Fatti&Misfatti / Nella notte dei pensieri infami

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Lunedì 11 Febbraio 2019

 

basket-cesto 

 

Una volta sapevamo quando si sarebbe celebrato il rito pagano dello sport, quasi sempre nei giorni di festa, adesso, invece, tutto è spalmato dai Traiani televisivi che offrono circences per tutta la settimana. 

 

Oscar Eleni

Dall’Arengario di Milano, museo del Novecento, per ricordare Cesare Rubini otto anni dopo la sua scomparsa in un giorno gelido di febbraio, l’otto, la sera di Milano-Darussafaka. Sosta per ricordare che il Principe, prima del magnifico De Gregori diceva spesso: ”Io venerato maestro? Preferisco essere il solito stronzo”.

Girare per trovare anche i Bagni misteriosi di De Chirico, artista sublime che ha cercato nel cuore la sua Volos, in Grecia, i due nuotatori che affiorano e ci ricordano il dramma di Manuel Bortuzzo, il talento trevigiano aralizzato da una pistolettata infame, nel giorno in cui piangiamo la maratoneta Viceconte che non ce la faceva più a vivere, nelle ore del delirio dopo i verdetti di Sanremo, l’abolizione della 50 km di marcia dai mondiali, nella notte dei pensieri infami se davvero Spalletti ha giustificato le partitacce di Icardi con l’ansia per un contratto che non si rinnova. Altro che le brioche di Maria Antonietta.

Da rivolta immediata con ghigliottine annesse, ma, per la verità, non sapremmo quale giorno scegliere per la rivoluzione. Una volta sapevamo quando si sarebbe celebrato il rito pagano dello sport, quasi sempre nei giorni di festa, adesso, invece, tutto è spalmato dai Traiani televisivi che offrono circences per tutta la settimana. Quasi sempre calcio, ma non soltanto. Inutile chiedere in giro che lavoro facciano davvero quelli che stazionano fissi ai campi di allenamento, quelli che sono in tribuna nei giorni feriali.

Ma torniamo ai Bagni misteriosi dove si immergono le otto finaliste della Coppa Italia, sette sirene dal sorriso finto a tenere il velo per una dea di questo mare a spicchi, la Milano che adesso che non ha tutti i pezzi, ne ha sempre cinque più delle sue avversarie comunque, ma forse si diverte e diverte anche di più: anche i ricchi piangono, si dice, la gioia vera è fingersi alle Termopili quando in realtà si è soltanto al Forum che non è neppure il Grato soglio del nuovo vincitore sanremese.

Milano e la compagnia di giro legaiola verso i bagni davvero misteriosi di Firenze dove le finaliste arrivano quasi tutte in maschera nella speranza che la gente lasci l’Arno per il Mandela Palace dove, anche sforzandosi, mettendo dentro i nani e le ballerine che piacciono tanti a questi del “basket un altro sport”, non si riuscirà a pareggiare il conto con quei dispettosi della pallavolo che per due giorni hanno portato 9000 credenti veri a Casalecchio, in casa Sabatini, allargando la loro festa anche a quelli della A2 cosa che non riesce a fare la Lega dei sciuri, dove tutti si credono Armani, pur essendo lontani dal sole molti anni luce, dove il mutuo soccorso viene considerato soltanto per non ungersi con le tartine nell’area ospitalità. Figurarsi se si può dare spazio al campionato dove giocano più italiani che stranieri, anche se come dice Bianchini spesso si tratta di scarti del campionato maggiore che canta in la minore.

Dicevamo delle maschere da Stenterello che si sono messe in borsa molte delle protagoniste che vedremo al Mandela Forum aspettando un verdetto che non sembra difficile da fare e infatti chi specula sulla ludopatia degli assetati del soldo guadagnato con scommesse, come ci ha detto bene De Ponti sul Corriere, puntano sui campionati giovanili. Conoscendo chi frequenta questi giardini siamo spaventati, ma questi che si troveranno a Firenze ci rideranno in faccia, loro non hanno casi purulenti come quelli che hanno fatto ritirare la squadra femminile di Napoli, senza soldi, ma, soprattutto senza un campo dove giocare nella città che ospiterà le Universiadi, ma intanto litiga su tutto e qualcuno teme che non sarà neppure pronta per i Giochi valorizzati quando c’era il Nebbia e Pietro correva davvero forte, da primato del mondo sotto il cielo del Messico, molto sopra il livello del mare.

