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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Roma 2024 / Perche' questa volta non ci saro'

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Sabato 3 Gennaio 2015

 

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Una articolata analisi della ventilata candidatura della Capitale per i Giochi Olimpici del 2024 che affronta, per la prima volta, le diverse sfaccettature del progetto. Non tutte condivisibili.

LUCIANO BARRA

Nonostante il titolo, quest’articolo non vuole intrattenervi con fatti personali, anche se alcuni riferimenti saranno necessari. Glielo avevo detto a voce, e per iscritto, lo scorso anno, ma l’11 dicembre , quindi quattro giorni prima dell’annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ho inviato un e-mail al Presidente del CONI Giovanni Malagò , circa la mia indisponibilità ad essere (eventualmente) della partita nella nuova corsa alla Candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 202, evitando così il due senza tre. Perché ho scritto questo e-mail? Fondamentalmente per due motivi. Il primo perché avevo paura che se mi avesse chiesto di essere della partita, non sarei stato in grado di dire di no. Dopo tanti anni nello sport di cui la maggioranza coinvolto in affari Internazionali, con presenza a 16 Giochi Olimpici con varie funzioni, con un importante ruolo a Torino 2006 e partecipazione a tante Candidature Olimpiche, due delle quali per Roma, sarebbe stato difficile tirarsi indietro.

Il secondo perché sono molto perplesso su questa Candidatura, non perché Roma non debba candidarsi , e non perché non sia legittimo il sogno di un Presidente del CONI di portare i Giochi Olimpici in Italia, ma perché, condizionati dalle difficoltà del momento, si usano o si pensano soluzioni modeste e non vincenti. Il Presidente del Consiglio Renzi nella Conferenza stampa di fine anno ha detto una frase che condivido pienamente “meglio essere arroganti che disertori”. Vogliamo noi iscriverci alla categoria dei disertori ?

Uso 4.400 parole per spiegare quanto penso, non solo io. Mi scuso con chi avrà la pazienza di sorbirsi questo polpettone post Natalizio, ma l’argomento non può essere trattato con superficialità e pressapochismo,come sta avvenendo.


IL CONSENSO

Con quasi tutti quelli con cui ho avuto l’occasione di parlare in questi ultimi mesi pochissimi hanno mostrato un vero entusiasmo per un’eventuale Candidatura, spesso solo per rispetto nei miei confronti non si sono espressi. D’altronde i primi sondaggi fatti subito dopo l’annuncio sono stati scoraggianti. Ha iniziato La Repubblica, con circa 32.000 contatti e con il 73% contrario ai Giochi mentre del rimanente 27% , il 16% era a favore solo se i Giochi fossero su tutta l’Italia e l’11% tout court per Roma. Un po’ pochino. Anche la Gazzetta dello Sport ha fatto un suo sondaggio e su circa 3.200 risposte il 66,7% è stato contrario, il rimanente 33,6% favorevole, e stiamo parlando di un giornale sportivo che sta fortemente appoggiando la Candidatura, come è ovvio che sia. E’ giusto citare l’obiezione: hanno risposto soprattutto quelli che sono contrari. Vero, ma è comunque un segnale.

Questo dice che chiunque debba occuparsi di questa Candidatura, la prima cosa che dovrà fare è un serio sondaggio/referendum pubblico. Sarebbe grave investire risorse per poi trovarsi, questa volta, con la lettera di garanzia del Presidente del Consiglio in mano, ma senza l’appoggio della cittadinanza. Di recente il Presidente del CONI ha dichiarato che se necessario a fine 2016 verrà fatto un sondaggio certificato. Questo sperando che nessuna forza politica richieda un vero e proprio referendum come accaduto ad Oslo e Monaco di Baviera. Ma qualunque sistema si usi, è necessario avere una seria strategia che spieghi ai cittadini Romani il perché della Candidatura. Per fare questo la trasparenza e la sostenibilità non mi paiono i soli argomenti vincenti e sarà necessario mettere il tutto in mano ad una società di comunicazione nazionale di primario livello, non bastano certo le esternazioni di Renzi e Malagò.


