I sentieri di Cimbricus / Parte la DL, ma in vetrina resta la corsa lunga
Martedì 22 Aprile 2025
Maratona di Londra n. 45: Jakob Kiplimo può inseguire il record che fa rotta da Greenwich (in realtà da Woolwich) fino al Mall, per lasciare a sinistra Buckingham Palace: fissato al 2h01’25” dello sfortunato Kelvin Kiptum.
Giorgio Cimbrico
Giorni d’attesa per il fine settimana che scaglia dentro la stagione. Sabato a Xiamen – Amoy, quando era uno dei Porti del Trattato che gli inglesi sfruttavano egregiamente per i loro traffici – parte la Diamond League e Armand Duplantis, ricevendo il Laureus (secondo dell’atletica dopo Usain Bolt), promette con disarmante naturalezza alte quote: “Credo che un nuovo record del mondo possa essere vicino”.
Se arriverà, sarà 6.28, il doppio del P greco. Numeri euclidei per chi ha valicato cento volte i 6 metri o più, molto di più: è divertente immaginare sin dove potrà spingersi lo svedese della Louisiana. In cinque anni, da quando ha rilevato il record da Renaud Lavillenie, dieci centimetri. Sarà sufficiente mantenere una stessa forza ascensionale per portarlo a trent’anni attorno ai 6.40 e trascinare il coetaneo Emmanuil Karalis attorno ai 6.15.
Domenica, Maratona di Londra numero 45. La costruzione della più grande prova femminile di sempre ha subito qualche intoppo: hanno rinunciato Ruth Chepngetich (“non avevo lo spirito giusto per affrontare una prova del genere”, ha confessato la donna che ha varcato le porte dei 2h10’) e Peres Jepchirchir che proprio a Londra, l’anno scorso, aveva portato il record mondiale “solo donne” a 2h16’16”.
La sfida sarà tra Sifan Hassan, etiope d’Olanda, campionessa olimpica, instancabile e in possesso di una panoplia di record personali, nazionali, europei e mondiali che spaziano dagli 800 ai 42 chilometri, e Tigst Assefa, etiope d’Etiopia, che un anno e mezzo fa fece alzare di un palmo le sopracciglie con il suo 2h11’53” berlinese. A Chicago Chepngetich ha corso in due minuti di meno. Ammessi alcuni punti esclamativi.
Ha tutti i numeri per provocare stupore Jakob Kiplimo, l’ugandese che poco più di un mese a, a Barcellona, ha dato una violenta scossa al record mondiale di mezza maratona: 56’42” e quarantotto secondi di progresso sulla prestazione del lungo e caracollante etiope Yomi Kejelcha. Kiplimo ha corso due segmenti di 10 km sotto i 27’ e qualcuno si è divertito fantasiosamente a calcolare che fosse stato in grado di mantenere quel ritmo avrebbe chiuso le 26 miglia in 1h53’.
Rimanendo nel reale, Kiplimo può inseguire il record della corsa che fa rotta da Greenwich (in realtà da Woolwich, sede della Reale Accademia di Artiglieria) al Mall, per lasciare a sinistra Buckingham Palace: è 2h01’25” di Kelvin Kiptum, tre maratone corse, tre vinte, sino al record mondiale portato a 2h00’35” a Chicago prima di scomparire in un incidente stradale nei pressi di Eldoret. Qualcuno lo ha paragonato a James Dean, solo tre film, prima che la sua Porsche diventasse bara e rottame.
Non è noto se sarà l’ultima apparizione londinese di Eliud Kipchoge che ha vinto quattro volte, con un picco a 2h02’37”. Di sicuro c’è che, avviato ai 41 anni, ha firmato per Sydney che il 31 agosto celebra il suo ingresso tra le major, raggiungendo Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago e New York.
Hugh Brasher e lo stato maggiore si sono messi in testa di centrare un altro record: fare di Londra la maratona con il maggior numero di arrivati. Capeggia New York, 55.638 l’anno scordo, insidiata da Parigi che due settimane fa ha toccato i 55.499.
Alle immediate spalle dei due gruppi di testa si muoveranno Yeman Crippa e Sofia Yaremchuk, impegnati in un test importante in vista dei Mondiali. Curiosità per un altro debuttante: Alex Yee, padre cinese, mamma britannica, è il campione mondiale e olimpico di triathlon e pensa di poter chiudere tra le 2h07’ e le 2h08’.
Anche dopo il giorno del doppio record mondiale di Mykolas Alekna e di quello in… leggero ritardo di Matt Denny, a Ramona, Oklahoma, è continuata la saga dei dischi volanti nel vento violento. Al momento, 24 dei primi 30 al mondo e 18 delle prime trenta possono ringraziare le formidabili condizioni di Millican Field. Forse un “disciplinare” non sarebbe male.
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