Fatti&Misfatti / La solitudine del pivot ed altre meraviglie
Lunedì 13 Gennaio 2025
Mare in burrasca, lontano dal lavoro, dimenticato, ascoltando il rumore del mercato: meloni a buon prezzo, valige per viaggi comodi da vendere ai professionisti dello sport che amano cambiare aria, mai riconoscenti.
Oscar Eleni
Rifugiato nelle Azzorre, sventolando manette per chi incolpa sempre gli altri se una città brucia, se i treni non arrivano mai in orario, se gli allenatori non riescono a far diventare bravi giocatori e atleti che forse non sono tanto capaci, se gli ambulatori non sono mai aperti, se i medici non sono mai contenti, se i professori sono costretti a domandarsi ogni giorno perché sfidare genitori beceri e rampolli inciuchiti da tutto ciò che li sballa e non li migliorerà mai.
Siamo nelle sette città dell’isola dove accettano anche la musica del cuore, cercano di aiutarti a guarire questa malinconia che avvilisce i senza speranza in mezzo ad oltre 50 guerre, dove fai fatica a vedere i buoni, a capire chi è cattivo e non soltanto nell’anonimato di una tastiera, mascherato da difensore, truccato da brava persona.
Mare in burrasca, lontano dal lavoro, dimenticato, ascoltando il rumore del mercato: meloni a buon prezzo, valige per viaggi comodi da vendere ai professionisti dello sport che amano cambiare aria, mai riconoscenti verso chi dicevano di amare come il tifoso che piange se te ne vai come quella che teneva stretto il FRATTESI, facendo guadagnare bene la famiglia e l’agente.
Rivoluzioni e processi. Sul caso Sinner ogni giorno una velenosa novità, ma per fortuna lui riesce anche a giocare. Si è meritato tanti amici, tifosi veri, che vadano a farsi fottere i colleghi invidiosi, quelli della WADA che si sono presi mesi di popolarità. Purtroppo non va bene a tutti. Pensiamo alla Maccarani, al processo che si vuole riaprire per quello che succedeva prima e dopo gli allenamenti. Alla sbarra la “micidiale” pesatura delle atlete. Certo ci sarà un po’ di confusione nelle redazioni dal giorno in cui il rivoluzionario Conceicao, che deve anche purificare il Milan ben lontano dalla zona scudetto, ha fatto sapere al mondo e ai suoi ricchi giocatori che ogni giorno saranno pesati.
Usanza non nuova. Lo hanno fatto e lo fanno ancora in molti. Meglio sapere chi hai davanti leggendo il suo peso che varia dopo allenamenti duri e, magari, serate fin troppo allegre a tavola e al banco della balera. Quante ne abbiamo sentite dopo la pesatura. Lo sanno tutti quelli che hanno fatto sport più o meno seriamente. Su questo rituale aneddoti e storie vere: ad esempio nel basket, a Napoli, dove soffriva e governava l’ex vicepresidente federale Salerno, uomo davvero appassionato e gentile, i ragazzi della squadra avevano pagato il massaggiatore per truccarla quella bilancia. Storia vera. Una delle tante. Così come tanti sono sati i giorni in cui qualcuno veniva trattato male dall’allenatore che aveva scoperto la truffa del suo atleta, magari anche quello preferito.
Vedremo come andrà nei tribunali dello sport, per adesso fingiamo di non sentire chi spara pallettoni verso Ancelotti che al caldo si è preso la polmonite perdendo una volta tanto, lasciando la supercoppa al Barcellona dei giovani fenomeni che aiutano il “mas che un club” a dimenticare i processi per bilanci non limpidi.
Fine del girone d’andata anche per il basket che si fa i dispetti mettendo quasi alla stessa ora partite che vanno televiste, che andrebbero viste. Cosucce da bottega delle sardine sotto sale e fra i tanti dispetti uno sgambetto che invece renderà più vivace il mese di febbraio quando a Torino le prime otto alla fine del girone d’andata si giocheranno la Coppa Italia.
Le regine, le signore più ricche, l’Armani Olimpia e la Segafredo Virtus, per i loro peccati si troveranno subito contro visto che Bologna è quarta e Milano quinta. Un sollievo per chi non avrebbe saputo trovare spunti commentando una finale che si ripete a livello scudetto da troppo tempo. Le signore pagano le troppe partite, Eurolega crudele, i tanti infortuni, i molti sbagli nella campagna acquisti, le carenze evidenti e i peccati di gestione del personale e forse anche dei giocatori.
Coppa Italia che ridarà luce a Torino l’unica città che ha tanti impianti per il grande sport e, purtroppo, dopo la decadenza del basket e del volley, poche squadre da presentare alla ribalta.