LA CONFLITTUALITA’ POLITICA

La arcinota conflittualità politica Italiana in un momento così delicato del Paese sta facendo in modo che la Candidatura invece di unire, come dovrebbe essere, forze politiche e cittadinanza, stia diventando materia di contendere a tutti i livelli. I giornali, anche con grandi firme, sono divisi ; Roma 2024 è diventato il leitmotiv di tutte le trasmissioni satiriche o talk-shaw degli ultimi giorni. Micidiale è stato Crozza il martedì successivo all’annuncio, anche se poi il sondaggio lanciato dall’IPSOS ha dato 56% contro e 42% a favore. Anche il mondo politico – ed avevate qualche dubbio? – sta utilizzando la Candidatura come materia di contrasto; è da immaginarsi che eventuali elezioni al Comune di Roma od altri appuntamenti elettorali avranno questo tema al centro del dibattito; sarà il tormentone dei prossimi mesi ed anni.

Come si fa a costruire una Candidatura in quest’atmosfera? E’ come se un atleta si dovesse allenare ad una importante gara, ad una finale Olimpica, e tutti quelli intorno, giornalisti e dirigenti gli dicessero “ma lascia perdere non è il caso”. Ed ora sono partiti anche gli attacchi personali al Presidente del CONI con dossier anonimi (vedi Libero di fine anno). Chi ha scheletri nell’armadio dovrà stare attento perché il fango incomincia a schizzare.

Personalmente non credo che il motivo di fondo per cui non ci si debba Candidare sia la questione di “Mafia Capitale” - anche se ho trovato inopportuno il tempismo con cui è stata lanciata la Candidatura – o di tutte le altre nefandezze di cui leggiamo ogni giorno. Anche se quel 69° posto fra i Paesi più corrotti del mondo pesa così come le recenti dichiarazione di Papa Francesco e del Presidente Napolitano, che hanno fatto il giro del Mondo. Tuttavia, hanno ragione Renzi e Malagò: mica ci si può mettere in una campana di vetro o “rannicchiarsi”.


LA BUROCRAZIA PER LE OPERE PUBBLICHE

Per me il problema è un altro: conflittualità, burocrazia, norme amministrative, pareri vincolanti fanno si che in Italia per costruire delle opere i 7 anni previsti dal CIO non siano sufficienti. Non credo che debba enumerare gli scempi compiuti in questi anni ed i ritardi per opere pubbliche anche semplici, basterebbe collazionare quanto apparso su Striscia la Notizia nell’ultimo lustro. Ho più volte sostenuto che se Roma si fosse vista assegnare i Giochi del 2004 o quelli del 2020 – Monti permettendo – a Roma i Giochi non si sarebbero fatti. Un esempio per tutti? Nella Candidatura per il 2004 il perno principale era il completamento della terza corsia nel settore Nord (circa 25 km) del Raccordo Anulare, il GRA, da noi allora battezzato “Olympic Ring”. Era fondamentale per i Giochi che vedevano il loro svolgimento fra EUR (Sud), Tor Vergata (Est) e Foro Italico (Nord). Nella Candidatura era dato per completato per l’inizio del 2004. E’ stato terminato nel 2008, con una rimanenza dello svincolo sulla Cassia pronto nel 2009! O vogliamo parlare del Palazzo di Tor Vergata, la famosa Vela di Calatrava, che doveva essere il punto centrale dei Mondiali di Nuoto del 2009, mai terminata e ora, 5 anni dopo, costosissimo scheletro abbandonato?

Roma 2024, e forse anche il Giubileo 2025, avrebbero assolutamente bisogno, non di una legge speciale, che sarebbe una bestemmia in questo momento, ma di una importante revisione della legge sugli appalti, come annunciato dal Commissario Cantone, altrimenti mai i lavori potrebbero essere completati. Una legge speciale non dovrebbe certo toccare l’aspetto dell’appalto/aggiudicazione dei lavori ma tutta la fase preliminare relativa agli aspetti burocratici, permessi ed altro. Per lo Stadio della Roma, che è non è un’opera pubblica, ci vorranno 4/5 anni per vederlo nascere – se mai lo vedremo. E parliamo di un’opera che non dovrà passare dalle forche caudine dell’appalto pubblico, altrimenti bisognerebbe aggiungere altri due anni.


