- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Dagli antipodi, si scaldano i ferri

PDFPrintE-mail

Lunedì 7 Aprile 2025

danny


Primi vagiti della stagione all’aperto che si concluderà con i mondiali giapponesi. Dal disco veleggiatore di Denny alla precocità che si fa largo, tra sprint e mezzofondo (con qualche spiraglio anche dalle nostre parti).


Giorgio Cimbrico

Ramona, Oklahoma, già ribattezzata Throw Town, il paradiso dei lanci. Un anno fa, 14 aprile, dopo quasi 38 anni, Mykolas Alekna aveva strappato a Jürgen Schult il record mondiale del disco: 74.35 contro il 74.08, datato 1986, ottenuto in un altro luogo ideale, Neubrandeburg e tolto al padre Virgilius il primato di famiglia, 73.88.

Ieri, 6 aprile, stesso luogo, il Millican Field, Matthew Denny ha strabattuto il mondiale stagionale di Alekna – 70.09 a Berkeley –, e ha fatto planare il disco a 72.07, diventando il quinto di sempre, in una graduatoria che al vertice ristretto dei primi cinque, vede due lituani (padre e figlio), un tedesco, un estone ed ora un australiano.

Denny, 1.95 per 118, non è lontano dai 29 anni (li farà il 2 giugno, nei Gemelli), è nato nel Queensland, a Toowoomba (forse palude in lingua nativa) e grazie alle particolari condizioni di favore che si godono a Ramona ha visto premiata la sua regolarità su misure importanti: campione del Commonwealth nel 2022, quarto ai Mondiali di Budapest e bronzo olimpico a Parigi, spingendosi a 69.31. L’anno scorso era arrivato a due pollici dalla fettuccia fatidica: 69.96.

Quest’anno ha esordito a Melbourne con 68.17 e a quel punto ha capito che valeva la pena fare un viaggio in Oklahoma dove il vento contrario tiene in quota il piattello da due chili. E’ stato ripagato e ora, primo oceanico, è nelle zone molto nobili di uno dei gesti più antichi. Vedi Mirone e vedi gli antichi attrezzi conservati nel museo di Olimpia.


Giovinezza, mezza bellezza

Bruciare le tappe, formare la generazione per Los Angeles che sarà ancora giovane e aggressiva anche a Brisbane 2032. L’atletica va di fretta e la precocità è diventata merce molto corrente. La colonna sonora, non può essere altrimenti, è affidata all’enfant prodige Wolfgang Amadeus Mozart.

Di fronte a Sam Ruthe, Cameron Myers fa la figura del veterano. Myers, australiano, premiato qualche giorno fa con il trofeo intitolato a John Landy, già sceso a 3’32”67 nei 1500 e a 3’47”48 nel Miglio, farà 19 anni tra due mesi. Ruthe, neozelandese, biondo come John Walker, è ancora sotto i 16 anni: ha corso i 1500 in 3’40” e soprattutto il miglio in 3’58”. Nessuno, neppure Jacob Ingebrigtsen, a quell’età è stato capace di tanto. Un paio di secondi in più per il norvegese che soffriva sotto la “ferula” dello spietato genitore Gjert, attualmente sotto processo.

Un prodigio naturale di appoggi fulminei è Gout Gout, nato a Ipswich, Queensland, da genitori sud-sudanesi: salito in scena con il 20”04 che ha spodestato Peter Norman dal record australiano dei 200 (quel 20”06 messicano ha tenuto duro per 56 anni) prima dei 17 anni, il nuovo Bolt è entrato nel 2025 con un 19”98 ventoso e un 20”05 legale ai campionati scolastici del suo stato.

Da stella del primo Continental meeting dell’anno, a Melbourne, GG ha accusato sconfitta, per quattro centesimi e con vertiginosa rimonta finale, da Lachlan Kennedy, reduce dal secondo posto sui 60 ai Mondiali di Nanchino. Kennedy è un “vecchione” di 22 anni, sceso in un colpo da 20”93 a 20”26, che esprime un’azione dall’assetto esemplare. Con lui e con Gout Gout in ultima frazione la staffetta “aussie” può puntare in alto.

Il 2006 è stato un anno generoso per il mezzofondo etiope: a gennaio era nata Birke Haylom, 8’25”37 indoor ed eccellente gregaria di Freweyni Hailu; a dicembre era stata la volta di Binian Mehary, che ha disseminato il suo cammino con 3’34”83, già mondiale under 20, e soprattutto con 7’29”99, 12’54”10 e un eccezionale 26’37”93, ovviamente miglior prestazione mondiale sotto i 20 anni. Del 2006, aprile, è anche l’ennesimo promessa britannica Innes Fitzgerald, 8’40” indoor, già etichettata Greta Thurnberg dell’atletica: è nemica delle emissioni e ama viaggiare in treno.

Lunghe le parabole disegnate dal giavellotto di Yan Ziyi, data di nascita 22 maggio 2008: a settembre record mondiale under-20 portato a 64.41 e incrementato qualche giorno fa, a Chengdu, sino a 64.83.

In questo “college” frequentato soltanto da piccoli geni, il primato di gioventù è ancora nelle mani – e nei piedi veloci – di Kelly Doualla, lombarda con radici camerunensi: 7”19 a 15 anni e un paio di mesi. Qualche problema fisico le ha impedito di segnare, agli Euroindoor di Apeldoorn, un altro record, quello di più giovane esordiente di sempre in maglia azzurra. Ma, come si dice in questi casi, ha a disposizione tutto il tempo che vuole.

 

 

Cerca