Editoriale - Oggi va in “rete” SportOlimpico

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Martedì 10 Luglio 2008   

Dopo un breve periodo di prova, – a un mese esatto dall’apertura dei Giochi di Pechino – va oggi in rete la testata SportOlimpico. Una coincidenza del tutto casuale, ma che non dispiace. Intende infatti rimanere l’Idea Olimpica al centro dell’attenzione di questo piccolo “sito”, pur se bisogna convenire che essa è andata malinconicamente virando verso altri lidi. Gli steccati che oggi la ingabbiano, dalla televisione al doping, dagli sponsor alla violenza, appaiono invalicabili per antichi e polverosi ideali dei quali si torna a parlare, con partecipati accenni di gravità, solo ogni quattro anni.

   

    Si riscoprono allora simboli e stendardi, di annunciano proclami e promesse, anche se tutto ha il sapore un po’ stantio di uno spettacolo televisivo. Si invoca una riscoperta corale della morale, ma parlare di un ritorno dell’etica nello Sport equivale ad ammettere che essa non c’è più. Quindi più realistico prendere atto che oggi lo Sport – dopo aver superato ogni limite di decenza nei suoi maggiori potentati economici – somiglia sempre più ad un reality piuttosto che a un assieme di competizioni regolate da correttezza e rispetto reciproco.
    Per contrastare questa tendenza poco fanno anche le istituzioni, più preoccupate di sostenersi che di progredire. Lo stesso CIO, che dovrebbe avere un ruolo taumaturgico, appare marginale rispetto alla deriva in atto. D’altro canto di più non si può pretendere da un organismo per certi versi anacronistico: un centinaio di anziani signori e signore del tutto autoreferenziali, i cui membri non vengono scelti da una base, ma cooptati dal gruppo stesso. E ai quali viene demandato il compito non lieve di scegliere le sedi olimpiche e, in qualche misura, indirizzare il futuro dello Sport stesso. Un organismo che, proprio per il grande potere di cui dispone, non è stato esente da imbarazzanti casi di corruzione, neanche troppo lontani.
    Ecco perché la piccola testata di SportOlimpico – che nasce in sordina e con umiltà – intende guardare con considerazione soprattutto al passato, più alla Storia che all’attualità un po’ deformata che viviamo ai giorni nostri. Una storia che, almeno per le vicende italiane, trova il suo filo rosso nel dipanarsi dei Giochi Olimpici, il volano che in Italia, più che in altre nazioni, ha spinto lo Sport a maturare. Senza dimenticare le Federazioni, in specie quelle più antiche che questa crescita hanno favorito come sorelle maggiori. O le Società sportive centenarie, nucleo primigenio di quell’associazionismo nato nell’Ottocento e sfociato nella democrazia partecipata. E infine – proprio nella dirompente epoca di Internet – un occhio amorevole rivolto alle pubblicazioni del passato: una miniera di “cultura” e di buone letture che perdere (come purtroppo sta accadendo) sarebbe un altro contributo a fare dello Sport solo un chiassoso spettacolo del momento.
    Ma soprattutto lo sguardo rivolto agli uomini e alle donne che questo affresco corale hanno animato nell’ultimo secolo a mezzo con le loro azioni quotidiane, fossero stati loro atleti piuttosto che dirigenti, allenatori piuttosto che giornalisti o scrittori. Un progetto ambizioso per una testata tanto piccola, ma che confida sul contributo di chi crede nei valori dell’Idea Olimpica e i suoi traballanti pilastri di lealtà e civiltà.

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