I sentieri di Cimbricus / Due intrusi in dimensioni univoche

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Martedì 2 Marzo 2021

 

suzuki 


Malgrado l’attività ridotta, non sono poche le novità emerse ultimamente dalla strada e dalla pista. Ne raccontiamo almeno due in arrivo dal Giappone e dallo Yorkshire.

Giorgio Cimbrico

Per la prima volta un asiatico ha corso la maratona sotto le 2h05’, andando a sfiorare l’ingresso tra i migliori cinquanta di sempre, tutti kenyani e etiopi, a parte un turco e un barhainiano … d’acquisto. E un europeo, senza radici africane, si è lasciato alle spalle i 25 giri in pista in 27’10”41. I due che lo precedono nell’eurolista, Mo Farah e Mohammed Mourhit, vengono dalla Somalia e dal Marocco. Non resta che raccontare qualcosa su Kengo Suzuki, giapponese, e su Marc Scott, britannico, due “intrusi” in dimensioni univoche.

RADICI – La maratona del lago Biwa, nei pressi di Otsu, è sempre stata considerata veloce ma questa volta, corsa in condizioni climatiche ideali, si è superata inserendosi con decisione tra i percorsi più scorrevoli: quindici atleti sotto le 2h08’, quattordici giapponesi e un kenyano. Nello sprint, nella marcia e nella corsa lunga i nipponici stanno diventando una forza d’urto.

Suzuki, 25 anni, si era presentato al via con un record personale sopra le 2h10’ e, dopo un passaggio a metà strada in 1h02’35”, ha chiuso, con magnifica regolarista, in 2h04’56”. Ai trials nazionali sui 42 km non era stato meglio che settimo: niente Giochi ma la soddisfazione di aver raggiunto un primato storico che comunque non andrà a libro come record asiatico, in mano a El Hassan el Abbassi, marocchino che per il Bahrain ha toccato 2h04’43” su un altro percorso molto scorrevole, quello valenciano.

La sistemazione in altri lidi, rispetto a quelli natali, ha dato nuovi volti ai record d’area: sufficiente pensare che il limite europeo, 2h04’16”, è in mano a Kaan Kigen Ozbilen, turco di passaporto, in realtà kenyano, e che il secondo di sempre, 2h04’49”, è Bashir Abdi, belga con solide radici in Somalia.

SCOTT – Con il violento progresso registrato nella californiana St Jean de Capistrano, Marc Scott, 27 anni, è diventato il primo “caucasico” in campo europeo e il terzo di sempre al mondo, alle spalle degli americani Galen Rupp, 26’44”36, e Chris Solinsky, 26’59”60. O il quarto se a quella sfera etnica può esser associato il messicano Arturo Barrios, ex-primatista mondiale con 27’08”23.

Nativo dello Yorkshire e appassionato di calcio, sino a raggiungere le giovanili del Leeds United, Marc ha scelto la corsa con qualche buon risultato nel cross ma, parole sue, “senza dimostrare un grande talento”. Malgrado l’assenza di risultati in pista, è riuscito ad ottenere una borsa di studio per l’Università di Tulsa, Oklahoma, conquistando un titolo NCAA sui 10.000 in un normale 29’01” ma con un ultimo giro in 55”44.

Si è spostato in Oregon, Portland, uno dei paradisi della corsa, e ha gareggiato per il club che porta il nome del “padre fondatore” della Nike, il Bowerman Track Club. Allenato da Jerry Schumacher (che ha seguito Shalane Flanagan e Solinsky), ha fatto suonare il primo campanello poco più di un anno fa a Boston: 5000 in 13’08”87, record europeo indoor strappato per tre decimi a sir Mo Farah.

Ora un altro violento salto di qualità che accompagna un secondo passaporto strappato per i Giochi di Tokyo.


Foto WA.