Basket e sassofonisti che alzeranno le spalle anche se Guerini sul Tuttosport e Barocci dal Corriere dello Sport fanno denunce, magari tardive, che non sembrano però interessare, viste le reazioni di chi comanda il basket oggi fra Lega e FIP e i loro organi d’informazione lautamente sostenuti dalla pubblicità. Tanto per capire l’amministratore delegato della FIAT basket ha dichiarato non tanto tempo fa, al Latagliata della Stampa, appena in tempo se davvero i Forni cederanno la società, che il sistema basket italiano non è professionale, con una federazione che riscuote solo tasse ed elargisce multe. Lui ha detto delittuoso, noi ci associamo pur sapendo che ogni tentativo per togliere ragnatele fa cadere i temerari che ci provano e ai grilli parlanti che non capiscono come si possa criticare Sacchetti, se non lascia lavorare Tanjevic per una vera bonifica del territorio a livello culturale, sostenendolo poi quando va in panchina con la Nazionale o con Cremona. Nessuno siam perfetti diceva quell’intellettuale che non conosce l’acqua alta. Le polemiche si fanno anche con quelli a cui vuoi bene, ma nel rispetto degli uomini e poi questa storia dei troppi piedi in poche scarpe beh, senti da che pulpito.

Torniamo ai nostri Stenterelli contro Pantalone nella Firenze dei Briganti del professor Carlà. Tutti in maschera: Varese che fa 100 punti a Trieste per una volta ha pensato più all’attacco che alla difesa, quasi l’opposto della Cremona che per battere la Virtus ci ha messo tutto, non soltanto l’attacco libertà di Meo. Al momento sembra la sfida più equilibrata degli ottavi.

Milano è bella anche così e poi, guardate cosa vuol dire scoprire l’acqua calda, adesso ci dicono che il vero futuro di Della Valle potrebbe essere in regia. Ma dai. Sulla Virtus niente di nuovo: avesse lo spirito e la rabbia di Sacripanti potrebbe almeno tenere due tempi contro i detentori, ma quella vista a Cremona era un torrone andato a male.

Brugnaro e i veneziani si augurano che la Reyer sia davvero in maschera se nelle ultime due partite ha iniziato con le cuffie sulle orecchie: -21 a Pesaro, dove hanno soltanto la fede che, però, non ha impedito la rimonta, -24 con Trento che poi alla fine deludendoci tanto è riuscita a farsi portare nel supplementare dove, dicono i sapienti, hanno vinto per episodi. Mah, direbbe persino Zenga. La stessa cosa devono pensare a Sassari fra le due elette che hanno avuto il privilegio di vivere da regine sotto la dittatura dell’impero Armani. Esposito si trova con troppe gomme sgonfie mentre cerca di rifare la squadra spezzata dalla perdita di Bamforth.

Delle otto finaliste l’unica a viso scoperto è Brindisi: 5 vittorie in fila che dovrà dirci quanto dovrà ancora pagare Avellino alle maledizioni di chi non ha mai sopportato Alberani, Vucevic, questo progetto che si è bloccato come quando hanno tagliato le tubature del gas.

Inchinandosi a Svindall e Lindsey Vonn, così se ne vanno i campioni, proprio come hanno fatto loro nel mondiale di sci, chiedendo a Bebe Vio di andare subito da Manuel Bortuzzo per far diventare vero il sogno di un nuotatore promettente spezzato da cattivi fintamente pentiti, nella speranza che tutti quelli che si sono tatuati la M sul braccio, come la squadra di Trieste, non lo dimentichino mai.

