Piste&Pedane / Chi vince ha (quasi) sempre ragione
Domenica 21 Settembre 2025

Sette medaglie – un oro, tre argenti e tre bronzi –: come mai prima. Il precedente erano le 6 di Göteborg 1995, 2 per conio, ma con un punto di distacco: 62 contro i 63 ottenuti in Svezia, quando però il programma aveva 5 gare meno di Tokyo.
Daniele Perboni
È finita, sotto un diluvio, con l’ennesima vendemmia di medaglie a stelle e strisce, di cui quattro d’oro e una d’argento. Nella 4x400 il Botswana con Eppie, Tebogo, Ndori e Kebinatship (l’oro dei 400), per sette centesimi ha beffato sull’ipotetico filo di lana gli yankees Norwood, Patterson McRae e Rai Benjamin, il dominatore dei 400 con ostacoli.
DOMINIO KENIA – Spettacolari, con un finale al cardiopalma gli 800 donne. Il successo è andato alla keniana Ilian Odira (1’54”62) che per vincere è stata “costretta” a battere il record più longevo dei Campionati iridati: quell’1’54”68 di Jarmila Kratochvilova risalente alla prima edizione, di un giorno più vecchio del primato, sempre di Jarmila, dei 400 (47”99. A relegarlo in cantina il 47”78 di McLaughlin-Levrone). Per la prima volta nella storia tre donne infrangono la barriera dell’1’55 nella stessa prova. Le britanniche Georgia Hunter-Bell e Keely Hodgkinson hanno occupato il secondo e il terzo gradino del podio. Rispettivamente con 1’54”90 e 1’54”91.
Odira e Hunter-Bell salgono rispettivamente al settimo e al nono posto della graduatoria di tutti i tempi degli 800. Il crono di Odira è anche il più veloce stabilito in terra asiatica, sostituendo l’1’54”87 di Pamela Jelimo ottenuto alle Olimpiadi del 2008. Un altro “titolo” si potrebbe riconoscere al Kenia, anche se non ufficiale: si è aggiudicato tutte le prove femminili di mezzofondo e fondo, dagli 800 alla maratona. 3000 siepi compresi.
Questo è il primo Mondiale, da Parigi 2003, in cui la Gran Bretagna non riesce a vincere una medaglia d’oro.
GRESSIER – Un oro nei 10.000 e un bronzo nei 5000 per Jimmy Gressier, unici podi per la Francia. Il ventottenne transalpino, detentore dei record nazionali che vanno dai 3000 ai 10.000, un po’ come Yeman Crippa (29 anni), e sovente in “battaglia” con il trentino nelle categorie giovanili, in quest’ultimo anno ha trovato la giusta dimensione.
Dopo la delusione degli Europei romani (quinto nei 10.000) e dei Giochi casalinghi (escluso dalla finale per poco meno di un secondo nei 5000) ha voluto insistere sulla pista, nonostante i “mostri” sacri africani. Diversamente da Crippa, non ha ascoltato le sirene della strada e dei dollari delle maratone. Scelta vincente, la sua, che ha pagato con due podi che daranno lustro alla carriera e che frutteranno i giusti ricavi nella prossima stagione.
ETIOPIA – Con il quinto posto di Biniam Mehary e il tredicesimo di Hagos Gebrhiwet l’Etiopia ha concluso una “campagna” giapponese decisamente disastrosa: è la prima volta dal 1991 (sempre Tokyo) che il Paese del Corno d’Africa esce dai Mondiali senza medaglie d’oro. Nel medagliere conta due argenti (10.000 con Kejelche e la Tsegay, maratona con Assefa, Almayew nelle siepi donne).
RECORD – Un solo record mondiale battuto in questa edizione: 6.30 di Armand Duplantis nell’asta. Nove i record dei Campionati; sessantadue quelli nazionali e ventidue le migliori prestazioni stagionali mondiali.
ITALIA – Come stranoto sono sette le medaglie azzurre. Mai come in questa edizione siamo saliti così in alto in fatto di podi. Il precedente risale a Göteborg 1995 con sei. Indubbiamente, ancora una volta, il movimento italiano ha dimostrato di arrivare preparato agli appuntamenti importanti, nonostante alcune contro prestazioni. Che ci stanno.
«È stato un anno straordinariamente lungo, da febbraio con i campionati indoor fino a settembre, e gli atleti hanno cercato di allungare la stagione. Il ringraziamento va a chi lavora per questo, perché con molti atleti c’è bisogno di un numero adeguato di persone nello staff», ha dichiarato il presidente Mei nella consueta conferenza stampa (rimandiamo al sito della Federazione per l’intero contenuto).
