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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
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dall’ Ottocento al Fascismo
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Osservatorio / Riusciranno i nostri eroi a tenere a bada la politica?

Venerdì 27 Giugno 2025

 

bonfiglio 


“Si capirà presto, ma va detto che mai si era visto un presidente uscente (leggi Malagò) schierarsi in maniera così palese e imbarazzante. Anche per favorire la formazione della Giunta meno significante della storia.”

Luciano Barra

Avendo letto che Malagò era estasiato dai messaggi ricevuti prima delle elezioni, anche io avrei voluto mandargliene uno, ma solo dopo le elezioni. Purtroppo il volo per Madrid – per andare a vedere la Coppa Europa di Atletica – me lo ha impedito. Parafrasando un noto slogan pubblicitario, gli avrei scritto: “Ti piace vincere facile”.

Mai avevo visto in un’elezione sportiva il presidente uscente schierarsi in maniera così smaccata a favore di un candidato, quasi al limite dell’antisportività. Lui da subito ha issato lo stendardo dei Guelfi (leggi Papa) costringendo l’avversario a schierarsi con i Ghibellini (Governo). Di fatto creando una forte spaccatura all’interno del movimento olimpico italiano: 59% per Bonfiglio e 41% per Pancalli. Non solo, il suo intervento ha condizionato in maniera determinante l’elezione della Giunta Nazionale. Lì, gli “uomini del Presidente” hanno di fatto occupato i posti chiave.

Un amico giornalista mi ha scritto: “credo sia la peggiore Giunta della storia, di sicuro la più insignificante”.  Tutte persone più che rispettabili quelle elette, sia chiaro. Ma la sensazione che rimane è quella di una manovra di Malagò per rimanere comunque al comando del CONI senza esserne più il presidente. Riuscirà Buonfiglio ad arginare questa ambizione. Per questo motivo non sono d’accordo nel classificare questa tornata elettorale come una vittoria di Malagò.  Il tempo lo dirà.

Ma il fatto è – come hanno commentato in molti – che le più importanti Federazioni sono rimaste fuori. Tennis e Nuoto, vista la nota avversione di Binaghi e Barelli nei confronti di Malagò. Ma anche Atletica e Pallavolo, i cui presidenti fanno parte dei “non eletti”. E tanto per gradire, Calcio e Sport Invernali non ricandidati ed altri ancora.

Grave, se non assurda, la mancata elezione di Stefano Mei. Per un voto rimane fuori dalla Giunta. Eppure lui si era pubblicamente schierato per Buonfiglio. Si dava per scontata la sua elezione con quasi prevedibile scranno da vice-presidente vicario. Lo scrutinio dei voti ha evidenziato chiaramente come invece ci sia stato un blocco di voti a favore di altri. Forse Mei non è stato considerato abbastanza malleabile nella futura gestione del CONI.

Personalmente non sono mai stato tenero con Stefano Mei ma – a parte la sua attuale fobia di squalificare tutti quelli che lo attaccano – una sua elezione avrebbe premiato una Federazione che nell’ultimo quadriennio ha raggiunto risultati importanti. Sicuramente l’elezione di Mei avrebbe dato un diverso peso specifico alla nuova Giunta, grazie al suo pedigree. E poi stiamo parlando della prima disciplina olimpica. Mai l’atletica era rimasta fuori del governo dello sport nazionale.

Ma ci sono soprattutto due cose che non capisco: il sottofondo di queste elezioni è stato quello che, per semplificare e sintetizzare, ho classificato come una lotta dei Guelfi contro i Ghibellini.  Riusciranno i nostri eroi – quelli eletti – ad arginare l’appetito della politica nell’occupare territori sconosciuti e posizioni ambite?  La mia sensazione è che l’attuale politica facilmente potrà fare un boccone di Buonfiglio, Malagò, Bianchedi, Lunetta, ecc. Cosa che sarebbe stata ben più difficile se gli eletti avessero rappresentato gli sport cardine dell’attuale organizzazione sportiva italiana.

Così come non ho compreso la fantozziana candidatura di Franco Carraro. Per come lo conosco e per la stima che gli debbo non posso classificare la sua candidatura come un gesto senile per continuare ad essere sui titoli dei giornali. Né credo che la difesa di Carlo Mornati sia stata una mossa determinante. Forse solo una mossa per farlo uscire dall’imbarazzo della situazione. D’altronde lui non si è mai erto a paladino dei salariati, anzi.

Le future settimane e i mesi a venire ci aiuteranno a capire da che parte lo sport italiano andrà. A me pare che l’attuale vittoria dei Guelfi sia un po' da classificare come una vittoria di Pirro. 

 

 

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