Fatti&Misfatti / Per una volta, porcospini a colazione
Lunedì 10 Marzo 2025
Con troppi dolori dentro e fuori dal corpaccione invecchiato per invitare a colazione i porcospini che si sono dati appuntamento davanti alla capanna nella terra dei fuochi fatui che ci ospita.
Oscar Eleni
Non si apre la porta neppure a quel tipo chiamato Filippo champagne che sparge miele velenoso seguito da tantissimi che se ne sbattono se i miliardi vanno al riarmo piuttosto che alla sanità e sicuramente non alla scuola che quelli hanno ovviamente disertato fin da piccoli, se la pace va difesa sotto il tetto della scorta atomica offerta dai francesi come il fegato d’oca, gente che non perderà la voglia di bollicine e bella vita anche se il mondo andrà in pezzi.
Dolore anche in giornate dove la gioia era facile da prendere vedendo vincere e sentir parlare Iapichino, Dosso, la giovane atletica ben rappresentata dal Furlani che sa pesare anche un argento indigesto, voce sana per una squadra che all’europeo indoor olandese si è battuta benissimo. Siamo messi così e ci scusiamo con Brignone e Paris che hanno sciato alla grande, con tutti quelli che hanno cercato di illuderci in una domenica di quaresima.
Certo che a Bergamo sono più felici che nell’isola bianconera dove la Juventus è stata arrostita dagli stessi che per una settimana l’avevano rimessa in corsa per lo scudetto sapendo di mentire. Eh sì, perché i giocatori sono quelli denudati dall’orda atalantina e MOTTA la vittima dell’illusione bruciata dal Gasperini maltrattato di un tempo dagli stessi che oggi, a settimane alterne, ovviamente, come dice anche Simone INZAGHI, lo considerano profeta del vero calcio in attesa di fare lo stesso con SPALLETTI appena uscirà dalla nuvola santificante del trono televisivo da Fazio.
Non puoi fare festa se pensi a chi non trova pace e rifugio, a chi non capisce questi “scambi culturali” fra i padroni che amano le terre rare più degli esseri umani e giocano a spartirsi il mondo.
Parlare di sport sembra non avere senso come vincere il festival di San Marino con il tormentone “Viva l’Italia” da presentare all’Europa della musica. Mettere il naso nella cucina dello sport confonde più delle bombe carta buttate nel getto del peso dai nostri campioni favoriti con il Fabbri fiorentino che non sa spiegare il suo malessere.
Vorremmo tanto parlare con entusiasmo del nostro basket, ma poi Armani e Virtus ci dicono che la loro grandezza la misureremo soltanto nel cortile di casa perché l’Europa le sta prendendo a sberle. Milano, per la verità, crede ancora nel famoso play-in di recupero, ma non sappiamo davvero come possa fare e non soltanto perché gli infortuni sul mercato, adesso, sono superati da quelli sul campo come nella stangata presa affrontando il Fener infuocato, feroce come l’Efes che dopo venti minuti ha deciso di non mandare a letto senza cena il Banchi che ha ritrovato la stessa Virtus che aveva lasciato, anche se Ivanovic fa di tutto per cambiarne la pelle e forse basterà per vincere lo scudetto, l’unica isola della felicità rimasta sotto la pioggia di milioni buttata per avere un posto giusto nella grande Europa del basket.
Quello è stato il mondo per tanti anni del basket italiano, da Milano a Cantù, da Treviso a Roma, ma soprattutto della Varese dove fra i campioni c’era il nostro coetaneo e meraviglioso fratello Sandro GALLEANI. Lui curava i muscoli e l’anima di ragazzi straordinari, quelli che sicuramente hanno partecipato alla veglia per salutare un uomo capace di sfidare ogni tipo di solitudine aprendo le porte a tutti. Grande per la Varese che vinceva ovunque, grandissimo per le Nazionali che con lui hanno conosciuto la gloria di un titolo europeo, magari con gli amici GAMBA e TANJEVIC al timone, le medaglie olimpiche sempre col sciur Gambetta e RECALCATI, 700 volte al tavolo dei massaggi per rappresentative che non sempre sono andate bene o sono andate d’accordo, ma dove lui era il ministro della pace, sempre convinto che l’armonia fosse la migliore delle medicine per fare risultato.
Ciao super SANDRO tieni un posto libero per amici anziani che non riuscendo a riparare corpi usurati presto chiederanno il cambio all’allenatore e dovranno raggiungerti sulla stessa panchina oltre le solite nuvole.