ROMA ED IL RESTO DELL’ITALIA

Non va dimenticato che il soggetto primario di una Città Olimpica è la Città Ospitante. Quindi il Comune di Roma dovrebbe essere il soggetto principale della Candidatura, ora con la possibilità di aggiungere anche altre Istituzioni come la Regione e la Provincia. Oggi il Comune di Roma non esiste e non è assolutamente in grado di appoggiare la Candidatura. Soprattutto dal punto di vista finanziario il Comune di Roma è alla bancarotta, con i suoi 12 milardi di debito. Credo che le norme CIO chiedano la presentazione del bilancio certificato! L’unico vantaggio attuale è che i tre organismi pubblici sono governati (quasi) dalla stessa maggioranza. Ma anche questa negoziazione non è facile, considerando la complessità del “Contratto della Città Ospitante” e delle approvazioni formali che lo stesso richiede, e quindi la necessità che sia approvato nel suo testo globale dalle tre Istituzioni coinvolte. Lascio all’immaginazione di chi legge pensare cosa possa accadere nei Consigli Comunali, Regionali e Provinciali. Ed il “Contratto della Città Ospitante” va approvato al momento della Candidatura non una volta assegnati i Giochi.

Roma 2024 per evitare di cadere in queste sabbie mobili dovrebbe trovare una diversa formula, dove il capofila della Candidatura sia il Governo e non Roma Capitale. Sarebbe un bel maquillage e risolverebbe tanti problemi pratici. Ovviamente in questo caso il Governo dovrebbe nominare, come fecero a Sydney, un Ministro con la responsabilità di tutte le Infrastrutture pubbliche, delegate poi ad un’Agenzia ad hoc come avvenuto con successo a Torino nel 2006. E’ una formula, ma un triunvirato Comune,Regione e Provincia è un suicidio. In parole povere non vedo il Sindaco Marino, anche se parla un buon Inglese, in grado di promuovere la Candidatura con le risorse di Roma Capitale e quindi a bordo della sua Panda rossa.

Circa poi l’allargamento della Candidatura al resto dell’Italia ne abbiamo lette di tutti i colori. Il CIO ha aperto la porta, soprattutto per le qualificazioni dei Tornei di Squadra, così come è attualmente per il Calcio Olimpico, ad un decentramento, con le Finali però da svolgersi nella Città dei Giochi. Eccezionalmente prevede anche che uno sport si possa svolgere completamente , per motivi di sostenibilità, fuori della Città ospitante od addirittura del Paese. Questo viene proposto soprattutto per rendere economicamente più sostenibili i Giochi Invernali (grazie anche l’alto costo delle piste del Bob), ma anche per i Giochi Estivi per discipline complesse ed impianti costosi (vedi Canottaggio). Ma per il CIO il principio della Città Ospitante e del Villaggio Olimpico come cuore dei Giochi resta il punto focale e irrinunciabile.

In Italia vi è stata un’interpretazione extra-large con proposte bizzarre e pericolosi campanilismi. Il CONI, dopo aver diffuso ottimismo su questa nuova regola, ha cercato, con ritardo, di rimediare a questa interpretazione che al momento delle proposte finali servirà solo ad accendere nuove polemiche politiche e vittimismi. Non dimenticando che, come hanno detto Franco Carraro ed il Presidente del Comitato Olimpico Americano, e Membro del CIO Larry Probst, un Paese che non è in grado di presentare una Candidatura compatta è perdente.


IL FINANZIAMENTO DELLA CANDIDATURA

Un altro punto che vedo estremamente debole è quello del finanziamento, sia della Candidatura che eventualmente dell’Organizzazione dei Giochi. Qui si stanno veramente dando i numeri. Poche idee ma confuse, come si dice a Roma.

Su questo argomenti si sono sbizzarriti i giornali, ma di suo ci ha pensato anche il Presidente del CONI nelle sue varie esternazioni. In materia finanziaria meriterebbe essere molto più cauti. Dubito, tra l’altro, che sia stato fatto uno studio di fattibilità che, analizzando la proposta di Roma 2024 - ma esiste? - abbia poi dettagliato gli eventuali costi della Candidatura, con i relativi introiti, i costi dell’eventuale organizzazione dei Giochi e separatamente, perché questo è vincolante per il CIO, i costi per le infrastrutture sportive e non.

