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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
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Duribanchi / Okkupando e sfasciando che male ti fo'?

Martedì 14 Ottobre 2025

 

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“Splendida notizia per Telegaza: Donald Trump non ha ricevuto il Nobel per la pace. Il ciuffone tinto e cafone premiato dagli svedesi sarebbe stato un affronto per i rivoluzionari accampati giorno e notte davanti alle telecamere.”

Andrea Bosco

Pace in Terrasanta. Forse ci sarà. Ma dei 20 punti del piano di Trump che Hamas e Israele dovranno sottoscrivere, solo al 19° posto si parla genericamente di uno “Stato palestinese” tutto da costruire e tutto da verificare senza – conditio sine qua non – la partecipazione di Hamas. Ai tagliagole viene prospettata la strada dell'esilio in qualche paese arabo. O magari in Francia, là dove, grazie alla dottrina Mitterand i terroristi (italiani) vivono indisturbati.

Il 21° punto del trattato è sparito: quello che imponeva a Israele di non eliminare i terroristi islamici al di fuori dei propri confini. Quel punto Israele lo ha rifiutato. Ci misero anni, gli israeliani, a scovare quanti di Settembre Nero avevano partecipato alla strage degli atleti alle Olimpiadi di Monaco. Ma li trovarono e li eliminarono: tutti. In ogni caso: anche con molti interrogativi, per ora, inevasi, si evidenzia un successo di Donald Trump. Anche se la narrazione, specie in Italia, tende ad accreditare, come determinante, la pressione dei pacifisti (e non) pro Pal.

Ma le ultime notizie inquietano. Hamas non saprebbe dove si trovino i corpi (alcuni) degli ostaggi soppressi. Perché anche questo è accaduto: Hamas ha venduto i cadaveri degli ostaggi ai gruppuscoli che infestano Gaza. Un mercimonio disgustoso. Che non indigna i “navigatori” pacifisti, gli antisemiti che sfilano ogni due giorni nei cortei di mezzo mondo e neppure i politici. Non indignano la “giurista” Albanese Francesca. Ovviamente 60.000 morti (fonte Hamas che assomma ai civili anche i combattenti) sono un eccidio.

Israele ha reagito in modo crudele e sproporzionato, senza peraltro riuscire a cancellare del tutto Hamas. Forse perché tra le migliaia di morti innocenti, qualcuno innocente non era. Come dimostrarono le immagini a Gaza, della gioia, dei canti, degli abbracci, del sostegno, persino delle caramelle lanciate verso i responsabili del pogrom del 7 ottobre. Negli ultimi mesi una “resistenza” palestinese ad Hamas si è palesata. E' per questo motivo che i tagliagole del 7 ottobre, ora non vogliono consegnare i fucili mitragliatori: temono la vendetta di quei palestinesi.

Telegaza – A Telegaza è arrivata una splendida notizia: Donald Trump non ha ricevuto il Nobel per la pace, assegnato alla venezuelana storica oppositrice di Maduro. Il ciuffone tinto e cafone, premiato dal rinomato consesso svedese, sarebbe stato un affronto per i rivoluzionari accampati giorno e notte davanti alle telecamere. Ma l'intesa di pace sta andando avanti: Israele ha già rispettato i punti iniziali dell'accordo stoppando i bombardamenti e uscendo da quello che resta di Gaza. Ora tocca ad Hamas, che dovrà disarmare. Ha spiegato Bibi: “o lo fanno con le buone, oppure saremmo costretti a farglielo fare con le cattive”.

Telegaza non chiuderà, ma gli ascolti sono in calo. Che farà ora la Bianchina con il suo (protetto) professor Orsini? E come starà il fegato del professor Tomaso (con una emme sola, che lui ci tiene da matti)? Il matematico aspirante filosofo Odifreddi sarà costretto a rivalutare Platone non potendolo fare con Marcuse. E il duo Aprile-Telese che aspirava al Pulitzer dopo aver intervistato la pompeiana fiamma dell'ex ministro Sangiuliano? Si affideranno alla Francesca Albanese: una e “moltiplicata” Da Lily, da Parenzo, da Floris, da Formigli (sempre che Labate non gliela scippi a Rete 4). Magari ancora da Zoro, dopo che la “giurista” l'ha rimproverato prima di “perdonarlo” (per la serie Gesù le fa una pippa) dicendo: “Possibile che tu ci abbia messo tre anni per intervistarmi?”