Non avendo altro da dire, evitando di piangere, lui, il SANDRO non lo faceva neppure se lo staccavano quando correva in bicicletta, non voleva che lo facesse il Motta che per primo scoprì in quel compagno di fatica l’uomo con le mani magiche, quelle dei grandi fisioterapisti che hanno fatto storia nello sport, cercando di mantenersi almeno lucidi andiamo alle pagelle che il porcospino tenuto fuori dalla casa vorrebbe mangiarsi a colazione:
• 10 Al SANDRO GALLEANI che ci ha lasciato, uomo per tante stagione di gloria fra VARESE e le NAZIONALI, gentiluomo che ha saputo curare anima e muscoli e poi, come dirigente addetto agli arbitri, insegnare a tutti che nella famiglia devono stare bene i giocatori, gli allenatori, ma anche chi deve amministrare le regole del gioco.
• 9 Al BARIVIERA riproposto dalla rosea perché ci manca il suo sorriso triste dei giorni in cui fingevamo di non ricordare le sue prodezze sul campo, non solo per battere gli americani, sapendo che il divorzio da RUBINI e MILANO gli aveva fatto male, che la vendetta con CANTU’ in coppa era stata magistrale per lui e PRIMO, che il ritorno all’Olimpia nel regno di PETERSON e CAPPELLARI è stato un capolavoro. Voto alt, a lui e alla Giulia ARTURI o per aver tenuto la storia d’amore con una grande campionessa come la BOCCHI soltanto nelle righe finali.
• 8 Al RUZZIER che fa cose straordinarie per la TRIESTE quasi più sorprendete della TRAPANI che davvero deve tenere in allarme le ricche signore se reagisce alla grande come sul campo di Reggio Emilia.
• 7 Al BILAN che ci illude di poter cambiare la testa di un basket prigioniero del tiro da tre punti. Con lui BRESCIA è in testa alla classifica, magari non resisterà all’urto finale come abbiamo visto in coppa, ma certo è un piacere scoprire che si può ancora giocare di squadra in uno sport dove lo zucchero porta al diabete delle triple doppie, dove i singoli valgono più delle squadre anche se ai 50 mila punti di LEBRON s’inchinano tutti.
• 6 Al BROOKS che per qualche giorno non farà trattare MESSINA peggio del CONCEICAO alle prese con il MILAN costruito anche peggio dell’ARMANI. Premio speciale per aver reagito bene davanti a certe scelte inspiegabili in coppa e in campionato quando era lui a dover stare fuori.
• 5 Alla VARESE rigenerata dalla cura greca che purtroppo raccoglie soltanto premi di consolazione e veleni in tempi supplementari dove la sconfitta vuol dire ballare ancora sul confine che porta alla retrocessione anche se in A2 si può ancora fare buon basket.
• 4 Al BULLERI beffato nei secondi finali dalla REYER che proprio non riesce a dimostrare la forza che ha dentro. Peccato per SASSARI, ma è adesso che Sardara deve dimostrare di avere ancora risorse per salvare la stagione.
• 3 A SCAFATI che nei primi minuti di ogni partita fa sognare e poi si spegne, ma certo RAMONDINO non può far diventare tutti giocatori adatti ad una serie A modesta, ma pur sempre di un certo livello.
• 2 Alla bella REGGIO EMILIA di coppa che anche contro TRAPANI ha fatto cose interessanti se dovesse deprimersi dopo aver lasciato strada libera nel finale ad un avversaria come TRAPANI che ha tutto per far danni anche a livelli superiori.
• 1 Per AMATO protagonista con l’URANIA nella vittoria a CENTO perché già adesso chi soffre la mancanza di un derby a Milano si sente dire che con questo bel giocatore e con GENTILE è in pratica la cara ARMANI che tiene acceso il sogno nella dura battaglia dove ex grandi società, CANTU’, FORTITUDO ad esempio, soffrono da troppo tempo. Certo un derby sarebbe importante, come lo sarebbe un vero Palazzo dello sport anche nella MILANO che lo perse sotto la neve.
• 0 Alla FIBA, federazione mondiale del basket, che pretende di essere l’unica a poter trattare con la NBA per un eventuale sbarco in ITALIA. Certo l’EUROLEGA non è più quella che hanno sognato i fondatori direbbe PORELLI, ma non neppure la peggiore delle leghe anche se poi va a fare le finali in Arabia.
< Prev | Next > |
---|