Duribanchi / Esagerate, esagerate, qualcosa restera'

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Martedì 6 Aprile 2021

 

dante 


In mancanza di idee, resta l’unico modo per finire in prima pagina (ultima frontiera anche “spiare per la Russia per garantire la palestra ai figli”). Come consigliava Jannacci.

Andrea Bosco

L’ultima idiozia è arrivata dall’Università di Oxford: un gruppo di soggetti che sarebbe temerario definire “docenti” della facoltà di musica del prestigioso ateneo ha lanciato la proposta di eliminare dal programma di insegnamento la musica di Mozart (in quanto smaccatamente “bianca”) e di sostituirla con il rap, più “rappresentativa” a parere di lor-signori “della cultura afro”. La domanda è semplice: da simile genia abbiamo il diritto-dovere di difenderci con ogni mezzo? Perché la “genia” non è solo stupidamente faziosa. La “genia” è ignorante.

E non solo per aver dimenticato il blues, il jazz, il rock e molti altri generi musicali, più rappresentativi (nella cultura afro) del rap. Ma perché contestare Mozart è come bestemmiare in chiesa. Mozart è Maradona, Mozar è Jordan, Mozart è Piacasso, Mozart è Dante: Mozart è “la” musica. Avrei potuto citare Omero, ma ho citato Dante. Oggetto di critiche, in Germania, da parte di uno in evidente debito di visibilità. Ha scritto “uno” che Dante ha “copiato” da un precedente poema arabo. Critica non nuova: il poema esiste ed è precedente alle tre cantiche dell’Alighieri. Ma Dante non ha “copiato”: si è probabilmente ispirato costruendo poi dinamiche sociali, storiche, spirituali assolutamente originali.

DANTE – Dice “uno” che Dante si è “arrubbato” anche il Dolce Stil Novo. E qui siamo nel mare magnum di chi sia stato il primo. Chi è stato il primo cubista? Importa davvero? Il più bravo, diventato anche il più celebre è stato Picasso. E la “sfiga” di tutti gli altri, anche dei più dotati è stata quella di essere nati Gimondi nella stagione di Merckx. Poi “uno” la fa decisamente fuori dal vaso paragonando Dante con Shakespeare. Dante è medioevale, il Bardo come recita il saggio di Jan Kott è “nostro contemporaneo”. Certi paragoni stridono per quanto sono indebiti. Ma oggi va di moda stravolgere per “stupire”. Oggi ti propinano un Leonardo televisivo “assassino” che parla come Amadeus al Festival di Sanremo.

Ma “uno” è amico di Roberto Saviano. E visto che (al solito scioccamente) Salvini and Company non hanno perso l’occasione per tacciare Crucconia di essere anti-italiana, a Saviano non è parso vero di sparare lingue di fuoco contro i sovranisti. Il Corriere della Sera ha inflitto ai suoi lettori una savianata: con tanto di intervista ad “uno”. Che ovviamente può scrivere su Dante quello che gli pare. Ma che ha avuto una visibilità esagerata per il “peso” che ricopre nella saggistica dantesca.

Del resto l’unico modo ormai per finire in prima pagina (oltre ai noti “classici” ultimamente si è aggiunto anche “spiare per la Russia per continuare a garantire la palestra ai figli”) è quello di esagerare. Come consigliava Jannacci. E quindi per sbertucciare quel povero Marin Sanudo che aveva veicolato (con riserva, peraltro) la leggenda della fondazione di Venezia nel 421 in Campo San Giacometo (celebrata anche dal presidente Mattarella), ecco che tre valenti storici veneziani hanno confezionato un “pesce d’aprile” clamoroso. Una beffa consistente nella fabbricazione di finti documenti attestanti i 1600 anni della fondazione della Serenissima. Tre stimati docenti nei panni dei goliardi che realizzarono qualche decennio fa le teste “farlocche” di Modigliani. Hanno spiegato i docenti di averlo fatto per “salvaguardare la vera ricerca” e quindi a fin di bene. Non serviva fare tanto casino: bastava invitare a leggere “Storia spregiudicata di Venezia” di Pieralvise Zorzi edito da Neri Pozza. Dove l’autore spiega come la Serenissima pianificò il suo Mito.

Il “pesce” ha fatto venire in mente i De Luca e gli Scanzi che hanno spiegato di aver saltato la fila in tema di vaccino per “convincere” il pueblo (magari anche quello no-vax che dà fuoco ai centri di vaccinazione) a farsi infilare un ago nel braccio. Servirà poi? L’ultima dei virologi televisivi è che non servirà. Visto che i paesi del Terzo Mondo non vaccinano, secondo gli esperti catodici il vaccino non servirà. E visto che i migranti arrivano (e continueranno ad arrivare) non vaccinati, dovremmo farcene una ragione. Tanto le ONG finanziate da associazioni umanitarie, curie ed affini continueranno nei loro loschi traffici con gli scafisti. E i disperati del mare continueranno a morire visto che da Malta il messaggio è sempre il medesimo: “Andate in Italia”. Non tutti ce la fanno, come è noto.

