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Duribanchi / Il gentiluomo che divulgo' la moviola

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Martedì 30 Settembre 2025

 

sassi carlo 


“Carlo Sassi e Heron Vitaletti avevano creato, con i migliori intenti del mondo (dare conto della “realtà” al rallentatore), quello che sarebbe, nei decenni successivi, diventato un ‘mostro’. Prima di un secondo ‘mostro’ ben peggiore: i social.”

Andrea Bosco

Se n'è andato a 95 anni Carlo Sassi, milanese, collega che ho avuto il privilegio di conoscere alla RAI quando entrai in Corso Sempione nel 1990. Lui c'era entrato nel 1960 dopo aver tentato di sfondare come calciatore. Un bravo collega, una persona educata, un gentiluomo. L'uomo che inventò la “moviola”. Anche se meglio sarebbe scrivere: “l'uomo che divulgò la moviola”.

Alla “Domenica Sportiva” e in altre trasmissioni. L'antenata della VAR e della moderna tecnologia di analisi delle immagini, infatti, si deve all'intuizione di un geniale montatore, Heron Vitaletti, che con Sassi lavorava: Carlo la sviluppò. Ho conosciuto e apprezzato anche Heron – nella mia stagione – coordinatore dei montatori. Tutti siamo “tifosi” di qualche squadra. E alla domenica a metà pomeriggio (una volta le gare si giocavano in un'unica soluzione) era un continuo pellegrinaggio dalla redazione del tg regionale a quella (al piano superiore) dello Sport.

“Carlo, c'è qualche episodio controverso?”. Carlo sorrideva ai tifosi di Inter, Milan e Juventus (oltre a qualche sporadico partenopeo) e invariabilmente rispondeva: “Sto esaminando: qualche cosa sembra esserci ma ...”. Quel “ma” chiudeva la discussione. Carlo era serissimo custode delle “verità” che qualche ora dopo sarebbero state divulgate agli italiani. Che nel pomeriggio avevano seguito le partite con l'orecchio alle radioline.

Tutto iniziò nell'ottobre del 1967, derby meneghino finito 1-1. Al gol di Benitez (soprannominato “Coniglio”) seguì quello di Gianni Rivera. Palla di contro-balzo, traversa: dentro o fuori? Dopo consultazione con il suo guardalinee, l'arbitro convalida. Ma alla sera, Carlo Sassi dimostra che il pallone era rimasto al di qua della linea di porta. Non c'era allora la tecnologia che definiva senza possibilità di errore la linea virtuale delle porte. Non c'erano mille telecamere a seguire l'azione. Pareggio in campo, prime polemiche alla domenica sera e poi fuori dal campo sui giornali e nei bar.

Carlo Sassi e Heron Vitaletti avevano creato, con i migliori intenti del mondo (dare conto della “realtà” al rallentatore), quello che sarebbe, nei decenni successivi, diventato un “mostro”. A dire il vero mesi prima, nel gennaio, sempre di quell'anno, nel campionato poi vinto all'ultima giornata dalla Juventus di Heriberto Herrera sull' Inter di Helenio Herrera, c'era già stato un “fattaccio”. Ancora più clamoroso, fatto vedere dalla Domenica Sportiva ma passato sotto silenzio. In un Lazio-Juventus, funestato dalla pioggia, le reti si erano imbevute d'acqua, successivamente irrigidendosi. Quindi quando l'attaccante della Juventus, De Paoli, aveva calciato nella porta dei laziali, il pallone era stato letteralmente “sputato” in campo, senza che l'arbitro se ne accorgesse e convalidasse.

Da quell'Inter-Milan il calcio non è più stato come prima. Fu Carlo Sassi a far vedere a Concetto Lo Bello (allora gli arbitri andavano in studio) la mancata concessione di un rigore al Milan per clamoroso fallo di “Morgan” Morini su Bigon. La Domenica Sportiva non era solita fare sconti: quindi stupirono le polemiche “capitoline” per altro episodio (il gol annullato a Turone in un Juventus-Roma) quando Sassi, anni dopo la partita, spiegò che il “fuorigioco” non c'era. E che le immagini era state “manipolate” a Roma. Non dal collega che aveva realizzato il servizio ma da un montatore acceso tifoso della Lupa. Ma il calcio non è razionale: è pura emozione. Sul campo e fuori dal campo. E quindi “er go’ de Turone” sopravvive ancora oggi nella vulgata popolare. Su quella partita a Roma hanno realizzato addirittura un film. E non c'è tifoso giallorosso che non spergiuri che per quel gol non assegnato (romanesco sui generis) “li gobbi infami se ‘nguattareno lo scudo”.

Oggi la creatura di Sassi, la moviola, è diventata VAR. Con tecnologie sempre più sofisticate. Addirittura con una “sala” con decine di addetti ai lavori, fantascientifica più del centro spaziale di Houston. Eppure le polemiche, i sospetti, le accuse, se possibile, si sono centuplicate rispetto ai tempi di Sassi. Perché il “mostro”, che all'inizio era solo un piccolo contributo alla verità, oggi è diventato più spietato di Alien. Per via della competenza (spesso relativa) degli arbitri. Ma soprattutto per un secondo “mostro”, nato assai dopo la moviola di Sassi: i social. La più grande cloaca mai inventato dall'uomo. Servirebbe anche accettare l'errore umano dell'arbitro. Ma contemporaneamente servirebbe snellire l'ormai elefantiaca burocrazia calcistica che sta uccidendo lo spirito del gioco.

Carlo, domani avrebbe compiuto 96 anni. Elencare i suoi successi professionali sarebbe lungo e un poco stucchevole. In RAI era molto considerato dai colleghi per lo stile e la sua competenza. Non dirò per quale club battesse il suo cuore, in Italia. Dico cosa mi chiedeva, quando ci incrociavamo al bar della RAI o nei corridoi: “Andrea, c'è qualche mostra che merita di essere visitata?”. Buon viaggio Carlo. Chissà come ti avrà accolto là dove sei andato Bruno Pizzul. Ma posso immaginarlo .

 

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