Italian Graffiti / Universiadi 2019: arriva il commissario (forse)

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Giovedì 2 Novembre 2017

pagnozzi 2

di Gianfranco Colasante

Un sospiro di sollievo per l'Universiade napoletana del 2019. Tutto risolto: arriva il commissario. Via i ritardi e, magicamente, i fondi (pubblici), le nomine, gli impianti, i trasporti, gli alloggi (vuoi mettere la trovatina dei transatlantici ormeggiati a Margellina?), ogni cosa va al suo posto e si prospetta un futuro di rapidità ed efficienza. E pazienza se toccherà lavorare anche di notte, alla "coreana", come ha anticipato l'immaginifico governatore Vincenzo De Luca, a capo dell'impresa in simbiosi con i baroni dell'università. Secondo la nostra migliore tradizione, che ci vede brillantissimi nel correre ai ripari, casomai in nome dell'emergenza. Ma se è ormai deciso che commissario sia, ancora qualche incertezza permane sul nome del personaggio. Che, ovviamente, dovrà essere persona di primissimo livello. Un nome a caso? Come annuncia il Roma sarà quello di Raffaele Pagnozzi.

Ma chi è costui? si saranno chiesti gli sportivi napoletani, già in comprensibile apprensione per la probabile esclusione della squadra dalla Champions. Le risposte le danno i quotidiani napoletani che registrano anche i malumori dell'attuale management alla notizia del commissariamento. Da trent'anni almeno al centro della vista sportiva nazionale, protégé del potente Franco Carraro che ha servito da ministro del turismo e da sindaco di Roma (chissà perchè nessuno ricorda mai che Carraro, di cui oggi si sono presentate le attesissime memorie, è stato anche inquilino del Campidoglio?), Pagnozzi venne assunto al CONI il 1° settembre 1973. Ma frequentando poco i lunghi corridoi del Foro Italico.

Venti anni più tardi, il 30 giugno 1993, in un convulso Consiglio Nazionale più volte interrotto e concluso solo a sera, in ticket con Mario Pescante presidente, tra i mugugni di molti presidenti federali venne eletto segretario generale con 17 voti, il minimo richiesto. Ma quel che conta, uno dei suoi insegnamenti, è il risultato.

Da quel giorno Pagnozzi - che è nato nell'avellinese e che si appresta a spegnere le 70 candeline - ha dato l'avvio ad una trionfale scalata punteggiata da successi e riconferme al fianco di un altro potente di palazzo, Giovanni Petrucci, che sul finire del secolo scorso era stato chiamato a sostituire il dimissionario Pescante. Andando a ricoprire nella sua stagione dorata anche, in contemporanea, la carica di amministratore delegato della CONI-Servizi quando il ministro Giulio Tremonti istituì l'agenzia pubblica. Un doppio incarico che, in uno con il progressivo appannamento dei grandi vecchi, ne ha fatto in assoluto l'uomo più potente dello sport italiano.

Certo, qualche infortunio non è mancato, come quando - siamo a metà maggio 2006 - il suo nome venne associato all'indagine nota come Calciopoli e le registrazioni di alcune sue telefonate con Luciano Moggi fornirono il destro a Michele Santoro per allestire a "Ballarò" un siparietto sceneggiato che sconcertò per il florilegio di parolacce che l'infiocchettava. Tanto che lo stesso Pagnozzi sentì l'esigenza di "chiedere scusa a tutti". [L'intera vicenda, con le registrazioni integrali delle telefonate da parte dei Carabinieri, è stata pubblicata da L'Espresso sotto il titolo "Il libro nero del calcio italiano"].

Ma gli anni passano per tutti e si giunge così alla scadenza di un altro ventennio. Esattamente al 19 febbraio 2013 quando Pagnozzi - dopo quarant'anni di CONI - esce sconfitto da Giovanni Malagò per l'elezione alla presidenza dell'Ente. Elezioni che in apparenza parevano solo una formalità, nella realtà costituirono un rovescio epocale. Malagò prevalse per 40 a 35 voti. Alla lettura della scheda decisiva, il neo presidente scattò verso il fondo della sala ad abbracciare le due figlie, Pagnozzi nascose il pallore terreo uscendo dalla sala. Si chiudeva un'era. Dirà il tempo di quale valore e, soprattutto, con quale eredità.

E siamo ai giorni nostri. Assaggiato il sapore della sconfitta, ne seguono altre due: una sportiva, l'altra politica. Quella sportiva, più cercata che imposta, riguarda la mancata elezione alla presidenza della Lega Pro, l'ex Serie C. Nei giorni di Natale 2015 Pagnozzi viene di nuovo battuto, questa volta da Gabriele Gravina, per 31 a 13 preferenze. Se vogliamo, un clamoroso passo indietro, visto che stiamo sì parlando di calcio, ma della C.

Non pago dei tanti incarichi internazionali - da una decina d'anni è segretario operativo dei Comitati Olimpici Europei, dei Giochi del Mediterraneo e, più recentemente, degli European Games che si terranno a Minsk proprio nel 2019 - eccolo tentare la strada della politica, candidandosi a sindaco di Frascati, la cittadina dove risiede da sempre, con una lista civica di sinistra. Ma per la terza volta senza successo: al secondo turno prevalse Roberto Mastrosanti col 54% delle preferenze. Pagnozzi è attualmente in Comune come consigliere di minoranza in scadenza nel 2022.

Sarà lui o meno il commissario, sempre che lo stesso venga nominato sul doppio fronte Governo/CONI, lo vedremo presto (va detto che sui giornali si sono letti anche altri nomi). Resta solo la notazione che le candidature ad eventi internazionali - e, per dimensione, quella dell'Universiade è seconda solo ai Giochi - dovrebbero seguire percorsi più meditati e rassicuranti. La convenzione con la FISU, l'organismo internazionale, è stata siglata solo il 17 giugno 2016. Come dire con meno di tre anni di tempo per allestire il tutto. Basteranno?

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