La Albanese ormai è un fumetto, tipo quelli di Maddox. Che, almeno fanno ridere. A differenza delle parole della Albanese: pensieri sostitutivi di un purgante. E Jacchetti, il comico, improvvisatosi opinionista politico che voleva “menare” un signore ebreo che non concordava con le sue intemerate? Sarà certamente perculato nella nuova edizione di “Striscia la Notizia”. La prof Braidotti dal suo loculo tedesco dirà parole infuocate su Trump, Bibi e Meloni: niente che non abbia già detto. L'altra “sciura”, che ha l'età del dattero e ancora gioca a fare Valentina (bellissima la mostra che Brescia ha dedicato al genio Crepax) si farà crescere la coda di cavallo: alla Brigitte Bardot.

E Boldrini con quell'espressione di costante disgusto che hanno “loro”? Si arrampicherà sugli specchi, sua rinomata specialità. Landini spiegherà che la pace l'ha ottenuta lui aizzando le masse. E saranno cavoli suoi spiegare come mai i pacifisti pro Pal stiano ancora okkupando, sfasciando, impedendo a chi vuole studiare di farlo. Ma Landini ha la faccia di Gerione: una via di uscita la troverà. Di Battista, Giuseppi Conte, la bollente Maiorino blatereranno le consuete improbabili spiegazioni. Almeno Fratoianni ha avuto (prudentemente) l'assennatezza di spiegare che “questo piano non lo convince”.

Il ridimensionamento catodico di Telegaza spiacerà, immagino, anche alla destra. Senza i media che aizzano il “pueblo”, per la destra non va bene. I cittadini magari cercheranno risposte ai loro problemi: quelle che il governo non riesce a dare, tipo l'aumento del costo delle case e in generale della vita, quello costante delle tasse, quello della sicurezza nelle città. Ma incalza la rottamazione. E sapesse Meloni quanto fa incavolare i cittadini che i furbi continuino a sfangarla e gli onesti vengano viceversa tosati. La dichiarazione dei redditi di alcune categorie è con evidenza malavitosa. Ma finché Landini “sparla” di patrimoniale, Meloni può dormire tranquilla: il paese vive sulla proprietà privata. Senza quella sarebbe a livello terzo mondo.

Alla signora Albanese, “cattiva maestra” con gli occhiali alla Toni Negri, l'abbigliamento radical-chic fintamente “palestinese”, la prosopopea (vera) dei gauchistes au caviar (quel sindaco PD di Reggio Emilia umiliato sul palco da Albanese non ha evidentemente sangue nelle vene), farei leggere le righe che mi ha inviato una amica ebrea che ha cugini che vivono in Israele straziati da due lutti dopo il pogrom del 7 ottobre: queste.

“Cara Rebecca, sono passati due anni ma il dolore per la morte dei nostri nipoti seviziati al rave dove erano andati nel segno della pace e per celebrare con gioia la vita, non si placa. Neppure riusciamo ad odiare gli assassini dei nostri cari. Prego ogni giorno affinché questa follia possa terminare. Le responsabilità del governo e degli oltranzisti religiosi le subiamo e le condanniamo. Ma noi viviamo in un perenne stato di guerra. Con le sirene che suonano e ci mandano nei bunker, con i razzi che arrivano dalla Striscia e dallo Yamen che possono colpire chiunque. Con i fanatici che ti possono sparare o accoltellare alla fermata di un autobus. E che qualche volta si fanno esplodere nel nome di Allah. Noi, Rebecca, viviamo con il mitra accanto il letto. Ci hanno insegnato ad usarlo, perché potremmo trovarci nella necessità di doverlo fare”.  