Per quanto riguarda la Candidatura ho registrato una prima cifra di 20 milioni, tutti privati, poi ora, a seguito dell’ultima intervista del Presidente Malagò “dai 5 milioni ai 10 milioni. Il 10% rispetto al passato recente. Gran parte sarà a carico di aziende private”. L’ultima Candidatura di Roma per il 2020 prevedeva un costo globale di 42 milioni, di cui 13 per la prima fase e 29 per la seconda. Di fatto credo che per la prima fase non si sia arrivato a spendere più di 8 milioni (con conti ancora non chiusi causa il mancato versamento del Comune delle quote dovute e del credito, discutibile, di CONI Servizi sulla ristrutturazione della sede dell’Ex-aula bunker). Questi dossier e quello dei Mondiali di Nuoto dovrebbero essere chiusi per non trovarseli poi come orpelli e fardelli.

La volontà di tenere bassi i costi della Candidatura è sacrosanto ma spendere il 10% di quanto hanno speso Istanbul. Rio e Madrid per non parlare di Tokyo e Chicago, mi pare non facile. Ho anche letto di un contributo di “start up” del CIO di 2 milioni, che non ho trovato nelle nuove regole. Le stesse limitano i costi relativi alle presentazioni, prendendosi il CIO a carico viaggi e soggiorni in 4 occasioni per un totale di 30 persone (molto meno di 100.000 euro) e nell’esenzione di stampare il dossier limitandosi alla versione elettronica (risparmio di altri 100.000 euro). Quindi lo “start up” sarebbe di 200.000 euro e non 2 milioni.

Vedo anche molto difficile trovare aziende Italiane che investano circa 10 milioni, con i limiti che il CIO deve porre nell’evitare i contrasti commerciali con gli eventuali Giochi e con i propri Sponsor. Circa poi l’idea di “fare tutto in casa” mi pare sacrosanta. E’ quanto fecero Onesti e Zauli per i Giochi di Roma 1960, ma allora c’era la materia prima, ed ora?


IL FINANZIAMENTO DEI GIOCHI

Già detto, ma merita ripeterlo perché anche qui si fa molta confusione. I budget sono due, forse tre , nettamente separati, e non comunicanti : quello dell’Organizzazione dei Giochi e quello relativo alle Infrastrutture sportive, e non, per i Giochi e quello delle opere non strettamente relative ai Giochi. Questo non va mai dimenticato.

Il costo dei Giochi, viste le proposte delle diverse Candidature del 2016 e 2020 si aggira su poco meno di 3 miliardi (parlo sempre di euro, mentre il CIO parla in dollari). Sugli aspetti organizzativi l’Agenda 2020 ha fatto proposte generiche per abbassare i costi. Di importante c’è il fatto che il CIO, grazie agli ultimi contratti Televisivi, interverrà sui costi di organizzazione , e non sulle eventuali infrastrutture, con circa 1,6 miliardi . E’ un intervento importante perché rappresenta circa il 50% del costo dell’organizzazione. Va ricordato che dal punto di vista organizzativo i Giochi non rappresentano un rischio; persino la vituperata Atene 2004 ha chiuso il proprio bilancio organizzativo con un surplus di 126 milioni. Tuttavia è da prevedere che i costi organizzativi, con la nuova filosofia di impianti temporanei e ristrutturazioni occasionali, possano salire. Infatti in base alle leggi attuali tali interventi, non essendo in conto capitale, non possono essere finanziati con risorse pubbliche ma sono a carico del Comitato Organizzatore. E tra l’altro gli impianti temporanei, come ha scritto di recente l’Arch. Alessandro Zoppini, non costano poco.

Tutto ciò sarà possibile solo se il CIO obbligherà le Federazioni Internazionali ad abbassare le loro richieste, soprattutto sulle capienze degli impianti, ma anche sulle giornate gara. Ma questo è un discorso più complesso, ricordando che ogni giorno gara può costare – a seconda della tipologia dell’impianto – da 250 mila a 500 mila euro al giorno, tutto compreso.

