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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Biblioteca / "Foot-Ball": il primo giornale italiano di calcio (1910)

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Mercoledì 29 maggio 2013

QUESTO ARTICOLO INAUGURA UNA RUBRICA NELLA QUALE VERRANNO PRESENTATI E ANALIZZATI I PERIODICI CHE HANNO DIRITTO DI PRIMOGENITURA NELLA STORIA DELLO SPORT ITALIANO

(gfc) Il primo periodico italiano dedicato al nuovo giuoco, addirittura a cadenza settimanale, vide la luce a Milano il 9 gennaio 1910. Si chiamava proprio così, “Foot-Ball”, col trattino a separare i due termini anglosassoni, ostentati con la presunzione – e quel po’ di giusto orgoglio – che conveniva a chi si riteneva partecipe di segrete liturgie della superba Inghilterra. Tuttavia la testata aveva anche una dizione indigena: "Organo Ufficiale della Federazione Italiana del Giuoco del Calcio". Non per nulla la federazione, da pochi mesi, aveva fatto la scelta della sua sigla (FIGC in luogo di FIF), privilegiando la più rassicurante parola Calcio (che, per qualche purista, si rifaceva addirittura a nobili e autoctone tradizioni rinascimentali).

Ma vediamolo più da presso questo giornale che, pur se non ebbe vita lunga, contribuì ad una circolazione di idee e una lievitazione di interesse verso il nuovo “giuoco”. Si presentava con quattro pagine di grande formato (cm. 27x38), l'ultima delle quali occupata da messaggi pubblicitari. Gerente responsabile era il giornalista Luigi Borghi. Il giornale veniva stampato dalla Società Anonima Poligrafia Italiana che aveva sede al n. 9 di via Stella. La redazione, come detto, era a Milano, in uno stabile di Corso Venezia. L'iniziativa l'aveva presa il ventiseienne Gerolamo Radice, che ne era il direttore, col supporto e l'incoraggiamento anche finanziario dell'ingegner Giuseppe Camperio che firmava quale redattore-capo (il quale ultimo, al vero, resse l’incarico fino al n. 5 compreso).

Entrambi legati da sempre al Milan, del quale all'epoca il primo figurava come vicepresidente; il secondo – assieme al fratello più giovane, Giovanni, ma che tutti chiamavano Giannino – nel club rosso-nero era impegnato a tutto campo, a volte come dirigente factotum, a volte come arbitro: noto ai più per un carattere arcigno che lo rendevano più autoritario che autorevole. L'intraprendente Gerolamo, milanese puro sangue, aveva la rappresentanza esclusiva per la Lombardia delle automobili Lancia e di alcune marche francesi. Nel suo negozio di via Quintino Sella, all'angolo con Piazza Castello, vendeva anche velocipedi Bianchi e articoli sportivi di tutti i generi e per tutti gli sport conosciuti.

Il settimanale usciva dai “gementi torchi” il giovedì. Ogni numero costava 10 centesimi, mentre l'abbonamento annuale veniva offerto a 4 lire (che per l'estero diventavano 6). La distribuzione avveniva preferibilmente per posta, ma il foglio si poteva acquistare anche nelle "principali edicole di Milano, Torino, Genova e Vercelli", come dire ai cantoni del quadrilatero calcistico del tempo. Molto si fidava sul contributo dei corrispondenti volontari (queste le raccomandazioni per loro: “Essere brevi negli scritti. Scrivere su fogli da una sola parte. Inviare fotografie. Impostare al lunedì mattina”), incoraggiati ad inviare per posta (che, per il vero, al tempo viaggiava con maggiore celerità rispetto ad oggi …) cronache e brevi notizie dalle diverse città. Un posto di rilievo, infatti, l'avevano i resoconti degli incontri dei vari campionati e tornei, ma non mancavano le note sui regolamenti ed i comunicati ufficiali della FIGC. Non per nulla il primo numero, sotto una foto del barbuto e severo presidente federale, il ragionier Luigi Bosisio (che di lì a poco avrebbe lasciato l'incarico), ospitava un suo alato saluto:

"Se la mia modesta penna potesse degnamente tradurre il mio pensiero, vorrei esprimere su questo nostro giornale, che oggi vede finalmente la luce, tutto l'entusiasmo che mi anima per il nostro giuoco del Calcio. Vorrei essere un De Amicis per trascinare i lettori coll'eloquenza del mio scritto, per plaudire i forti, incoraggiare i deboli, persuadere i profani. Il giuoco del Calcio raccoglie in sé tutti gli elementi di una sana educazione fisica, coll'aggiunta di coefficienti morali che dànno al giovane, spirito di disciplina, accorgimento, prontezza di percezione e di decisione. Né va trascurato il lato divertimento, ché il giuoco del Calcio, per le combinazioni, per la tattica offre a chi se ne diletta ore deliziose di vero godimento. […] Che cosa erano le Società federate, cinque o sei anni or sono, che cosa sono le sessanta dell'oggi in confronto alle centinaia di un prossimo avvenire? […] I nostri campi di giuoco si popolano a vista d'occhio, la deserta Arena si annerisce di masse entusiastiche. Il nostro pubblico di infiora di gentili signore e signorine. Colla conoscenza del giuoco, aumenta l'interesse, il godimento, vicino è il trionfo. […]".


