Piste&Pedane / (8) 7 medagliati a Tokyo '21, 7 medaglie a Tokyo '25
Sabato 20 Settembre 2025
Due medaglie, argento (10.000) e bronzo (5.000): Nadia Battocletti da Cavareno, figlia di Giuliano, che la segue da sempre, ex mezzofondista azzurro, entra definitivamente nella storia dell’atletica nazionale, se non mondiale.
Daniele Perboni
Dice quello la: “la vedo dura sui 5000. Non penso che Nadia riuscirà a salire sul podio. Difficile”. Lo ripete almeno un paio di volte nell’arco dell’ultimo mese. È uno che ne capisce un poco di fondo e mezzofondo. No, non è un tecnico o un ex atleta, però molte volte ha azzeccato il pronostico. A una nostra risposta dubitativa, risponde: “Oh, non dico che sarò contento se non la piglia, sia chiaro” e riattacca.
Invece… la Straordinadia, come è stata affettuosamente battezzata dai suoi fan, è diventata grande – (“Dal 2021 ho fan club di tifosi. Mi scrivono tanti messaggi di affetto”) –, non si lascia più intimidire da nessuna. Entrata nell’aristocrazia del fondo in pista (difendendosi benissimo pure nei cross e su strada), in questi 5000 sin dallo sparo si piazza nelle prime posizioni e non molla più nessuno, facilitata anche da un ritmo blando. «Ho parlato con papà. Gli ho confessato: “questa volta ci provo, non posso lasciarle davanti, sarò sempre dietro a loro, a controllarle. Sinceramente ero stanca, ma mentre correvo continuavo a ripetermi sei stanca, ma sono stanche anche loro. E non ho mollato”».
Campana dell’ultimo giro. Rimangono in tre: Nadia, che tenta una fuga quasi ciclistica, un allungo improvviso per prendere in contropiede le due keniane, Chebet e Kipyegon. Ordinata, corretta e micidiale. Non proprio una seguace di Vito Taccone, il camoscio d’Abruzzo, famoso anche per le sue liti e qualche scazzottata con altri colleghi ciclisti. Niente da fare, quelle non mollano.
Rettilineo finale. Sempre in tre appiccicate. È Beatrice Chebet, 25 anni, vincitrice dell’oro nei 1500, che prende il comando e non lo molla più. Nadia perde qualche metro, prova a rilanciare ma non basta. La tripla primatista mondiale (5000, 10.000, 5.000, 5 km su strada) e doppio oro ai Giochi parigini (5000 e 10.000) si invola in 14’54”36. Alle sue spalle la trentunenne connazionale Faith Kipyegon (tre volte oro olimpico nei 1500: Rio, Tokyo e Parigi; quattro volte iridata sempre nei 1500: Londra 17, Eugene 22, Budapest 23 e Tokyo 25, primatista mondiale del Miglio, di passaggio: 4’07”64, ‘23) è seconda con neppure un secondo di distacco (14’55”07) che a sua volta non si fa superare dalla Battocletti, bronzo con 14’55”42.
Con questo podio, salgono a sette le medaglie azzurre. Tripudio a Casa Italia. Ora chi lo ferma più? Il capo, diciamo. Ha ragione, il sette, numero sacro per i babilonesi (Sole e la Luna considerati pianeti, più altri cinque allora conosciuti fondavano la sacralità del numero che rappresentava il cosmo, la sua perfezione e totalità), è un traguardo mai raggiunto nei Campionati Mondiali da quando esistono: Helsinki 1983.
Clamoroso al Cibali: fuori gli Stati Uniti dalla finale della 4x400 uomini. No, aspettate, qualche particolare non quadra. Forse ci siamo fatti prendere dal panico, dalla fretta, o dall’entusiasmo. Sulla pista dello Stadio Nazionale di Tokyo il Catania non ha mai giocato e il Cibali è tutt’altra cosa. Riavvolgiamo il nastro, guardiamo meglio il foglio (elettronico) dei risultati.
