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Piste&Pedane (7) / Daniele Greco: un 17.70 stellare

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Domenica 3 marzo 2013

grecoLa prima medaglia d’oro dell’era Giovanni Malagò la regala Daniele Greco che – alle 18,25 di sabato 2 marzo – atterra a 17.70 sulla pedana del triplo di Göteborg. Un motivo di soddisfazione in più per il nuovo presidente del CONI che ha voluto far coincidere la prima uscita all’estero proprio con la rassegna indoor dell’atletica. Un bel gesto. Tornando a Greco, il suo è stato un salto stellare, una pagina di storia, malgrado il giovane saltatore di Galatone, paesone agricolo del profondo Sud, si fosse presentato con una massiccia dose di antinfiammatori per tenere a bada un dolore all’inguine e una forte contusione alla caviglia sinistra. Greco, con i suoi 24 anni festeggiati il giorno prima, più che una certezza rappresenta il futuro di una specialità mai troppo avara con i colori italiani. Per restare alla rassegna continentale al coperto, la sua è la quarta medaglia dopo l’oro del 2009 e l’argento del 2011 di Fabrizio Donato e il bronzo di Paolo Camossi del 2000. In senso più ampio, l’impresa di Göteborg offre nuova linfa a una tradizione di grandi saltatori, dal Beppe Gentile del Messico, allo stesso Camossi, per finire con la gara olimpica di Londra 2012, nel duello Usa-Italia, quando Greco fu quarto alle spalle proprio di Donato, vincitore di un bronzo storico che eguagliava proprio Gentile ’68.

Assente qui Donato per una debilitante influenza (una notizia anche questa, dal momento che la cavalletta di Latina, negli ultimi 19 anni, non aveva mai mancato un grande appuntamento al coperto), il boccino è passato nelle mani di Greco. Che l’ha saputo giocare con convinzione, eccellente tempismo e grande tecnica. Una gara, la sua, dal risultato annunciato dopo che il giorno prima, era stato il solo a centrare (per di più al primo salto) con 16.94 la misura di qualificazione. E messa subito in finale sul binario giusto con un salto iniziale di 17.00, giusto per prendere le misure della concorrenza che, se pur qualificata, non era irresistibile. Ma il Greco visto oggi era di livello mondiale, assolutamente imbattibile. Così, dopo che il russo Fyodorov lo aveva superato con 17.12, non ha avuto difficoltà a riportarsi in testa (17.15), prima di sferrare il colpo del KO al quarto salto, un 17.70 (miglior misura al mondo quest’anno) che chiudeva i conti e spalancava la strada che porta a Mosca. Un appuntamento mondiale (domenica 18 agosto, giornata conclusiva) da condividere con Donato e confortato da un risultato migliore per entrambi.

Abbiamo detto che Daniele Greco costituisce il futuro della specialità, non soltanto in chiave italiana. Il bel fisico (1.84x75 il suo standard), la sua velocità di base (ha un 10”38 sui 100 che non illustra a pieno le sue possibilità) e la produttiva tecnica di salto, ormai pienamente assimilata con uno “step” che ha pochi eguali, disegnano un triplista dal talento innato, bello da vedere in azione, e dai limiti decisamente inesplorati. Poliziotto alle Fiamme Oro, seguito da sempre da Raimondo Orsini, preferisce allenarsi dalle sue parti, dove si è fatto costruire appositamente un mini-impianto al coperto. Profondamente religioso, al termine della gara è corso ad indossare una T-shirt sulla quale, alla buona, aveva scritto “Jesus live in me”. Una fede non bigotta, nella quale trovare conforto nei momenti difficili (come la morte di un fratello diciassettenne), da vivere come compagna dell’esistenza. E’ legato sentimentalmente a Francesca Lanciano che, nello stesso pomeriggio, era impegnata ad Ancona – sempre nel triplo – in un triangolare giovanile contro tedesche e francesi.

Il pomeriggio svedese si è chiuso con la finale dei 60 metri che, una ventina di minuti più tardi, ha portato la seconda medaglia di giornata con Michael Tumi, terzo al traguardo alle spalle Jimmy Vicaut e James Dasaolu. I due, per precederlo, hanno dovuto siglare la miglior prestazione mondiale dell’anno, 6”48 per entrambi. Il 23.enne vicentino, sempre più convinto dei suoi mezzi, ha corso sui suoi livelli (6”52), uscendo bene dai blocchi e restando in testa fino ad una decina di metri dal traguardo. Un grande europeo, il suo, con prospettive eccitanti per la stagione all’aperto. Primo obiettivo, il primato nazionale di Pietro Mennea a livello del mare, in attesa di affrontare quel 10”01 che “la freccia del Sud” stabilì in altura una quarantina d’anni fa.

Altri due gli azzurri protagonisti. Sulla pedana dell’alto Gianmarco Tamberi – presentatosi con la barba da un lato del viso, glabro dall’altro – ha lottato con convinzione contro i migliori europei del momento chiudendo al quinto posto. Dopo due nulli a 2.31 ha provato il colpo della vita riservandosi l’ultimo tentativo contro i 2.33 che gli avrebbero dato l’argento. E’ andato sopra l’asticella, ma ha pasticciato nello svincolo perdendo una occasione che, però, pare solo rinviata. Bella prova di convinzione, infine, da parte della 23.enne Giulia Viola che nella finale dei 1500 non ha sfigurato – della pattuglia dei mezzofondisti è stata la sola ad aver retto l’impatto – chiudendo al settimo posto, pur con qualche incertezza di corsa dovuta alla inesperienza. Promossa a pieni voti.


32. Campionati Europei Indoor

Göteborg, SWE – 1/3 marzo 2013

2ª Giornata (Finali)
Uomini

60 m – 1. Vicaut (Fra) 6.48; 2. Dasaolu (Gbr) 6”48; 3. Tumi (Ita) 6”52.
3000 m – 1. Ibrahimov (Aze) 7’49”74; 2. Higuero (Esp) 7’50”26; 3. Olíonáird (Irl) 7’50”40.
Alto – 1. Mudrov (Rus) 2.35; 2. Dmitrik (Rus) 2.33; 3. Bába (Cze) 2.31; … 5. Tamberi 2.29.
Triplo – 1. Greco (Ita) 17.70; 2. Samitov (Rus) 17.30; 3. Fyodorov (Rus) 17.12.

● Donne
1500 m – 1. Aregawi (Swe) 4’04”47; 2. Macías (Esp) 4’14”19; 3. Broniatowska (Pol) 4’14”30 ; … 7. Viola 4’16”83.
Asta – 1. Bleasdale (Gbr) 4.67 (spar.); 2. Rogowska (Pol) 4.67; 3. Sidorova (Rus) 4.62.
Lungo – 1. Klishina (Rus) 7.01; 2. Lesueur (Fra) 6.90; 3. Jarder (Swe) 6.71.

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