Osservatorio / I suggerimenti dell'atletica d'alto livello

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Mercoledì 23 Marzo 2022

 

belgrado-22 

Brevi considerazioni sul post-Belgrado, non tanto sui risultati italiani – più che accettabili – quanto sul contorno e sulle problematiche che sarebbero sul tavolo. Ma se solo da noi si avesse la volontà (e la capacità) per coglierle.

Luciano Barra

Quando l’atletica è ad alto livello è insuperabile. Questo ha detto l’atletica durante i Giochi Olimpici di Tokyo ed ora per i Campionati Mondiali Indoor di Belgrado. Non lo diciamo solamente perché alcuni atleti italiani, su tutti Marcel Jacobs, sono stati protagonisti, ma perché abbiamo assistito a gare e record del mondo indimenticabili. Purtroppo per l’atletica ciò è possibile solo qualche volta e non può accadere ogni giorno ed in ogni occasione. E solo chi ha “cultura dello sport” lo può capire.

Ovviamente l’occasione ci ha permesso di vedere le nostre due stelle esaltarsi, in maniera diversa, davanti agli occhi di tutto il mondo. Uno, Marcel Jacobs, per le sue gesta agonistiche e l’altro, Gianmarco Tamberi, per le sue estemporanee presenze significative anche dal punto di vista umano. Anche queste ultime cose hanno fatto il giro del mondo. Mi è molto piaciuto Jacobs l’altra sera da Fabio Fazio in un’intervista a caldo da Belgrado. La sua semplicità, il fatto di apparire una persona comune, intelligente ed umile lo fanno due volte campione.

Grazie alla RAI gli italiani hanno potuto vedere quasi tutti i campionati. La RAI ha fatto una cosa che dovrebbe essere fatta più spesso. Aprire delle finestre nei momenti agonisticamente più importanti nelle reti televisive generalistiche. Così abbiamo potuto vedere sia la semifinale che la finale dei 60 metri su RAI-2. Chissà quale sarà stato il picco di ascolto in quel momento?

Purtroppo, come previsto, il commento ai Campionati non è stato all’altezza delle performances degli atleti italiani e degli altri. Come autore di un articolo che stigmatizzava taluni cambiamenti ho ricevuto innumerevoli commenti di adesione alle mie considerazioni. Ma il fatto non è legato solamente alla mancanza di “pathos” del telecronista principale (e meno male che c’era Tilli!). Ma alla dimostrazione di una totale carenza di conoscenza della materia e soprattutto dalla poca preparazione dell’avvenimento. Mi sono state fatte notare innumerevoli gaffes. È impossibile citarle tutte, ma alcune meritano di essere sottolineate. Non sapere che nelle gare di questo livello la WA utilizza starter stranieri per le gare di velocità (nel nostro caso un’ex saltatrice in alto canadese, come riportato sul sito della ex-IAAF) e quelli locali per le altre gare, è stato un errore più volte ripetuto. Oppure citare l’ex marito di Fiona May come l’ex compagno. O ancora domandarsi se per il bronzo di Tamberi fosse necessario uno spareggio, cosa che nel regolamento tecnico è richiesto solo per il primo posto. O non essersi accorti che il peso di Weir era andato oltre il record nazionale. E via di seguito.

Come detto tale pochezza ha esaltato i commenti di Stefano Tilli. Il quale, quando si tratta di gare di velocità, è super. Un po' meno, come è logico, nelle altre specialità. Ma viste le performances di Jacobs, i suoi interventi erano come il cacio sui maccheroni. Quando poi si libera dagli obblighi di “politica federale” è proprio bravo. Peggio di lui fra i commentatori tecnici abbiamo sentito, durante i Giochi di Tokyo, Bruno Mascarenhas, medagliato del canottaggio, molto bravo, ma che ha quasi un obbligo: quello di citare la Federazione di appartenenza e il suo presidente, una parola ogni due. La RAI dovrebbe imporre un codice di comportamento ai commentatori tecnici svincolandoli dagli obblighi di “gradimento” federale.

L’atletica italiana è andata bene a Belgrado con le due medagli e alcuni eccellenti finalisti. Non avrei aggiunto ulteriori commenti. Ma la pochezza federale si è esaltata perché i 23 punti totalizzati dai finalisti siano una delle migliori performances italiane nella storia dei Mondiali Indoor. Mi sarei risparmiato questo rilievo, fatto anche a voce dal presidente ai microfoni di Elisabetta Caporale, e riportato sul sito della FIDAL. Non so se qualcuno ha notato che, rispetto al passato, a Belgrado, oltre ai russi, e non dico poco, mancavano di fatto gli atleti tedeschi (ARD/ZDF, il secondo contributore dopo la BBC al contratto IAAF/Eurovisione, non ha trasmesso neanche un minuto), che la Francia ha scelto di essere presente soprattutto e solo nelle gare ad ostacoli e che la Gran Bretagna, privata a pochi minuti dall’inizio delle gare di due dei suoi favoriti negli 800 maschili e femminili, ha di fatto snobbato i Campionati.

Forse la Federazione dovrebbe sfruttare questa occasione per battere un tasto molto doloroso per l’Italia: la mancanza di piste indoor. Un solo dato: una e mezzo contro le nove della Spagna. Devo dire di più?