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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Un po' di quanto sarebbe bene sapere

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Sabato 20 Settembre 2025

 

benjamin-tokyo 


Impegnato ad ascoltare Idea Pieroni e Asia Tavernini, le loro parole e i ringraziamenti al nutrizionista (è necessario un nutrizionista per saltare 1.83?), lo spettatore medio non ha avuto la possibilità di vedere, sapere, considerare …

Giorgio Cimbrico

– che i 400 (donne) sono stati la più grande gara della storia: due tempi sotto i 48” in 42 anni e due tempi (Sydney McLaughlin 47”78, Marileydi Paulino 47”98) in un attimo e ottava e ultima in 49”77. Marita Koch potrà festeggiare i 40anni del suo record, centrato in una bella giornata di sole a Canberra. Ma Sydney preme e per Los Angeles culla l’ipotesi di un’accoppiata che può lasciare il segno. Come Michael Johnson ad Atlanta.

– che Sydney è allenata da Bob Kersee, da oltre 40 anni attivo come allenatore, tra molte luci e molte ombre. Kersee è nato in quella che si chiamava Canal Zone, amministrata dagli americani prima che il canale venisse ceduto al simpatico Noriega.

– che Keshorn Walcott ha vinto un titolo globale 13 anni dopo la vittoria a sorpresa, e da junior, ai Giochi di Londra. L’intervallo ripercorre quello di Carl Lewis, a segno tra il 1983 e il 1996 ma il Divino aveva quattro tavoli su cui giocare. Walcott è una specie di rivoluzionario: con lui il giavellotto si è trasformato da lancio molto bianco e molto baltico in specialità aperta ad ogni angolo del mondo e per la prima volta sul podio sono andati tre atleti di pelle scura.

– che sette delle sedici corsie delle finali di 200 e 400 sono o sono state occupate da atleti dell’Africa australe. Collen Kebinatshipi ha centrato una delle più grandi accoppiate della storia: 43”61 in semifinale, 43”53 in finale. Sommando i tempi del botswano, primo campione mondiale per il suo paese, meglio di Quincy Watts a Barcellona: 43”71 e 43”50.

– che gli americani sono franati nei 400 e sono scomparsi dagli 800 e i due giri sono più che mai la zona più viva ed eccitante del panorama. Chi è questo Cian McPhillips da Ardagh che sottrae al veterano Mark English il record irlandese vincendo la semifinale in 1’43”18? Un titolo europeo under 20 sui 1500 quattro anni fa e un record giovanile, sulla stessa distanza, per sostituirsi 45 anni dopo a Ray Flynn sono tutte le informazioni che è stato possibile raccogliere. Sul mezzo miglio si affaccia anche la Giamaica: Navasky Anderson 1’43”72. Un giamaicano in una finale globale non si vedeva dai tempi lontani di Arthur Wint, argento a Londra e Helsinki, e di George Kerr, terzo a Roma e quarto a Tokyo.

– che Filippo Tortu ha perso un record: era uscito dalla finale di Eugene in 20”10 e mai un tempo del genere aveva escluso dai primi otto. Ora il migliore dei “fregati” è Makanakaishe Charamba, Zimbabwe, 20”03. Il 19”84 di Bryan Levell è il più veloce tempo di sempre in un primo round, il 19”51 di Noah Lyles è il più veloce tempo di sempre in una semifinale.

– che la coalizione sudamericana si allarga a sei paesi e tocca le sei medaglie con il ritorno alle gare, dopo due anni, di Yulimar Roas, terza nel triplo. Tutte le medaglie i piazzamenti di immediato rincalzo sono del Caribe: anche il Venezuela, affacciato su quel mare, ne fa parte. La domanda è: ma quando Leyanis Perez da Pinar del Rio toccherà o supererà finalmente i 15 metri che continua a pizzicare? Nel caso raggiungerà Yamilè Aldama dalla vita tormentata, Yargeris Savigne e Magdelin Martinez che scelse l’azzurro.  

– che ... ecc. ecc.

 

 

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