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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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I sentieri di Cimbricus / Il "passo" di Jakob e' sempre fatale

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Sabato 15 Febbraio 2025

 

 ingebrigtsen-livin


All’aperto o al coperto. Lo è meno quando incrocia il cammino con gli scozzesi Wightman e Kerr o con il sorprendente americano Cole Hocker. Nessuno è perfetto: era la conclusione di “A qualcuno piace caldo”.

Giorgio Cimbrico

A 24 anni e mezzo il fuoriclasse di Sandnes, punta di una famiglia sempre in corsa e stakanovista sin dalla più tenera età, ha una cospicua e impressionante collezione sia di titoli (sei europei con tre triplette 1500/5000, la prima da minorenne, due titoli mondiali, due olimpici) sia di record: primati mondiali all’aperto sui 2000, 3000, due Miglia e i due freschi mondiali indoor sull’anello di Liévin, 3’29”63 da accoppiare a 3’45”14.

Il primato di Yared Nuguse – 3’46”63 a New York domenica ai Millrose Games –, nel classico Wanamaker Mile, ha avuto solo cinque giorni di vita. Nuguse aveva strappato proprio a Jakob il podio olimpico.

Le scarpe sempre più “avanzate”, le buone o eccellenti lepri (l’altra sera a Liévin Sasinek e Sisk hanno recitato da validi attori non protagonisti), le luci che corrono lungo il cordolo (verdi, blu, rosse a seconda della cadenza desiderata) hanno impresso al mezzofondo un violento cambiamento, anche nella dimensione indoor dove Grant Fisher e Cole Hocker, sempre all’Armory di New York, hanno saputo offrire il quarto e il sesto tempo di sempre sui 3000 in tutte le condizioni e Jakob Ingebrigtsen esprimersi con un’accoppiata di record 1500/Miglio concessa ufficialmente dalla storia a John Landy nel giorno in cui l’australiano (3’41”8 e 3’58”) concesse soltanto 46 giorni di vita al Miglio del Miracolo di Roger Bannister. L’impresa a Turku, la città di Nurmi, il 21 giugno 1954.

Rilevamento ufficiosi affiancano a Landy proprio Paavo Nurmi, a Stoccolma 1923 (3’53”0 e 4’10”4) e Bannister che il 6 maggio 1954 a Oxford, prima del 3’59”4 finito sulla moneta da 50 penny, era passato in 3’43”, uguagliando il triplo record di Hagg, Strand e Luegg. L’impresa riuscì a meta a Wes Santee che tra Bannister e Landy, il 4 giugno 1954, a Compton, scese a 3’42”8 prima di mancare la distanza imperiale per poco più di un secondo, 4’00”6.

Ingebrigtsen, che ha divorziato dal padre Gert lanciando accuse piuttosto pesanti, è stato il primo a transitare, in una gara al coperto, sotto i 3’30” progredendo di quasi un secondo (aveva 3’30”60) e impiegando 14"53 per i 109 metri e 34 centimetri che mancavano.

Soltanto due campioni, su “pista grande”, erano stati capaci di tanto, ma non di così tanto, nel giorno in cui avevano centrato il record del Miglio: Noureddine Morceli 3’29”57 a Rieti il 5 settembre 1993 (tempo finale 3’44”39) e Hicham El Guerrou, 3’28”21, all’Olimpico di Roma il 7 luglio 1999: tempo finale 3’43”13, tuttora record mondiale. I 109 finali per l’algerino, 14”82; per il magnifico marocchino, 14”92.

El Guerrouj stabilì i due record prima che Jakob vedesse la luce. Ora la distanze che li dividono ammontano a 72 centesimi sui 1500 e a 60 centesimi sul Miglio. Per un ambizioso come il norvegese la caccia è più che mai aperta e il tempo a disposizione è vasto.

 

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