Duribanchi / Il senso perduto (e rimpianto) della misura
Mercoledì 14 Maggio 2025
“Prevost l'americano più popolare di Trump? Mediaticamente quasi certamente. Ma Trump ha i dollari (14 milioni recapitati alle sofferenti casse vaticane), Leone XIV ha solo la parola del vescovo della cristianità.”
Andrea Bosco
Overdose di “papeide“. Prima la morte di Bergoglio, poi il pre-conclave, poi il conclave (e per fortuna le “fumate” sono state poche), adesso Leone XIV papa americano (del Nord e del Sud). Juana e Paola, le due signore peruviane che si alternano a lavorare a casa mia, hanno commentato con vera emozione l'elezione di Prevost, papa dal volto umano, legato alla liturgia (niente uscite pop-argentine) del quale ancora non si capisce se sia un conservatore o un progressista.
Probabilmente né l'una, né l'altra: solo un Papa. Per fortuna che siamo un paese laico, altrimenti in questo ossessivo Big Carnival (ogni riferimento al film di Wilder è voluto) dei media che sparano fino a 15 pagine al giorno sulle cose del Vaticano, fossimo stati un paese clericale, avremmo un nuovo Papa Re. Ma la colpa non è dei porporati (anche se per fregare Parolin, gli italici bergogliani, raccontano i vaticanisti, ne hanno inventate di ogni) che fanno il loro mestiere, assecondando fede e vocazioni. Immagino che anche loro siano consapevoli che questo smodato clamore alla fine potrebbe ritorcersi contro San Pietro.
La colpa è dei media che ormai non riescono più a dare una proporzione senso alle notizie. “Sparano” a palle incatenate. E allora ecco i cugini dei cugini del Papa. Ecco il suo cavallo, ecco la sua racchetta da tennis. Ecco dove andava a mangiare in Italia. Ecco (ma questo è bene) la landa peruviana dove predicava che nessuno conosceva (e nessuno avrebbe mai conosciuto senza Prevost), periferia degli “ultimi”. Dopo gli argentini, i peruviani.
Non c'è misura: la “mozzetta” indossata da Papa Leone, vale il suo forte messaggio contro la guerra nel nome della pace. E chissà quanto lo metteranno in croce dopo avergli “strappato” con i soliti sistemi da curva un “forza Roma” che sta già innescando mille sospetti. Visto che (lasciamo perdere la derelitta Juventus, squadra che semplicemente “non è”) in lizza per la Champion's c'è anche la Lazio. E ovviamente la Roma. Caro Papa, lei quell'incitamento se lo sarebbe dovuto risparmiare anche se è stato segnalato come presente (spesso) alle gare della Maggica. Lo dico per lei: il tifo a Roma è una cosa smisurata. Si faccia spiegare cosa sputano dal microfono 24 ore su 24 le radio romane. Dovrà, prima o dopo fare un endorsement anche per la squadra di Lotito. Se non altro per equità “tifosa”.
Prevost “l'americano” più popolare di Trump? Mediaticamente quasi certamente: anche perché essendosi reso Trump “odioso”, in fondo ci vuole poco. Ma Trump ha i dollari (14 milioni, secondo alcune gazzette, recapitati alle sofferenti casse vaticane durante il viaggio a Roma per i funerali di Bergoglio), Leone XIV ha solo la parola del vescovo della cristianità. Trump ha, oltre ai dollari, i missili, le navi, gli aerei, la tecnologia. Insomma ha svariate attrezzature di dissuasione: persino i dazi (per la sofferenza dell'Europa) lo sono. E con gente come Putin, come i pretacci di Teheran, come gli indiani e i pakistani, come gli Houti, le parole, per quanto ecumeniche e salvifiche, non bastano.