Nella citata intervista a La Repubblica il Presidente del CONI dice testualmente : “…..l’eventuale Roma 2024 peserà per sei-sette miliardi. Due miliardi saranno sostenuti dal Comitato Olimpico Internazionale”. Non si capisce bene a cosa il Presidente Malagò si riferisca , all’organizzazione od alle Infrastrutture ? O all’organizzazione ed ai soli impianti sportivi ? Ed il resto della città ? Ed i costi della Sicurezza (vicini al un miliardo) ? Sempre avendo ben chiaro che il miliardo e 600 mila euro del CIO non può essere utilizzato per le infrastrutture. E’ chiaro che in questo momento tre sono le parole d’obbligo : low cost , impatto ambientale contenuto e trasparenza. Personalmente le condivido solo in parte. Ma è un errore nascondere che una Candidatura Olimpica di Roma, vista la situazione della Città, necessiterebbe, fra costi “Olympic direct related” ai Giochi e ”non- Olympic related” ai Giochi, circa 15 miliardi.

Pochi hanno ricordato che Roma nel 2025 ha il Giubileo e che quindi l’accoppiata (eventuale) Giochi Olimpici 2024 e Giubileo 2025 potrebbero essere l’occasione per trasformare (finalmente) la città. Mi domando da cittadino Romano cosà preferirei che mi si chiedesse:

a)    Vuoi dei Giochi Olimpici sobri, con interventi legati ad un’impiantistica sportiva sostenibile e senza interventi importanti sulle strutture della città, con limitati fondi pubblici, grande trasparenza e poche molestie per la cittadinanza ? Un revival romantico di quanto fatto nel 1960 ?

b)    O vuoi che questa dei Giochi del 2024, accoppiata con il Giubileo del 2025, sia l’occasione per trasformare la città e farla tornare ad essere vivibile e finalmente efficiente?

Personalmente, pur non avendo certezza di esserci ancora nel biennio 2024/2025, non ho dubbi, sono per la soluzione b). Così come i nostri padri hanno trasformato Roma nel 1960 con opere ancora oggi importantissime per la città, credo che sia giusto che noi si abbia il coraggio di sognare una città da tramandare ai posteri pari alle altre Capitali Europee e non la prima città del Terzo Mondo, come è invece ridotta. Troverei grave che il mondo dello Sport possa proporre un’edizione dei Giochi Olimpici legata solo allo svolgimento delle gare ed ideata solo per soddisfare il nostro ego personale, mi parrebbe riduttivo e antistorico. Ripeto la frase del Presidente del Consiglio Renzi nella Conferenza stampa di fine anno “meglio essere arroganti che disertori”. Vogliamo noi iscriverci alla categoria dei disertori?

Allora sogniamo di fare interventi a Roma che vadano dal completamento delle linee della metropolitana C, con prolungamento al Foro Italico ; dalla corretta asfaltatura delle strade della città ; della necessità di una bretella che colleghi la Roma Fiumicino con l’Autostrada per Napoli in maniera da disintossicare il GRA nella Zona Sud ; dalla necessità di un intervento sistematico ed importante sulle strade Consolari che portano ogni mattina milioni di lavoratori a Roma con file di ore ; di una segnaletica stradale d’avanguardia e di semafori LED a basso consumo; del il superamento delle barriere architettoniche, situazione questa si da Terzo Mondo, senza semafori per non vedenti ; del Parco fluviale del Tevere , in parte già finanziato ; delle infrastrutture di collegamento ferroviario ; dei parcheggi e del decoro urbano, del completamento dei lavori della fibra ottica, di un trasporto elettrico diffuso etc. etc

Il Sindaco di Roma nella sua intervista del 2 gennaio sulla Gazzetta dello Sport auspica una città che “innalzi la qualità della vita dei cittadini” , “una città a misura di bambini” , “un Olimpiade a misura d’uomo e bella” , “più trasporto, più decoro, più servizi” , “I Giochi una chance per il rilancio urbanistico ed ambientale” , “completare il percorso verso una viabilità da capitale Europea, passando dagli attuali 978 veicoli privati per mille abitanti ai 350 di Londra”, “migliorare la qualità della vita significa avere dei tempi di percorrenza prevedibili, essere sicuri, ad esempio , di arrivare dai Castelli ai Parioli in 42 minuti”. Musica per le mie orecchie! Ma tutto questo è stato quantificato in tempi e risorse necessarie? Peccato che l’intervista sia uscita il giorno che sia stata certificata un’assenza dei Vigili Urbani dell’85 % !

