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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Il vento del cambiamento si ferma a Ostia?

Lunedì 7 Novembre 2016

giomi-2 2

di DANIELE PERBONI

Basta farci del male, insieme facciamo crescere l’atletica”. Parole sante. Purtroppo sono uscite dalla bocca del signore che negli ultimi quattro anni ha tenuto il timone della FIDAL ben saldo fra le sue mani: Alfio Giomi. Colui che è tornato dai Giochi Olimpici di Rio con “zero tituli” (come già dai Mondiali di Pechino 2015) e ha speso oltre due milioni di euro per la preparazione di atleti letteralmente svaniti dal panorama nazionale e internazionale. Eclissatisi per molteplici cause, sia chiaro, non ultimi una serie infinita di infortuni che comunque non comprendiamo appieno, ma si tratta pur sempre di denari che non hanno fruttato nulla. Il dirigente grossetano è uscito nuovamente vincitore dalla contesa elettorale, com’era nelle previsioni della vigilia, sconfiggendo, ma non surclassando, lo sfidante Stefano Mei.

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Radio-TV / Confessioni di un ascoltatore seriale (e non pentito)

Lunedì 7 Novembre 2016

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di LUCIANO BARRA

Lo sport in Televisione, così come nella Società, è diventato da tempo un fenomeno sociale importante anche se spesso mal offerto e sfruttato solo quando la notizia fa clamore. Lo stesso vale per i giornali. Ma anche per loro sport significa soprattutto calcio e tante trasmissioni televisive e radiofoniche si titolano “sportive” quando invece sono solo “calcistiche”. Ed anche qui non sempre la parte migliore del calcio, come la miglior azione, il miglior passaggio, il gesto sportivo più leale, e tanto altro. Questo perché la parte migliore del calcio è di quelli in mezzo al campo, giocatori ed arbitri. D’altronde non è stato Mourinho a dire “Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio?” E di sport, aggiungerei.

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Golf / La Ryder Cup perde o no i soldi del Governo?

Sabato 5 Novembre

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di GF. COLASANTE

Nel giorno della vittoria, arriva la notizia di una sconfitta (per alcuni). Diciamolo pure, a scanso di equivoci, non proprio da stracciarsi le vesti. Anzi. Visto che le priorità restano altre e, soprattutto, incombenti dopo le ultime tragedie. Di che stiamo parlando? Della scomparsa dalla nuova legge di bilancio (come oggi si chiama la vecchia e cara Finanziaria dalle mille brutte sorprese) delle garanzie finanziarie per la Ryder Cup 2022 e per i Mondiali di sci di Cortina 2021. In soldoni, bene non dimenticare mai, si trattarebbe di risorse pubbliche: 97 milioni in un decennio per il golf, di 130 in cinque anni per lo sci. Tanto per avere un termine di paragone, e tornare al capitolo priorità, l'esecutivo diretto da Matteo Renzi per l'ultimo devastante terremoto tra Marche e Umbria - 100.000 sfollati e oltre 200 borghi e paesi crollati e sgomberati - ha stanziato ... 40 milioni cui ha aggiunto, ieri sera, altri 11 per allevatori e coltivatori.

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Fatti&Misfatti / Armati stregata: terzo KO in EuroLega

Venerdì 4 Novembre 2016

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di OSCAR ELENI

Nascosto fra i tifosi freak dell’Alta Franconia, con una pietra al collo per buttarsi fra le acque del fiume Regnitz mentre loro, dopo la vittoria del Bamberg ai supplementari sull’Emporio Armani del narcisismo esasperato, se ne andranno in una di quelle birrerie famose della città medioevale. Vince, in tutti i sensi il Custer Trinchieri, più maturo, non proprio tedesco, ma abbastanza teutonico, perde in molti sensi Gelsomino Repesa che alle porte dell’inverno si trova, più o meno come allegri con la Juventus superfavorita e dominante nel campionato italiano, ma messo in difficoltà da giocatori che giovedì notte non avrebbero dovuto tornare subito in Italia, pensando alla trasferta di Torino, ma che avrebbero meritato di restare chiusi per almeno due notti in quello che un tempo a Bamberg chiamavano il carcere delle streghe.

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Antologia / "Addio Mennea, disperato volante"

Giovedì 3 Novembre 2016

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di STEFANO JACOMUZZI

(gfc) Nel salone d'Onore del CONI, nella serata di oggi, verrà consegnato l'ennesimo premio speciale alla memoria di Pietro Mennea. All'insegna di una santificazione che non trova altri precedenti nello sport italiano che, pure, di personalità intriganti, non manca proprio. Questa volta l'occasione è offerta dalla 18. edizione de "L'Amico Atletico", premio che intende rinvendire i valori dello sport dei nostri giorni: lealtà, amicizia, rispetto, impegno e solidarietà. Annunciati il presidente del CONI Malagò e, immancabile, il presidente della Camera Boldrini che a eventi del genere non si nega mai. Ci è parso così utile riproporre un intervento di Stefano Jacomuzzi - un grande intellettuale che a volte trovava opportuno rifugiarsi nello sport - che focalizza le qualità e i limiti del personaggio Mennea. Un intervento pubblicato il lontano 16 marzo 1981 sulla
Gazzetta del Popolo, in occasione del primo "ritiro" della freccia di Barletta. Non so se questo datato articolo potrà riequilibrare il pensiero dominante su Mennea, ma c'è da augurarsi che trovi il tempo di leggerlo almeno Malagò.


Mennea se ne va. Se va dalla pista, ovviamente, ed entra nella vita, come ha detto lui stesso. Ci entra con il piede già lanciato, ed è persino giusto. No, giusto no, giustificato, diciamo. Perchè nella vita ci dovremmo entrare tutti con il medesimo slancio iniziale.

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