"Foot-Ball" aveva una impaginazione semplice, senza fronzoli, col testo distribuito su tre colonne, ma già articolata in rubriche: Campionati, Notizie Varie, Chiacchiere Sportive, Cronaca Estera, ecc.. Non mancavano le foto, pur se in numero contenuto considerato l'elevato costo dei cliché. Sin dal primo numero il giornale s'era posto obiettivi ambiziosi, spingendosi ad elargire financo consigli per l'allenamento secondo il reclamizzato, e un po’ misterioso, "metodo inglese". A rileggerle oggi, quelle note un po' ingenue aiutano a comprendere le conoscenze disponibili per i foot-ballers italiani all'inizio del XX Secolo, ancora lontane dalle metodologie più avanzate e che, in qualche maniera, si sperimentavano in atletica leggera. E, per tali motivi, non c'era da stupirsi che vi figurassero concetti del genere sull’allenamento dei … foot-ballers:

"[…] è consigliabile fare ogni mattina una passeggiata di un'ora circa camminando lestamente e cercando di renderla il più piacevole che sia possibile; nel pomeriggio eseguire una corsa a piedi dai 600 agli 800 metri ad una velocità moderata; poi, dopo un breve intervallo, dieci minuti di manubri; infine un poco di esercizio al punch-ball che è il migliore per ogni sport che richieda più che la forza, precisione, prontezza ed agilità. Quando si abbia raggiunta una buona forma, è consigliabile rilassare un po' il rigore dell'allenamento, poiché l'eccessivo vigore dei muscoli è piuttosto un inconveniente che un aiuto per il giuocatore […]".

Un colpo di timone per le sorti del settimanale milanese fu determinato dall'arrivo in redazione di un giornalista vero, Raimondo Astillero, come dire una delle penne più irrequiete e graffianti di quel periodo, che venne chiuso dalla Grande Guerra. Il milanese Astillero possedeva una discreta esperienza, maturata su alcuni dei maggiori quotidiani, e univa una indubbia competenza a un certo senso di humor, del tutto inedito per un ambiente, quello del calcio, che sin dai primordi tendeva a prendersi molto sul serio e sul quale si abbattevano ricorrenti e stucchevoli diatribe, più di forma che di sostanza (proprio come accade oggi). La sua firma, quale redattore capo di “Foot-Ball”, comparve a partire dal n. 9 uscito il 3 marzo 1910. Già ad un primo sguardo, quel giornale appariva diverso dai precedenti, per un taglio più professionale, sia come argomenti trattati che come impaginazione, impostata ora su quattro colonne.

Il trentenne Astillero precisò subito le proprie intenzioni ai lettori: "Crediamo che il favoritismo e la polemica siano un danno per tutti gli sports, in generale; e per il gioco del calcio, in particolare. Essi formano un veleno che, a goccia a goccia, può riuscire a snaturare la vita, fino ad oggi gioconda, del foot-ball". Il nuovo redattore-capo, molto attento a quanto accadeva all'estero, aprì il giornale alle più consolidate esperienze straniere, pubblicando molti articoli di questioni tecniche affidando una apposita rubrica a Henry Goodley, arbitro rispettato, uno dei più ascoltati "maestri" del nascente football nazionale. Nello stesso tempo incrementò le cronache e i resoconti, con un orecchio teso ai balbettii del calcio centro-meridionale.

Va detto che Astillero fu il primo giornalista a radicare in Italia il gusto della riflessione critica, dell'analisi tecnica del giuoco, dell'indagine sulla tattica, dell'osservazione dei comportamenti in campo. Su quella strada sconosciuta era stato preceduto da pochi pionieri; sarà seguito da molti, tra i quali Emilio Colombo che giganteggerà nei decenni successivi, peraltro premendo con foga ed intelligenza su tasti meno impegnativi e di sapore picaresco e popolaresco e, poco più tardi, da Ettore Berra, tra i primi a valutare le componenti tecniche e le tattiche del gioco.

Invece Astillero, tradito forse da un temperamento fin troppo acceso e sanguigno, quasi indisponente, – un carattere che lo spingeva a difendere le proprie opinioni anche sul terreno del duello –, dopo altre avventurose e sfortunate esperienze giornalistiche, si mise (o venne messo) da parte e scomparve presto dall'ambiente pubblicistico. Era un uomo che aveva il diletto del paradosso, il piacere dell'ironia, l'azzardo dello scontro dialettico: doti, o difetti, accolti sempre con sospetto, proprio come oggi, nello sport italiano che ha il torto di prendersi troppo sul serio. Ma indubbiamente le sue esercitazioni sul coraggioso settimanale milanese aiutarono il calcio italiano a crescere

"Foot-Ball" ebbe vita breve ma, come si usa dire, intensa. A partire dal n. 18, uscito il 10 maggio 1910, scomparvero dalla gerenza i nomi di Radice e di Astillero. Ma il giornale continuò, con o senza il loro contributo, sulla medesima linea editoriale: almeno fino al n. 22 del 2 luglio 1910 col quale si esaurisce la raccolta consultata per questa ricostruzione (e che figura nella mia Biblioteca personale). Nella prima pagina, sotto una foto dei giovanissimi calciatori della Juventus Roma, figurava il regolamento per la gara … podistica riservata ai calciatori indetta dalla "Gazzetta dello Sport" (le gare, riservate ai "calciatori muniti di tessera federale", si disputarono al Velodromo milanese il 17 luglio 1910, su queste distanze: 250 m di velocità, 1000 m di mezzofondo, 500 m con ostacoli).

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Проехал автобус аэропорта, "Оцінка гібридів соняшника в умовах правобережного лісостепу України"на нас смотрели пассажиры, направляющиеся "

Не "Совершенствование организации и оплаты труда в производстве зерна СПК 'Ермак' Нововаршавского района Омской области"стану спорить, я уже довольно давно топчу землю.

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Если бы "Совершенствование организации и перспективы развития отрасли растениеводства в СПК 'Маяк' Галичского района Костромской области"мне знать секрет его силы.

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