Questa è la vita per molti in Israele. “Mi aspetto che Bonelli e Fratoianni (come hanno fatto con Ilaria Salis) candidino Francesca Albanese come eurodeputata”. Non è il mio pensiero: lo ha scritto il collega Roncone in un lungo articolo sul Corriere della sera. Albanese del resto ha il “vento in poppa” come e più della flottilia che ha imperversato su schermi televisivi e giornali per settimane. Flotta che non portava aiuti umanitari (“meno di mezzo camion di viveri” è stato rivelato) ma “resistenza politica” al “blocco” delle acque di Gaza.

Detesto il “politicamente corretto”. Puoi essere contro un governo e contro una idea. E hai il diritto di dirlo, scriverlo: hai il diritto di andare in piazza a manifestarlo, il dissenso. In democrazia però, c'è un solo modo per sconfiggere un governo ritenuto inadatto: le urne. Non la via giudiziaria, non la via degli scioperi, non la ribellione violenta portata in strada. Tutto, del resto, già visto: compresi i “non studenti” che okkupano le università e guidano i cortei dei facinorosi.

Basta la “postura” – A Venezia (gli orchestrali, i sindacati, un “musicologo” che ha raccolto le firme), ci si oppone alla nomina di Beatrice Venezi a direttore dell'orchestra La Fenice. Venezi è giovane (35 anni), è bella, ha diretto in mezzo mondo. Ma, si sostiene, non abbia “i requisiti”. Un maestro, dal suo buen retiro, ha spiegato che Venezi “non ha la postura per dirigere”. Dirige fuori tempo? Fa andare in confusione gli orchestrali? No: non avrebbe la “postura”.

Ora, a parte che Venezi la postura ce l'ha ed è una gran bella “postura”, la verità è che fino a quando Venezi non ha rivelato di avere simpatie di destra, andava tutto benissimo. Nessuno andava rovistare nei trascorsi di suo padre, nessuno la additava come “calata dall'alto”. Venezi non è Toscanini e neppure Muti. Ma non merita di essere massacrata per le sue idee (peraltro espresse senza protervia) politiche. Invece la si fa passare per una “raccomandata”, se va bene. Se va male la si infanga per via della “postura”.  

Il fatto che è che in Italia ancora impera l'amichettismo dei circoletti: io ti intervisto e tu poi intervisti me. E scrivi un articolo che più che uno strumento di divulgazione è una prolungata “fellatio”.

Daniela – Se n'è andata settantenne Daniela Benelli, già assessore a Milano nella giunta Pisapia e a lungo direttore della Casa della Cultura. Una donna straordinaria che ho conosciuto per questioni di lavoro e che mi ha sostenuto in un progetto. Qualcuno ha detto che “non potevi non volerle bene”. Era vero. Daniela era franca e leale. Attiva, dinamica, preparata con una straordinaria capacità dialettica, con il sorriso aperto. Il taglio di capelli corto e sbarazzino alla Audrey di “Sabrina” le dava una freschezza che portava nel cuore.

Una persona che da tempo non sentivo, come capita ai vecchietti che tendono ad isolarsi da quanto li aveva visti un tempo protagonisti. Ho appreso della sua morte dai giornali ed è stato un dolore. Una bella persona, Danielina. Conoscerla e lavorare con lei è stato un privilegio.

Trasloco australianoSe ancora coltivate speranze su come andrà con il Meazza che verrà abbattuto, leggete della querelle tra Rabiot e De Siervo (Lega calcio) eminenza grigia della Lega. Stante inaugurazione dei Giochi invernali Milano-Cortina al Meazza usurato ma ancora funzionale alle cerimonie, il Milan ha deciso di volare in Australia (in quella data) per disputare la sua gara con il Como. Gravina ha cianciato di “promozione” per il calcio nazionale, Ceferin ha spiegato che la cosa sarà “eccezionale”. Ballano una quindicina di milioni di euro e il fondo che gestisce il Milan non ha voluto rinunciarvi.

I tifosi? Se ne facciano una ragione. Si gioca a migliaia di chilometri di distanza per incassare il “toncio”. E se Rabiot si lagna, parlando della salute dei giocatori, che non osi. Come ha spiegato De Siervo: “I giocatori sono pagati profumatamente. Per giocare dove i club decidono”. E se “schiattano” – come i “cavalli” del celebre film su una surreale maratona di ballo – pazienza. Lo spettacolo deve continuare.