BANDIERE – Globalismo, universalismo: una bandiera. Ora in un saggio edito da Il Mulino (non una casa editrice reazionaria) in “Nel 2050: Passaggio al nuovo mondo”, Paolo Perulli criticando gli effetti della globalizzazione parla di una “neoplebe” prossima ventura. Perdenti del lavoro dipendente e del lavoro autonomo, sviliti e mal retribuiti. Gli “scarti” (della globalizzazione) di cui parla il Gesuita di Roma che una volta rappresentavano il ceto medio, baricentro delle liberaldemocrazie. Oggi serbatoi di protesta a disposizione del miglior offerente.

Mi sono detto – con compiacimento, lo ammetto – di essere con evidenza intelligente: da quando è scoppiato il Covid sto scrivendo cose simili. Carta canta. Non ha motivo di “cantare” viceversa la Boldrinova dalla quale una ex collaboratrice rivendica 2000 euro di arretrati mai percepiti per intervenuto fine rapporto di lavoro. 18.000 (euro) invece dovrà versarli la Murgiova per non aver consegnato ad una casa editrice il pdf di un romanzo che si era impegnata a consegnare e per il quale l’editore aveva prodotto un costoso lancio pubblicitario. Il tribunale ha dato ragione alla casa editrice confermando probabilmente in Murgiova la convinzione che in tutti (anche nei magistrati) il tasso di “fascismo” sia insopprimibile. Anche in lei, immagino, considerati gli sbeffeggiamenti dei quali ha fatto oggetto su La Stampa l’ex candidata leghista alla presidenza dell’Emilia Romagna, “colpevole” di tenere una rubrica di (un minuto) dal titolo “Prima l’italiano”. La Murgiova ha invitato Wikipedia a fare causa alla signora. Dal clan delle damazze gauchiste   silenzio totale.

Non restano silenti, viceversa i professori universitari che odiano Giorgia Meloni: invece di insegnare ai propri studenti passano il tempo ad offenderla. Il problema? Meloni ha politicamente i razzi ai piedi. Ogni settimana i sondaggi la danno in crescita. Ne è consapevole anche Matteo Salvini che ora sta facendo carte false per negare a Fratelli d’Italia la presidenza del Copasir, oggi in mani leghiste ma che spetta per legge al partito di opposizione. Copasir: ovvero i dossier sulla Russia, quelli sulla Cina, gli accordi con la Libia, quelli con Trump e magari con Biden. Quasi certamente la “verità” sui misteriosi rapimenti alla Silvia Romano andata in Africa cristiana e tornata musulmana.

Che vi racconto ancora? Che all’antidroga i Cinque Stelle hanno piazzato una che auspica la legalizzazione della mariagiovanna? Che la Cassazione ha detto “sì” all’utero in affitto? Che il procuratore Gratteri ha scritto una prefazione ad un libro negazionista, complottista, no-vax e pure antisemita: quasi certamente per non averne letto prima una sola riga? Che in Corso Sempione a Milano il solito assessore ha ottenuto di restringere la carreggiata per attivare un parcheggio (linea blu a pagamento) che come conseguenza ha incasinato il traffico di una delle poche arterie dal respiro “parigino” della città?

O vi racconto che i “ragazzi” non ne possono più e organizzano feste in casa nonostante la zona rossa? Mia nonna quando facevo i capricci perché qualche cosa a tavola non mi piaceva, severa mi rimproverava: “un pochi de ani de guera, te voria". La guerra quando si pativa la fame, quando c’era il coprifuoco, quando potevi sparire dopo una retata dei fascisti. O vi dico del ministro Speranza, ancora al suo posto nonostante abbia condiviso con l’ex-commissario Arcuri ogni decisione? O per quei 250 milioni di mascherine cinesi taroccate, spazzatura inutilizzabile, lui ed Arcuri hanno operato a “loro insaputa"?

Non dico altro. Anzi no: gloria a Sinner, anche se ha perso proprio sul filo di lana a Miami: è il numero 23 del mondo ed ha fatto un grandissimo torneo. Vi dico che i malumori della mia gente lagunare contro la Reyer colpevole di aver subito la rimonta e le sportellate dell’indomita Trento sono stati decisamente ingenerosi. Vi dico, come ho scritto all’amico Giampa Ormezzano, che la Juve nel Derby ha grassato il risultato, graziata per un solare rigore non fischiato ai danni di Belotti. Vi dico che la Divina che ha fatto il tempo per le Olimpiadi (la quinta) è super non solo in vasca. Intervista da SKY, ad una domanda vagamente jettatoria ha risposto agguantandosi un seno: “Mi tocco una tetta e speriamo di no”. Federica: un mito.

Un mito è anche il Nano Ghiacciato Dan che come mia moglie ha la passione della Settimana Enigmistica. E che scrive cose sapide, storiche e spesso emozionanti. Come la rivisitazione del Torchietto. Dove andava con l’Olimpia e dove andavano i Versace, come ha ricordato. E dove tra i “comuni” non infrequentemente trovavi anche i giornalisti in cerca di notizie. Specie quelli che non amavano il profeta della 1-3-1 e che avrebbero voluto vedere giocare le “scarpette rosse” in modo diverso. Ovviamente, da escludere il sottoscritto (che ci andava episodicamente), l’Orso (che magari ci andava dopo aver licenziato il pezzo) e alcuni altri di cui non faccio il nome. Per non rivelare che anche loro, ebbene, si “degnavano”.