I sentieri di Cimbricus / Nigeria, da Lagos fino a Notting Hill
Martedì 21 Gennaio 2025
“Nella settimana in cui sono stati consegnati i gradi di capitano della Nazionale inglese di rugby a Maro Itoje, un suo concittadino ha segnato, in Atalanta-Napoli, uno dei gol più belli del fine settimana calcistico: Ademola Lookman”.
Giorgio Cimbrico
Maro e Ademola sono londinesi, nati l’uno e l’altro da genitori nigeriani. Itoje, originario della multietnica Camden, ha scalato sino in cima la piramide ovale e ora è il primo Principe Nero della Rosa, Lookman – uno dei pochi ad aver segnato una tripletta in una finale europea, gli altri sono Ferenc Puskas, Alfredo Di Stefano, Pierino Prati e Jupp Heynckes –, ha atteso una chiamata dei Tre Leoni, non è arrivata e così dal 2022 ha scelto le radici nigeriane.
La Nigeria aveva 100 milioni di abitanti alla fine degli anni Ottanta, ora ne ha 216 ed è il sesto paese più popoloso del mondo. L’ex-capitale Lagos (città natale di Victor Osimhem, sostituita nel ruolo di rappresentanza da Ajuba) ne ha quasi 16 milioni. Se fosse possibile aggiungere al totale tutti i nigeriani nati altrove i numeri sarebbero più cospicui.
E’ il caso di Itoje e di Lookman, ma anche di Giannis Antetokounmpo, ateniese, titano dei Milwaukee Bucks, successore di Hakeem Olajuwon, primo simbolo afro della NBA. E sono i casi di Paola Egonu, nata a Cittadella, da madre originaria di Benin City e da padre di Lagos; della dublinese Rasidat Adeleke, una delle più forti quattrocentiste in circolazione; di Yemisi Ogunleye, a sorpresa oro olimpico nel peso, nata a Germersheim, Renania-Palatinato, da mamma tedesca e da padre di una delle più importanti etnie nigeriane, gli Yoruba; di Daisy Osakue, torinese di Moncalieri, primatista italiana di lancio del disco; di Chituru Ali, comasco con mamma nigeriana e padre ghanese, terzo italiano a scendere sotto i 10”.
Undici nigeriani hanno corso i 100 in meno di 10” (terzo paese dopo USA e Giamaica), sette nigeriane hanno corso i 100 in meno di 11”. Gli uomini sono guidati da Olusoti Fasuba, 9”85. All’elenco va aggiunto Francis Obikwelu, ex-primatista europeo con 9”86 per l’accogliente Portogallo. Divine Oduduru, ex-Texas Tech University, è il primo dei 200, 19”73, a un centesimo da Pietro Mennea. Forti e molto… problematiche le donne: Blessing Okagbare, 10”79, affacciata sulle prime venti di sempre, ha avuto una squalifica-fiume di 11 anni e Chioma Ajunwa, fermata quattro anni, fregò Fiona May ad Atlanta. Doppio primato: medaglia d’oro olimpica, l’unica individuale nella storia dello sport nigeriano (che a Parigi ha raccolto niente) e una partecipazione alla Coppa del Mondo di calcio.
La Nigeria non si fa impressionare dagli ostacoli: la primatista mondiale dei 100H è Tobi Amusan; la primatista italiana dei 400H è Ayomide Folorunso, nata ad Abeokuta e fidentina dalla più tenera età.
Il primo ad affacciarsi in scena fu Richard Iheju, meglio noto come “Dick Tiger”, campione mondiale dei medi e dei mediomassimi negli anni Sessanta. Ora su quella specie di ring che è la gabbia della UFC i campioni dei welter e dei medi sono Kamaro Usman e Israel Adesanya.
Tornando indietro nel tempo, si era guadagnato lo stipendio, da sergente dei Royal Signal Corps, Kriss Akabusi (tre volte sul podio olimpico e campione del mondo della 4x400) che sosteneva di vantare ascendenze reali, e grande popolarità, per simpatia e per uno sterminato raccolto di titoli e di record, aveva conquistato il decathleta Daley Thompson, magnifico prodotto di sintesi: padre nigeriano e mamma scozzese, venuto al mondo in un quartiere famoso per il carnevale estivo di gusto caribico e diventato di gran moda, Notting Hill.
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