Roma dovrebbe seguire l’esempio di Barcellona che grazie ai Giochi ha trasformato la città con un beneficio indotto ben superiore e spesso difficilmente calcolabile rispetto ai costi elevati pagati. Oggi Barcellona è la primo posto fra le “smart cities”. Roma forse è al primo posto per le Smart che circolano. La stessa Atene i cui Giochi vengono spesso citati impropriamente come la causa del default economico della Grecia (default valutato nel 2009 a 300 miliardi di euro , con un costo delle infrastrutture dei Giochi di 13 miliardi, quindi pari al 6,5% del default !). Tutti ricordano solo una serie d’impianti inutilizzati – motivo per cui il CIO ha fatto le sue modifiche nell’Agenda 2020 – ma nessuno ricorda che grazie a quei 13 miliardi Atene si è dotata di un aeroporto modernissimo, di tre linee della metropolitana, di due tangenziali importantissime e che oggi ogni Ateniese impiega 40’ di meno per andare a lavorare. Che valore economico ha tutto ciò anche sulla salute dei cittadini?

Così come per Torino 2006: è vero che taluni impianti non sono stati più utilizzati ma come hanno detto Chiamparino e Fassino i “soft benefit” che Torino ha avuto grazie ai Giochi del 2006 sono ben superiori ai costi per le opere “hard” ovvero per le costruzioni. Torino è stata posta sulla mappa del mondo, cosa che prima non era, i Torinesi sono finalmente usciti di casa scoprendo la loro meravigliosa città e l’incremento del turismo ha ripagato di gran lunga i costi.

D’altronde uno dei “must” dettato dal Governo Renzi non è proprio il tentativo di far diventare il turismo un elemento più sostanziale del nostro PIL ? Quale occasione migliore per investire su Roma ?


LE INFRASTRUTTURE NECESSARIE PER I GIOCHI

Nella maggioranza dei casi Roma 2024 potrebbe non avere problemi nel collocare le varie discipline sportive sul suo territorio, sulla Provincia e sulla Regione utilizzando città vicine (massimo 2 ore di treno) per le qualificazioni degli sport di squadra, calcio a parte. E ben venga l’utilizzo di luoghi storici/icone come il Colosseo, le Terme di Caracalla ed il Vaticano ! Sicuramente le nuove norme dell’Agenda 2020 aiutano : il formato precedente richiedeva sia per i Giochi Invernali per quelli Estivi 5 Palazzi dello Sport con più di 6.000 posti a sedere. Ora ciò può essere limitato a 3 o 4 , ma al momento a Roma ce ne è solo uno (non dimenticando che la capienza del Palazzetto dello Sport è di poco più di 2500 posti).

Per Roma le sfide più difficili sono legate al Villaggio Olimpico (costo di oltre un miliardo) collocato per il 2020 a Tor di Quinto. Rimane la domanda sulla compatibilità (inclusa capienza) dell’area ad un impatto urbanistico di tal tipo, senza parlare della difficile viabilità della zona, chiedetelo a tutti coloro che ogni mattina entrano a Roma dalla Flaminia.

Più complessa la collocazione dell’IBC/MPC, dove devono lavorare oltre 20.000 giornalisti/tecnici di TV e Stampa scritta. L’unica area logica è quella di Saxa Rubra, vicino alla RAI, ma parliamo di oltre 20’ dal Foro Italico, a traffico zero. Sarebbe la prima volta che il polmone mediatico dei Giochi (oltre 100.000 mq. coperti, costo di oltre 300 milioni) si collocherebbe molto distante dal Parco Olimpico.

Non va dimenticato che lo stesso Foro Italico, dove si possono svolgere Cerimonia d‘Apertura/Chiusura, Atletica e Sport Acquatici , per essere a livello Olimpico avrebbe bisogno di interventi con costi di almeno 50 milioni, molti a carico del Comitato Organizzatore perché temporanei. Non va dimenticato che lo Stadio Olimpico deve garantire per la Cerimonia d’Apertura accesso di oltre 10.000 atleti e 10.000 figuranti. L’attuale configurazione non lo permette di certo. Senza dimenticare che il Foro Italico avrebbe bisogno di spazi vitali per il TV Compound dello Stadio Olimpico (Cerimonie ed Atletica) di circa 10.000 mq e di quello per gli Sport Acquatici di circa 5.000 mq.   Purtroppo per problemi logistici non abbinabili. Dove?

