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  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste&Pedane / Le rinunce all'appuntamento irrinunciabile

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Lunedì 24 Febbraio 2025

 

atl-varie 

“Attendevamo fior di campioni e di eccellenze, quelli che nelle prime settimane dell’inverno si erano ben comportati su piste, pedane e prati. Che fine hanno fatto? Al netto di qualche infortunio, al PalaCasali si è visto ben poco.”

Daniele Perboni

“I Campionati Italiani saranno un appuntamento irrinunciabile per i massimi esponenti dell’atletica azzurra”. Parole sante, giuste, doverose. Finalmente qualcuno che si assume la responsabilità di renderle pubbliche e sostenerle in diversi dibattiti. Parole che il presidente FIDAL Stefano Mei pronunciò a più riprese nell’ultima campagna elettorale. E qui sta l’inghippo: eravamo, appunto, in campagna elettorale e in quel frangente si può dire di tutto e di più.

Ricordate? Ci fu chi promise l’eliminazione delle accise sulla benzina e la tassazione sugli extra profitti delle banche. Nel mondo dell’atletica, più prosaicamente, si promise, fra altri impegni, quanto scritto sopra. Ora, chi si è preso il disturbo di seguire i recentissimi tricolori indoor di Ancona ha potuto rendersi conto che quelle parole sono rimaste aria fritta, affermazioni gettate al vento senza nessun seguito reale.

Chi c’era nel ventennale palazzetto marchigiano ha potuto rendersi conto in prima battuta della pochezza tecnica del movimento italico. Almeno in quel frangente. Attendevamo fior di campioni, di primatisti, di eccellenze che nelle prime settimane dell’inverno si erano ben comportati su piste, pedane e prati. Che fine hanno fatto costoro? Giornalisti letteralmente incazzati, pubblico deluso, dirigenti pronti a grugnire se si affrontava l’argomento. Al netto di qualche infortunio, all’opera si è visto ben poco.

Anche la “quantità” ha lasciato a desiderare. Gare con quattro partecipanti (1500 femminili), sette nel lungo maschile, otto fra le donne, tanto per fare qualche esempio. Che dire? Eppure in ogni intervento pubblico la dirigenza continua a sostenere (giustamente) che ormai siamo una potenza continentale, se non mondiale. Dov’erano queste potenziali forze emergenti? Evidentemente la politica di “controllo” sugli atleti non ha funzionato o è stata male applicata.

Un dubbio sorge spontaneo: la Federazione ha forse perso il controllo sulla programmazione dei big? Marcell Jacobs in Florida è una Penelope che tesse e disfa la tela a suo piacimento; di Chituru Ali, il secondo azzurro più veloce di sempre (9”96/+1,5, Turku 18 Giu 24) si son perse le tracce; Filippo Tortu, dopo la bufera scatenata dal fratello Giacomo, indagato in un filone dell'inchiesta della procura di Milano sulle cyber-spie di Equalize per concorso in presunte intercettazioni abusive a danno del campione di Tokyo 2021, sembra essersi eclissato maggiormente. Già non praticava le piste corte e iniziava la stagione tardi, ora che farà? Non sarà certo facile convivere con l’avversario, anche se i due si son parlati e Marcell dice di credere nella buonafede di Filippo.

Recentemente, poi, un nuovo gruppo/azienda si è inserito fra la major reclutando fior di campioni. Fra i “nostri” figurano Ludovica Cavalli, Pietro Riva (entrambi allenati da Baldini ed ora seguiti da tecnici in capo all’azienda) e Yeman Crippa. Quali impegni comprendono i rispettivi contratti? Se ne sa ben poco, anche se le solite voci sussurrano di cifre rilevanti. Di carne al fuoco ne abbiamo in abbondanza e la sensazione è che dalle parti di via Flaminia non sappiano esattamente come muoversi, nonostante il buon umore espresso.

La controprova l’abbiamo avuta proprio ad Ancona. Dei massimi esponenti dell’atletismo se ne son visti pochi: Leonardo Fabbri (21.85, con l’ultimo lancio nullo abbondantemente oltre i 22) e Zane Weir (21.76) nel peso; Ludovica Cavalli (4’11”37/9’03”66) e Federico Riva 3’54”37/7’57”12 nei 1.500/3.000), entrambi al doppio tricolore; Zaynab Dosso nei 60 (7”07 e 7”10 in bt.); il resuscitato Andrea Della Valle nel triplo (17.36, un centimetro in più del personale risalente al 2021); Larissa Iapichino nel lungo (6.69 due volte).

Da non dimenticare il mondiale di Francesco Fortunato nei cinquemila di marcia (17’55”65, sgretolato il primato ufficiale del russo Mikhail Shchennikov (18’07”08, Mosca 14 Feb 95). Risultato che lascia ben sperare per una stagione fortunata, così come quella di Eleonora Giorgi che ad Antalya ha stampato il nuovo primato italiano sui 35 km: un 2h41:54 che è anche “standard” per i Mondiali di Tokyo di settembre.

Si sperava nei giovani “pie’ veloci”, ma quanto scaturito dalla pista non ha fatto raddrizzare i peli dall’eccitazione: tempi nella norma. Brividi per il 13.71, all’ultimo salto, della giovanissima Erika Saraceni nel triplo. Venti centimetri in più del precedente personale. Figlia d’arte, il padre Enrico, noto con lo pseudonimo di Cobra, originario di Chieti trasferitosi a Milano dove gareggiava per la Riccardi, ha vestito anche la maglia azzurra: nella 4x400 di Brema 2001 come terzo frazionista (Gini, Galletti, Saraceni, Attene).

Altro? Il 46”15 di Luca Sito nei 400, il 2.28 di Matteo Sioli nell’alto, il 7.93 di Daniele Leonardo Inzoli nel lungo, il 5.70 di Matteo Olivieri nell’asta. Prestazioni tecniche sulle quali il presidente si è sbilanciato affermando: “Non sbagliavo quando dicevo che abbiamo già pronta la squadra per Brisbane 2032”.

Per ora è tutto. In attesa di rimbrotti e lamentele, salutiamo cordialmente.

Foto Grana/FIDAL.

 

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