Nella prima, delle due, batteria gli Stati Uniti ci sono, hanno corso e si sono piazzati sesti (3’01”06), con un crono che neppure una squadra universitaria … americana si intende. Nel 25 la Texas A&M (Hijb, Zamzow, Faquharson, Robinson), ha stampato un 3’00”73 di tutto rispetto. Il miglior crono di tutti i tempi, sempre di una squadra di club, è il 2:57.74 – Bamdel, Patterson, Powell, Willie – ottenuto a Austin il 9 Giugno ‘23). Nessun errore. Sono fuori. Dunque clamoroso sia, anche senza Cibali e la telecronaca di Sandro Ciotti. O di Enrico Ameri? La leggenda non chiarisce l’inghippo.
Quarte (3’24”71), coraggiose e ripescate per la finale Anna Polinari, Virginia Troiani, Alessandra Bonora e Alice Mangione.
Diverso clamore ha suscitato anche la 4x100 azzurra priva di Tortu (Fausto Desalu, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Matteo Melluzzo). Un pasticciaccio brutto che ha coinvolto Marcell e il secondo frazionista del Sudafrica. Un quasi scontro nel momento dello scambio di testimone con i rispettivi compagni che ha fatto perdere l’equilibrio al gardesano. Italia sesta in 38”52, quindi fuori dai giochi. Non arrivate alla fine Sudafrica e Gran Bretagna, altra grande in leggero disarmo. Fra ricorsi e contro ricorsi la giustizia sportiva della World Athletics ha dato ragione all’emisfero australe, tanta è la “forza” politica della FIDAL in campo internazionale. Nonostante la potenza sbandierata … Serve urgentemente “la forza”, l’energia mistica generata da tutti gli esseri viventi. Da queste parti transita solo “il lato oscuro” della forza.
Grande gara del doppio giro. Vince il keniano Emmanuel Wanyonyi in 1’41”86 (record dei campionati). Da sottolineare che scendere sotto un minuto e 43 non è servito a Masalela (Botswana) ad evitargli l’ottava e ultima piazza.
Il secondo oro e l’argento conquistati oggi dalla Spagna (20 km di marcia maschile e femminile, ritirata Antonella Palmisano attorno al 12º chilometro) ci ricacciano al nono posto del medagliere. Si sa, l’oro è la moneta universale che fa girare il mondo. Gli USA hanno un ruolo fondamentale nel far salire o scendere il prezzo del metallo prezioso per eccellenza, e dunque guidano largamente il mercato delle medaglie: dodici ori, il doppio del Kenya, secondo in classifica.
Domani si chiudono, atleticamente parlando (scrivendo), i dieci giorni più lunghi di quest’anno. Qualcosa può ancora cambiare a livello di medagliere e classifica a punti. Decisamente per noi non cambierà nulla (o poco).
PIAZZAMENTI [1-8]
ORO – Mattia FURLANI: Lungo 8.39 RP
ARGENTO – Andrea DALLAVALLE: Triplo 17.64 RP
ARGENTO – Nadia BATTOCLETTI: 10.000 30’38”23 RN
ARGENTO – Antonella PALMISANO: 35 KM 2h42’24”
BRONZO – Iliass AOUANI: Maratona 2h09’53”
BRONZO – Leonardo FABBRI: Peso 21.94
BRONZO – Nadia BATTOCLETTI: 5000 14’55”42
6. – Yohanes CHIAPPINELLI: Maratona 2h10’15”
6. – Andy DÍAZ HERNÁNDEZ: Triplo 17.19
7. – Federico RIVA: 1500 3’35”33
7. – ITA: 4x400 MX 3’15”82 (Luca SITO 46”04, Anna POLINARI 51”22, Vladimir ACETI 46”00, Alice MANGIONE 52”56)
7. – Sara FANTINI: Martello 73.06
8. – Riccardo ORSONI: 35 KM 2h31’39”
=8. – Matteo SIOLI: Alto 2.24
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