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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste& Pedane / (4) Una giornata un po' interlocutoria

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Martedì 16 Settembre 2025

 

tokyo-2025 

Dopo i fasti delle quattro medaglie e con qualche delusione, il solo riuscito a raggiungere una finale è stato Matteo Sioli, ottavo nell’alto. Per il resto, restiamo in fiduciosa attesa, puntando i nostri dobloni sui salti in estensione.

Daniele Perboni

Come nobili romani invitati alla tavola di Lucio Licinio Lucullo, sdraiati sul triclinio attendevamo una nuova pietanza. Oro, argento o bronzo? L’importante non era il colore ma il sapore. Purtroppo nulla di quanto atteso ci è stato servito. Giornata grama, sfortunata, colpita dalla mala sorte? O solamente un tasso tecnico troppo elevato per gli atleti dello stivale?

Resta il rammarico di non aver saputo domare il tempo. Quei tre maledetti millesimi (13”22) che, negli ostacoli alti, hanno negato a Lorenzo Simonelli la finale nei 110 lasciano un poco d’amaro. Pietanza sgradita. Lo ripetiamo da tempo: essere fra gli otto sopravvissuti e disputare la prova finale non è mai facile. Basta un nulla, un soffio e puf, tutto sfuma. Così è stato per “Lollo”. Una stagione iniziata male, proseguita fra alti, bassi e finita con sogni infranti.

Fra disperazione e delusioni chi ha salvato un poco l’onore delle quattro medaglie sin qui conquistate è il diciannovenne Matteo Sioli, ottavo a 2.24. Oro al neozelandese Kerr, campione olimpico ri-salito sugli allori a 2.36 con la miglior prestazione mondiale stagionale.

Altri azzurri? Il solo salvatosi per il turno successivo è Francesco Pernici, approdato con grinta e caparbietà alla semifinale (1’45”11), insufficienti gli altri, anche se Edo Scotti è sceso nuovamente sotto i 45 secondi (44”77).

Non ci resta che attendere il primo pomeriggio di domani, quando in pedana scenderanno Dallavalle e Diaz per le qualificazioni del triplo e Mattia Furlani nella finale del lungo, oltre al recuperato, dopo giusto ricorso (squalificato per una caduta di cui era incolpevole), Federico Riva nei 1500.

Si rivedranno anche Desalu e Tortu nelle batterie dei 200. L’ex primatista italiano dei 100 però ha fatto sapere che non è poi così sicuro di poter difendere adeguatamente la sua caratura internazionale. Se mai ancora ne possiede una, dopo i continui “disastri” tecnici e cronometrici palesati ultimamente. Da più parti si sostiene –, chi scrive è fra loro –, che Tortu dovrebbe cambiare guida tecnica anche se ormai pare tardi per questa scelta. Pippo non è più un giovincello alle prime armi, ma un atleta maturo con precisa struttura fisica e motoria. Il miracolo, però, potrebbe ancora avvenire. Non siamo forse una terra di santi e masserizie varie?

Se ne mormora da tempo fra i riservati circoli dei tecnici della velocità. Ma nessuno lo confermerà mai, anche se … L’esclusione dalla “trasferta” in Oriente di Salvino, il padre-tecnico di Pippo, potrebbe essere interpretato come l’inizio di questa transizione? Questa non è la fine. Non è neanche l'inizio della fine. Ma forse è la fine dell’inizio. (Cit. Winston Churchill).

Con Tortu in dubbio, e un Jacobs che pare intenzionato a lasciar spazio ad altri, la staffetta veloce quest’anno non trova pace. Abbiate pazienza signori lettori. Ancora pochi giorni e sapremo.

 

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