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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Sei Nazioni / Vuoi vedere che stavolta il cucchiaio ...

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Lunedì 10 Febbraio 2025

 

6nazioni-25 

“Inutile scrivere della partita, dei commenti a caldo, di quanto si aspettava il ct Quesada. Meglio narrare fatterelli che, dalla tribuna stampa, mai avresti visto: la curiosità e la bellezza di vivere la partita tra il pubblico.”

Daniele Perboni

Dice quello là: “perché non scrivi qualcosa?”. Bello lui. E che scrivo se già tutto è stato scritto? Che la partita non mi è piaciuta? Troppo spezzettata, con fasi di gioco sempre uguali, che si doveva vincere contro un Galles ai minimi storici e abbiamo portato a casa quanto ci si aspettava? Con quegli ultimi minuti orrendi che proprio non ti aspetti? Non rispondo. Però il tarlo me lo ha piazzato per bene in testa. Il maledetto.

Per il quarto anno sono all’Olimpico non in qualità di giornalista ma di semplice spettatore. Con i figli, pronti a tifare come dannati. Maglietta di riconoscimento (i Perboni allo stadio…), cuffia rossa del Galles, giubbotti a prova d’acqua, focaccia con la mortazza (per la birra ci serviremo dentro il catino colmo come un uovo. O quasi). Le cifre parlano di oltre sessantamila spettatori, 656.000 davanti agli schermi di mamma RAI e 210.000 su SKY.

Mentre percorriamo, sotto la pioggia, la Walk of Fame” dello sport italiano, cento nomi incastonati in mattonelle per ricordare i “magnifici” di tutti gli sport, ripensiamo all’identico tragitto che per una settimana ci ha portato all’Olimpico. Era giugno. Un caldo asfissiante: Campionati Europei di atletica. 24 medaglie. Un record.

Troviamo il nostro posto. Dentro i 22 metri. Buona visuale. Inni già andati. Fischio e via. Sì parte. Due minuti e già imprechiamo. Ci salviamo. Accidenti giocano sempre dall’altra parte del campo. Il maxi schermo non addolcisce la vista.

Come detto, inutile scrivere della partita, dei commenti a caldo, di quanto si aspettava il ct Quesada e i vari giocatori. Meglio narrare una serie di piccoli fatterelli a cui, stando in tribuna stampa, mai avresti visto. Anche in questo sta la bellezza di vivere la partita fra il pubblico.

• Per una ventina di minuti è un continuo alzarsi e sedersi per lasciar passare la mandria dei soliti ritardatari: chi si è dimenticato la birra; chi ha sbagliato posto; chi deve recuperare il figlio; chi ha la prostata debole (di già!); chi deve vomitare; chi ha freddo e cerca qualcosa di caldo (non basta una birra?); chi non sa perché si è trovato lì e doveva essere più su/giù; chi boh…

• Pochi minuti alla fine del primo tempo. Risultato che, si spera, non cambi. Toilette. Lunga fila di donne, come di consueto. Di fianco pochi uomini e pochi minuti d’attesa. Improvviso un vociare femminile. Qualche parolaccia, fischi, commenti più o meno volgari. È entrata una bionda sui cinquant’anni. Minigonna di jeans. Un poco alticcia. Ha deciso di non fare la fila piazzandosi davanti alla porta della toilette. Non certo pulita. Come nulla fosse chiede se la lasciano passare. Che fai, gli dici di no? A fine partita la scena si ripete. Però le donne sono quattro o cinque e molto più “piene”, quasi ubriache. Targa italiana o gallese? Lasciamo alla vostra immaginazione.

• La coppia davanti a noi comincia ad agitarsi sui seggiolini. Il marito sembra cercare qualcosa. Va, viene, riparte. Poi disperato chiede “Per caso avete un Oki o un Brufen? Penso proprio di no, in questo contesto…”. Apro la tasca interna del giubbotto e presento la merce. Gli occhi della moglie si illuminano. Lui: “Ci avete salvato la giornata”. Meritate un birra. Basta poco. È la terza della giornata ma va bene ugualmente.

• Seggiolini alle nostre spalle. Un ragazzino spiega ogni azione o decisione dell’arbitro al padre. Almeno crediamo sia il padre. Commetto l’errore di correggere qualcosina e sono fregato. Da quel momento mi trasformo in cicerone che fuga dubbi di ogni sorta.

• Abbiamo vinto, mettendo in saccoccia 4 punti, uno il Galles, alla seconda sconfitta di questo Sei Nazioni. Vuoi vedere che il cucchiaio di legno… Non è ancora ora di andarcene. Sul maxi schermo danno Inghilterra-Francia. Puntuali siamo lì, anche con l’acqua di sopra e di sotto. Improvviso un urlo seguito da canti strani. Sono i gallesi. Tifano per la Francia, come naturale. Non importa perdere o vincere. Basta mettere sotto gli odiati inglesi. Qualsiasi squadra va bene. Finisce con i bianchi davanti per un punto. Le maglie rosse si consolano con… birra, birra e ancora birra. All’anno prossimo.

 

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