Pagelle …

… tanto per farsi qualche nemico o amico in più:

10 A Giancarlo FERRERO capitano di Varese, libro degli infortuni sempre aperto, che a 30 anni fa il suo record in serie A, 28 punti, 6 su 7 da 3 (ehi Meo pensaci) nel giorno in cui Caja Churchill manda in battaglia anche l’attacco.

9 A Cesare RUBINI nella speranza che si ricordi di tutti noi che lo rimpiangiamo dopo nove anni. Ci faccia sapere se finalmente ha trovato con Porelli una soluzione per aiutare il povero Petrucci che quando era circondato si affidava a loro.

8 A Dante GURIOLI non tanto per aver dato vita al Canaglia club, non certo per la sua buona carriera da giocatore, la sua eccellente storia di allenatore nella maschile e nella femminile, ma per questi 70 anni festeggiati insieme a quelli che sono passati nella cantera di Rho: ultima isola di un basket che sussurrava ai cavalli, anche ai brocchi.

7 A TORINO e a GALBIATI che, con l’aiuto di Poeta, sta portando verso la salvezza una squadra che ha bisogno di affetto e non soltanto di baci e abbracci. Nella speranza che la FIAT non mandi tutti al diavolo.

6 A Kam KADER, Aironi Robbio, schiacciatore de noantri come dice lui, espulso dal campo dopo la sua reazioni ai cori razzisti dei minus habens di Sedriano, perché ha costretto la giustizia tremebonda del basket ad occuparsi di questa malattia che ormai contamina gran parte dello sport, non soltanto le curve del calcio. Sugli arbitri che lo hanno cacciato nessun commento, cosa dire allora dei loro colleghi di serie A che nell’ultimo turno ci hanno deliziato con troppi fischi misteriosi. A proposito: in Eurolega 0 vittorie in trasferta, in campionato italiano due. Saranno dei casi?

5 A TUTTI I CRITICONI che dopo aver visto partite tipo Milano-Pesaro telefonano sacramentando sull’idea che il prossimo campionato sarà a 18 squadre mentre per loro sarebbero già tante 14 nella massima serie. Urlatelo dove potete, ma non a noi che il malessere nazionale lo avevamo denunciato anche prima di tremare, si fa per dire, aspettando Italia-Ungheria a Varese del 22 febbraio.

4 A DE RAFFAELE se non bonifica in fretta questa Venezia che sarà anche qualificata in Europa ma lascia sempre molto perplessi perché di solito le squadre rappresentano l’anima dei loro allenatori e la Reyer di oggi non è davvero veleno alla livornese.

3 A TRENTO vincitrice del supplementare contro Venezia dopo essersi fatta rimontare 24 punti, perché l’avvicinamento ai play off farà andare fuori di testa chi voleva la testa di Buscaglia, non può nascondere certe banalità nel finale al Taliercio che hanno visto persino i tifosi ghettizzati nell’area ospiti nella casa veneziana di Mestre.

2 Al coraggioso BRIENZA che fa litigare FIP e LEGA per poter lavorare come si merita. Forse è il movimento che non merita gente come questo giovane tecnico che forse porterà Cantù ai play off anche se la corda di Gerasimenko non si allontana mai troppo dalla gola di un club che è stato la nostra vera storia.

1 A Gianluca BASILE che nella sua bellissima intervista a Repubblica ci ha fatto venire nostalgia non soltanto dei tiri ignoranti, ma di uomini e giocatori come lui. Peccato che adesso gli piaccia soltanto pescare.

0 A Roberto DE PONTI, che meriterebbe dieci per aver trovato spunto su questa farsa delle scommesse legate alle partite del settore giovanili, perché ci ha messo nell’angoscia anche più di chi, con fare maramaldo, ha proposto a Milano di negare gli azzurrabili a Fremebonda in caso fosse stato respinto, come è stato, il reclamo sulla partita contro Pistoia. La vera vergogna è la ripicca, ma anche non rendere pubblico il nome di chi ha avvisato Pistoia ed ha taciuto con Milano. Questi meriterebbero la gogna per aver portato la polemica a livelli mai raggiunti neppure quando Milano ebbe a tavolino da Varese lo scudetto per il caso Gennari.