Infine vanno collocati gli impianti per il Canottaggio/Canoa (fanno sorridere le proposte relative a Castelgandolfo o Piediluco) ed il Tennis che causa la concomitanza di Atletica e Nuoto non può certo svolgersi al Foro Italico.


LA CANDIDATURA ED IL CIO

Che ci sia una grande simpatia per Roma è cosa certa, non so se per merito dello Sport Italiano o se solo per Roma ed il suo potenziale shopping, ma non è detto che ciò sia sufficiente. Le dichiarazioni simpatiche ed incoraggianti del Presidente del CIO e di qualche altro “potente” non ci devono illudere. In questo momento il CIO sarebbe contento di vedere candidato chiunque. La situazione del 2022 (con due sole Candidature Invernali deboli e con 4 che hanno rinunciato) preoccupa ed il CIO spera di avere molte Candidature per il 2024 anche perché deve pensare a cosa accadrà per il 2026 ed il 2028.

La nostra forza Internazionale non è più quella di una volta. Dieci anni di bassa vocazione internazionale (e voglio essere gentile) hanno fatto i suoi danni. Una volta eravamo dominus di voti nel Mediterraneo e dintorni, grazie alle nostre posizioni nel Comitato dei Giochi, nei Comitati Olimpici Europei e nell’ANOC, ora non più. Lo dimostrano le sconfitte per le Candidature di due Campionati Europei di calcio, un Europeo di Pallacanestro, un mondiale di Sci Alpino a Cortina d’Ampezzo , ai Mondiali di Biathlon ad Anterselva e quanto altro. Ben prima della decisione per i Giochi del 2024, prevista per il settembre 2017, abbiamo altri due appuntamenti in scadenza : la Ryder Cup del 2022 ed i Mondiali di Rugby del 2023, ambedue dovrebbero essere decise nel 2016. Saranno un test ed esame non facile da superare anche se si tratta di votazioni con elettorato diverso, ma il risultato farà opinione.

La nostra forza non era legata solo alla presenza di personaggi, a partire da Giulio Onesti, che hanno fatto la storia dello Sport Italiano, ma anche alle attività di cooperazione che permettevano al CONI di essere considerato come l’abbevera mento del know-how medico/scientifico, impiantistico e tecnico. Ciò ci ha sempre permesso di possedere pacchetti di simpatie (e di voti) vincenti. Oggi, come mi ha detto di recente un dirigente di San Marino, in campo Internazionale neanche il loro voto è più certo.

Aggiungiamo che l’Italia ha al momento 3 membri del CIO, tutti e tre autorevolissimi ma purtroppo in lenta uscita per limiti di mandato e di età, ciò avverrà fra il 2016 ed il 2019. Questo non aiuta. Indipendentemente dall’abilità di ognuno di loro – in primis Mario Pescante - ad essere convettori di voti, va osservato che il CIO in questi ultimi dieci anni è fortemente cambiato. Meno romanticismo e più managerialità. Sicuramente l’attuale Presidente del CONI sta facendo un grande lavoro, ma in questa attività non bastano abbracci e toccate e fuga. Ci vuole molto più tempo e strumenti più efficaci. Senza dimenticare che sarà difficile per Malagò diventare Membro del CIO prima del 2018, questo grazie alle complicate normative di accesso approvate nel 2000 ed a causa della stessa Candidatura di Roma 2024.


CONCLUSIONE

Quindi la vedo molto difficile e preferisco dire come la penso ed evidenziare gli ostacoli che profittare di una nuova occasione per usufruire di eventuali vantaggi personali (leggi prebende e viaggi in giro al mondo).

Le critiche servono anche per migliorarsi, purché sia abbia l’umiltà di comprenderle ed accettarle. Ovviamente Dio volendo, se ci sarò ancora, e se Roma dovesse vincere, sarò il primo ad iscrivermi alla lista dei volontari, chiudendo alla stessa maniera di Roma 1960 la mia esperienza Olimpica.

Cortona - 2 Gennaio 2015

 

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