I sentieri di Cimbricus / Non ci resta che ... la TV

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Venerdì 9 Luglio 2021


tokyo-senza spettatori


Nessun giapponese, nessun appassionato d’oltremare, ma loro, i VIP, gli sponsor, quelli del CIO, sì, ad assistere in esclusiva ai loro Giochi silenziosi, inodori, sorvegliati, a porte chiuse.

Giorgio Cimbrico

“Scusa, Tacito, posso fare la parafrasi di una delle tue più famose, asciutte e definitive frasi?”. “Se ho capito a quale ti riferisci, mio giovane amico, voglio fare una precisazione: la scrissi a proposito della Britannia, non della Germania: hanno fatto il deserto e la chiamano pace romana. Ma dimmi, dimmi a quale scopo la vuoi usare e come vuoi trasformarla?” “Maestro, tu certo ricorderai i Giochi Olimpici”. “Come no, una volta ci sono andato: belle gare, grandi bevute, molta bella gente da ogni angolo del mondo”.

“Ecco, appunto, non è più così, maestro, e così mi è venuta in mente la tua frase e così l’ho plasmata: hanno fatto il deserto e la chiamano Olimpiade”. “Carino da parte tua ricordarti di questo vecchio e dei suoi scritti. Ma a questo punto dovresti raccontarmi qualcosa. Qui nel Paese delle Ombre non siamo aggiornati”. “Dunque, maestro, ai tuoi tempi c’era la peste, ora …”

Con Tacito, inevitabilmente, è andata per le lunghe ma il maestro non ha perso smalto, ha capito tutto e si è stupito per uno dei più freschi particolari. “Ai miei tempi se il morbo si diffondeva per la città, il circo rimaneva chiuso e l’Imperatore se ne stava a palazzo. Mica facevano le gare o i duelli per lui e per la famiglia”. Cruenti o no, i giochi erano uno spettacolo per la gente. Sì, Tacito è stato colpito da una delle ultime novità: alla cerimonia d’apertura verranno ammessi solo i Vip. “Mi pare di aver capito che siano quelli che danno aurei e sesterzi e, al loro fianco, quelli che controllano entrate e uscite d ordine finanziario. Quando ero vivo io, i soldi li metteva direttamente l’Imperatore e a volte si indebitava”. Poteva sempre aumentare le tasse… “E infatti spesso lo faceva”.

Dall’intervista possibile con il grande storico, questa realtà spinta ormai su orizzonti poco tracciabili può rimbalzare su altri scenari, recapitati da vecchie inquietanti fantasie: i padroni delle corporazioni assistono, chiusi nel loro ermetico box, a una partita di rollerball, giocata da squadre di loro proprietà, Immagini così, mentre le novità si inseguono: Giochi in vitro, strenuamente voluti da chi governa lo sport, il loro sport. “Neanche un prete con cui parlar” a Sapporo per le gare di marcia e le maratone e stato di emergenza dichiarato dal governo per la quarta ondata: i pochi ammessi nei vari impianti, sino a un massimo di 10.000, non verranno più ammessi.

Nessun giapponese, nessun appassionato d’oltremare, ma loro, i Vip, gli sponsor, quelli del CIO, sì, ad assistere in esclusiva ai loro Giochi silenziosi, inodori, sorvegliati, a porte chiuse, controllati, sotto stato d’assedio. E’ sufficiente leggere una delle “lettere giapponesi” inviate da una cara amica che, testimone molto attendibile, è già sul posto, trafitta da un nugolo di avvisi come un San Sebastiano, perseguitata dalle App in una ripetitività che non concede requie.

Negli ultimi tempi, grazie a agenzie e giornali britannici – in Italia altri sono gli interessi – ho avvertito un progressivo distacco tra il governo giapponese, compresa l’ormai formale autorità imperiale, e i Giochi, visti come fonte di contagio e, per il partito di potere, come “pars destruens” alle prossime elezioni. E così sono i Giochi del CIO e di un comitato organizzatore finito in balia del governo di Losanna e di chi, a sua volta, governa il governo: quelli che hanno il posto assicurato, i Vip, quelli che Versano In Profusione e che non ci si può giocare con leggerezza. Il Covid prima o poi passa, il CIO rimane e per il futuro, anche quello dietro l’angolo, ha idee formidabili, ovviamente molto social.

Un tè nel deserto, se qualche gentile “casa” terrà aperte le sue eleganti porte scorrevoli, e un aiku – “le gru sbucano e stridono / nell’umidore del mattino” – è quel che posso augurare e offrire a chi è finito in quest’avventura. Né bevanda né breve composizione poetica hanno a che fare con i VIP delle cinque stelle (alberghiere) e dei cinque cerchi.