (uscito Rubino, entrato Stano), quattro giapponesi, due spagnoli, due francesi, un polacco e un cinese.

L’anno non è finito, arriverà Eugene e poi l’autunno. Si attendono altri stravolgimenti (speriamo a favore dei nostri colori).

Foto dal sito di World Athletics.