«Consistenza, profondità e futuro». Queste le parole-chiave per il direttore tecnico Antonio La Torre, mentre sottolinea come ora l’atletica ha due leader giovani: «adesso ci sono due nuovi leader come Furlani e Battocletti per fungere da stimolo …».
MEDAGLIERE E TABELLA PUNTI – Undicesimi nel medagliere con gli USA che salgono a 16 ori e il Kenia a 7. Terzo il Canada (3). Per quanto riguarda la vecchia Europa ci sopravanzano Olanda, Spagna, Svezia e Portogallo (con due ori), pur contando meno podi complessivi. Sesti nella tabella a punti, con 15 finalisti e un totale di 62 punti. Per l’ennesima volta guidano gli Stati Uniti (63 finalisti e 308 punti totali), davanti a Kenya (20/118), Giamaica (21/98), Germania (15/66) e Gran Bretagna (17/66).
CONCLUSIONI – Possiamo essere più che soddisfatti e torniamo da Tokyo con buone sensazioni. Il futuro è assicurato per quanto riguarda i giovani. I “vecchi” hanno ancora cartucce da sparare, a patto che sappiano evitare gli errori del passato (escluso Gimbo Tamberi). Ci riferiamo naturalmente a Marcell Jacobs e Chituru Ali, sino allo scorso anno, dopo l’argento agli Europei romani, considerato l’astro nascente della velocità, qui non presente e desaparecido per tutta la stagione.
I due hanno intrapreso la strada americana, nel tentativo di esplodere. Sono esplosi sì, ma a livello muscolare con una caterva di infortuni forse mai vista. Se, come afferma Tilli, commentatore RAI e tecnico della velocità che lavora per la FIDAL, gli infortuni non arrivano per caso ma sono il frutto di tecniche di allenamento sbagliate. Sarebbe il caso di riportarli a casa. I due, diciamo, non gli infortuni.
Yeman Crippa rimane un quasi mistero irrisolto. Il suo approccio ai 42 chilometri non ha prodotto risultati soddisfacenti. Se a livello cronometrico ha piazzato un buon 2h06’06”, nei grandi appuntamenti, esclusa la pista e la mezza, non è mai riuscito a piazzarsi fra i primi dieci. L’età avanza (28 anni) e non può più essere considerato un giovane. È un atleta maturo. Alla luce di quanto “prodotto” da Crippa, non sarebbe il caso di ritornare sui propri passi e … riprovare ancora con le corse nello stadio? La palla ora passa all’atleta, al suo tecnico, Pegoretti e, soprattutto, alla Federazione.
Velocità, fondo e mezzofondo sia maschili che femminili (Nadia Battocletti è indiscutibile: la sua carriera parla da sola …), asta, alto, lanci (per Fabbri identico discorso fatto per Nadia, anche se il fiorentino sembra piuttosto fragile nei grandi appuntamenti), maratona femminile soffrono con buchi spaventosi. Si dirà che abbiamo vinto la Coppa Europa per due anni consecutivi. Vero. Ma le squadre avversarie non hanno mai puntato decisamente su questa manifestazione. Certo, gli assenti, volontari o meno, hanno sempre torto.
Qui per noi parlano i numeri. Ne siamo usciti più che bene e l’atletica è apparsa anche nei notiziari nazionali in prima serata. Grande pubblicità. Dunque le scelte tecniche del nuovo corso federale hanno avuto ragione. Ne siamo lieti e soddisfatti.
I nostri continui “rimbrotti” verso il presidente non erano, nella stragrande maggioranza, diretti a queste scelte, ma sulla sua conduzione politica (vedi l’assemblea elettiva e quella straordinaria per alcune modifiche allo Statuto) e sui costi che continuano a lievitare ed alla incessante caccia all’avversario, “colpevole” di criticare. Testimoni i diversi processi a carico di chi osa commentare in senso negativo. Processi persi con conseguenti esborsi federali, mentre gli eretici pagavano di tasca propria. Altro argomento divisivo, il ragguardevole aumento di stipendio, passato da poche decine di migliaia di euro a oltre cento mila.
Si parla altresì di indagini e di un interessamento della redazione di Report. Sarà vero? Solo voci, naturalmente, nessuna certezza, “sparate” per creare polveroni ad arte e scoprire i nervi degli interessati? Vedremo. Ma intanto lasciamo spazio ai festeggiamenti e ai sorrisi degli atleti. Birmingham (Europei) è alle porte: 10/16 Agosto 2026 all’Alexander Stadium. Prima però occorre passare per i campionati continentali di Cross, quest’anno previsti a Lagoa, in Portogallo (14 Dicembre). Nadia Battocletti ci sarà o deciderà di riposare?
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