Normalità – Fosse sfuggita, segnalo la bella intervista che Luca Bergamin sul Corriere della Sera ha fatto a Nadia Battocletti, la mezzofondista (madre marocchina, padre italiano) figlia d'arte che sta deliziando sulle piste di mezzo mondo gli appassionati di atletica. Nadia (ha rivelato di essere fortissima anche nel tennis, abbandonato per dedicarsi all'atletica) si alimenta come una donna normale, anzi prediligendo i dolci, salvo “bruciare” tutto con duri allenamenti.

Una ragazza solare e di buon senso che ama ballare sulle note della musica caraibica e che fa cose “normali” senza gli eccessi che sovente le star dello sport si concedono. L'intervista si segnala anche per un aspetto: Nadia professa la fede dell'Islam. Non le è stata imposta. La madre le ha insegnato le tradizioni della sua terra e la lingua araba, ma non l'ha in alcun modo forzata. Ha scelto Nadia. E la sua scelta, consapevole, distrugge tanti luoghi comuni.

Vincere o partecipare? Se sento ancora qualcuno difendere coach Spahija della Reyer lo querelo. Mai visto una squadra peggio allenata. Che non difende, non raddoppia, non taglia fuori a rimbalzo, non “aiuta”. E che in attacco, semplicemente, vive di “isolamenti”. Ora, certi giocatori sono le classiche scommesse con le quali la Reyer sistematicamente si inguaia. Ma qui la responsabilità è anche di una società che ormai da tempo non corre per vincere: corre per “partecipare”. Dice che quando sarà pronto il Palasport da 10.000 posti le cose saranno diverse: ci credo poco. Una società che non riesce a fare scouting decente si affiderà sempre agli agenti e collasserà. Il budget della Reyer non è inferiore a quello di Trento, per dire, o di Brescia. Ma da quelle parti c'è una ratio. A Venezia c'è approssimazione.

In effetti da stagioni, ormai, la Reyer è nelle esclusive mani delle ragazze. Spesso quanto a risultati. Sempre quanto ad impegno, cuore e qualità del gioco. La femminile è allenata da Mazzon. Alla prima in Europa, contro le vice-campionesse turche di Eurolega hanno offerto una gara strepitosa. In campionato non hanno fallito. E pensare che la stella della Reyer, Matilde Villa, è ancora ai box per infortunio. E prima di febbraio non rientrerà. Ma Cubay è diventata un totem. E Charles si sta rivelando giocatrice di talento. E se Matilde è convalescente, in regia Mariella Santucci si è confermata un genio del parquet con “letture” strepitose.

Altro – Imperversa un giochino fetente, sui giornali e sui social: Tudor, Pioli e Sarri, mangeranno il panettone? E pensare che Tudor (pur con cronica pareggite) è ancora imbattuto: in Italia e in Europa. Se il metro calcistico fosse adottato alla Ferrari il quesito non si porrebbe: tutti a casa. Staff tecnico e piloti. La verità è che il calcio degli annunci si distrae sempre sulle cose fondamentali. Per esempio sulle plusvalenze del Napoli relative al caso Osimeh. C'è chi è stato penalizzato a campionato in corso. E chi ancora deve sapere se verrà penalizzato o meno. Così si sostiene. Per la serie: Gesù Bambino (come cantava il menestrello) è Babbo Natale da giovane.

Infine: tregua a Gaza, polemiche in piazza finite? Sarebbe bello. Vedremo come la dinastia “maranza” si comporterà ad Udine. Il sindaco della città non vorrebbe che la gara di stasera contro Israele fosse disputata. Ma disertandola, da regolamento, l'Italia perderebbe per 0-3 a tavolino. E per la terza volta di fila potrebbe non qualificarsi per il Mondiale. Vincendo, Gattuso si guadagnerebbe i play-off, comunque. Per il seguito, munirsi di sfera di cristallo .

 

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