Trump non per le parole, ma per “altro“ forse porterà a casa la pace tra Russia e Ucraina, forse troverà un accordo sul nucleare iraniano, forse riuscirà a trovare un mediazione commerciale con la Cina. Non credo riuscirà a cavare un ragno dal buco in Palestina. Anzi: oggi (e sottolineo oggi: l'altro ieri era assai diverso) un eventuale riconoscimento dello stato di Palestina (due popoli e due stati) scatenerebbe Bibi. Oggi Israele vuole una sola cosa: la distruzione di Hamas. Non un accordo con Hamas. Vuole cancellare Hamas. Per il semplice motivo che Hamas (sorretta dall 'Iran) vorrebbe cancellare Israele. Israele non può permettersi (pena la sua sopravvivenza) che Hamas continui ad esistere. Le cose sono andate troppo oltre. L'unica sarebbe che i palestinesi si ribellassero ad Hamas.
Bibi l'ha detto a Trump: nessun accordo con Hamas. E se l'Iran continuerà ad arricchire l'uranio non abbiamo bisogno dell'aiuto degli USA: ci pensiamo da soli. Non si tratta di una sbruffonata. Trump avrà anche Musk and Company. Ma la lobby ebraica è talmente forte e radicata da poter mettere in difficoltà chiunque nel mondo. Visto che si tratta di una lobby che controlla (e condiziona) i mercati. Fine delle considerazioni politiche. Da vecchio arnese mi manca la sobrietà con la quale furono eletti altri Papi. Mai si era vista una canea simile nel mondo. Non spetta a me andare oltre. Ma se il Vaticano diventa una piazza social, allora, inevitabilmente, il credo islamico prenderà sempre più piede nel mondo occidentale. Conviene?
CALCIO – Lotta scudetto incertissima. Napoli in testa, ma Inter a un punto e con la bava alla bocca. E fiduciosa dopo la vittoria in Champion's contro il Barcellona. Vittoria esaltante e per certi versi meritata. I bauscia hanno parlato di riedizione di Italia-Germania 4-3: cala trinchetto. Le polemiche in Spagna si sono sprecate contro un arbitro recidivo e tacciato di tifare Real Madrid. In compenso il presidente FIFA (Infantino) tifa Inter e in Catalogna gli zebedei stanno ancora fumando.
E' sempre questione di arbitri. Anche Massa (arbitro di Lazio-Juventus è recidivo. Ma soprattutto lo è il VAR: che non sempre (anzi quasi mai) fa bene il suo mestiere. Ma ormai è una moda. Ogni domenica sul parquet si vedono cose turche. Ma di islamiche se ne sono viste anche in NBA dove uno non si aspetto debbano accadere. A Napoli hanno tirato fuori i cornetti: non è detto basti. Urge trovare Ciccillo O' Musicante: principe degli jettatori che spargeva di sale il campo del Vomero. Ammesso sia ancora tra noi. Se legge, un tiè alla Eduardo non me lo leva nessuno.
In coda passo avanti (finalmente) del Venezia che batte al Penzo la Fiorentina e si porta in zona salvezza. In mezzo è “concertone“: la Juventus di Tudor (ma che poteva fare di più il croato?) sguazza a fianco della Lazio: graziate entrambe dall'Atalanta vincente su Ranieri e la sua ottima Roma. Ma in Champion's ci va uno solo e tre posti sono già assegnati. Mischione gigante con sole due gare a disposizione. Potrebbe volerci uno spareggio, come del resto per il titolo. Roba che non si vede dai tempi di Bologna-Inter che coincise all'Olimpico (campo neutro, allora usava) con lo scudetto dei felsinei di Bernardini: Haller, Bulgarelli, Pascutti, Fogli, “Dondolo” Nielsen, Perani.
BAGNOLI – Ancora calcio: quaranta anni fa vinceva lo scudetto il Verona di Bagnoli. Nanu Galderisi, Breitner, Di Gennaro. Ma soprattutto Bagnoli il filosofo (Gianni Brera lo chiamava Schopenhauer) in panca. Notarella: fu l'anno del sorteggio arbitrale integrale. Niente rose: chi usciva dall' urna, arbitrava. Vinse il Verona. Una rivoluzione. Più del Cagliari di Scopigno. In un campionato dove (a parte rare eccezioni) a vincere da sempre sono le solite tre: Inter, Juventus e Milan. Un caso la vittoria dei veneti. Certamente un caso. O forse no.
Ancora: auguri a Evaristo Beccalossi. E' stato male ma ora si sta riprendendo. L'ho conosciuto e intervistato, lo stimo. E' uno che non molla. Bearzot non lo portò in Spagna dove vinse il Mundial preferendogli Antognoni. Il giocoliere dell'Inter era sostenuto da mezza Italia. “Mi chiamo Evaristo, scusi se insisto”. Il cammeo RAI del genio Beppe Viola dopo una doppietta del Becca è diventato storia. Ma Berazot non si commosse e lo lasciò a casa. Una delusione che il Becca prese come una ingiustizia. Ma si rialzò. La gente gli ha sempre voluto bene: perché gli artisti non sono solo di una squadra. Sono di tutti.
SINNER – È tornato. Non si sa dove potrà arrivare: tre mesi di stop sono tanti (la nota squalifica patteggiata) anche per un superman come lui. Avanza anche Musetti che forse non avrebbe dovuto giocare il doppio assieme a Sonego: energie sprecate. Avanza Paolini, che magari arriverà con il suo tennis spregiudicato in finale. Dove però l'Everest Sabalenka sembra non scalabile. Per tutte, non solo per Jasmine.
Moto GP: cade Bagnaia, ancora e ancora. Delle due l'una: o non sta bene fisicamente o la moto non è a posto. Ducati che dice? In fondo anche quella di Marquez (mostruoso come sempre) è una Ducati.
BASKET – La Reyer (basket quasi indecente nella larga vittoria su Varese) se la vedrà ai play off con una big. Spahija è dato in uscita dopo una tormentata stagione. Ma se lui ha responsabilità, ne hanno anche i giocatori. Che lui ha scelto. Assieme a Casarin, il presidente.
Le ragazze di Mazzon hanno perso a Schio in gara cinque lo scudetto. Schio più forte e più fisica: molto brave. La Reyer è stata solo Matilde Villa, 23 punti. Schio meglio distribuita nei ruoli e capace di giocare “sporco“ specie su Kuier che soffre le mani addosso. Fallimentari nella gara senza ritorno quasi tutte, Villa a parte. Con responsabilità della dirigenza: non si può sostituire un centro da venti punti a gara come Sheppard con uno (Stankovic) che non è mai arrivata in doppia cifra. In ogni caso: Schio-Venezia (e ritorno) è stato uno spot per il basket femminile. Taliercio sold out, idem a Schio. Petrucci vorrà aiutare il basket delle ragazze che oggi piace enormemente di più del basket del campionato maschile? L'Eurolega è un altro discorso. In attesa (ma per davvero?) della NBA continentale questo dice il pubblico. Anche se giornaletti, giornali e giornaloni (per non parlar, alla Jerome Kapla Jerome, delle televisioni) non vogliono accorgersene. Le donne giocano con passione per la maglia. Non per una foto sui giornali come fanno troppi mercenari del nostro torneo.
FINITO? – Finito. E mi scuso per le giravolte. Ma il pc (che ha i suoi anni e che come il titolare è pieno di acciacchi) mi si è spento quattro volte, impedendomi di “salvare“: costringendomi a riscrivere tutto. Deve essere un virus che mi ha fatto mettere Beppe Sala per ritorsione nei confronti del mio ultimo “Duribanchi“ sul Meazza. Mi sentirei di scommettere. Si scherza per non pensare ai morti (a Gaza e in Ucraina), ai rapiti, ai referendum di Landini (mi si nota di più se ci vado o non ci vado) che il Pd sostiene (Conte come sempre sostiene fino “ad un certo punto”) e il governo (anche Salvini?) invita viceversa a disertare. I referendum non portano bene. Renzi ci lasciò le penne. Ma anche invitare ad “andare al mare“ (Bettino Craxi) porta malissimo. Meditare gente, meditare.
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