Festeggiando nel fine settimana il 75° compleanno del Meneghin che giustamente non vuole essere ricordato come il monumento per un gioco che ha perso tanto dal giorno in cui è diventato tiro a segno da tre punti, applaudendo soltanto i piccioni che scaricano le loro triple annientando il concetto di squadra, facendo diventare inutili i viaggi da una parte all’altra dei pivot che davano un senso tutto diverso al grande balletto inventato dal professore Naismith.
Fine del girone di andata che ci semplifica la ricerca di valutazioni. Questa volta pagelle per le società dopo 15 giornate, restando muti davanti a chi inneggia per l’ennesimo centello dell’Armani piena di guai muscolari e non soltanto quelli, perché il finale della partita contro Reggio Emilia meriterebbe almeno un analisi logica senza genuflessioni: negli ultimi 5 minuti Milano ha segnato 1 solo canestro, il resto del bottino messo insieme con i tiri liberi, 43 alla fine contro i 19 dei reggiani che non hanno potuto festeggiare l’8 su 10 da tre dell’americano Cheatman che per noi resta il campione di giornata insieme al solito Belinelli, al veterano Tyus che protegge le zingarate varesine, alla Brescia prima in classifica che ha rimontato un meno 20 alla solita Trento sfinita da troppe partite e viaggi.
• Mettendo 10 in pagella a MENEGHIN per quello che ha detto pensando alla solitudine dei pivot, dando un 9 non esagerato a BASILE per la bellissima intervista di un ex grande fra i “banditi di Boscia” che poi hanno peccato nell’Olimpiade dove potevano fare cose stupende, ai reggiani VITALI e MELLI, un voto alto come quello per il DOMENICALE dedicato alla storia di Caserta di Maggiò, Tanjevic, Sarti, Marcelletti.
Ora passiamo alle società del nostro basket dopo il girone di andata, felici che in A2 chi ha storia come Cantù, Fortitudo, Pesaro, cerchi ancora luce nel territorio dove domina la Rimini di Sandokan Dell’Agnello, altro figlio benedetto della Caserta che dovrebbe ribellarsi vedendo le macerie di oggi.
• BRESCIA 9. Titolo d’inverno per Beppe POETA che al primo volo da allenatore ha fatto grandi cose.
• TRAPANI 9. Tutto bellissimo per questa neopromossa che ha bisogno di affetto e non ha bisogno di polvere e inutili polemiche con arbitri che sono dello stesso livello dei giocatori che dirigono.
• TRIESTE 9. Altra neopromossa che ha saputo sorprendere chi ancora non valuta come si deve questa A2 che è davvero isola di salvezza e non di espiazione.
• TRENTO 8. Una rivelazione davvero, tante belle imprese, ma anche tanta, troppa fatica per una rosa ridotta al minimo.
• REGGIO EMILIA 7 più. Bella stagione, tanti problemi viaggiando e sprecando. Sarà una mina vagante in coppa cominciando dalla sfida con Trento.
• TORTONA 7 più. Stagione di alti e bassi, ma bella e poi la cittadella dello sport. Bravo De Raffaele e bravi anche i suoi ragazzi dietro VITAL nell'ultima rimonta contro Scafati.
• MILANO 6 e mezzo. Diciamo che la rivoluzione sul campo è stata fatta bene, peccato aver costruito così male una squadra che pure ha dentro tante cose buone se ancora sorprende in campionato e persino in una Eurolega dove può sognare.
• VIRTUS 6 più. La rivoluzione IVANOVIC non ci farà dimenticare BANCHI, ma di certo l’uomo della svolta è questo viandante che sa insegnare e sa motivare.
• TREVISO 6. Ci ha messo tanto per togliersi dal collo la catena che di solito strangola chi perde i finali delle partite. Ora va tutto un po’ meglio anche se a Varese è tornata a peccare.
• VARESE 5 e mezzo. Per fortuna è arrivato TYUS a far dimenticare che non si sopravvive di solo attacco. La paura della retrocessione sembra passata, ma attenzione e speriamo che LIBRIZZI si sempre quello che dopo un errore grave fa cose importanti come contro Treviso.
• VENEZIA 5 più. Troppi guai per parlarne male, adesso che sembra risanata fa ancora partite col peccato incorporato come a Cremona, però fra coppa e campionato adesso sembra diversa e pericolosa se KABENGELE tiene.
• SASSARI 5 meno. Troppi bassi, pochi alti. Una stagione di sofferenza con giocatori non di qualità come meriterebbe una società sempre gestita benissimo.
CREMONA 4 e mezzo. E’ in fondo, forse non doveva prendersela con CAVINA, ma sembra avere ancora energie per salvarsi.
• SCAFATI 4. Cambiare allenatore non serve se poi ti fai squalificare il campo, se crei una polveriera intorno ad un gruppo che non è certo stato costruito bene.
• PISTOIA 4. La rivoluzione Rowan ha portato soltanto macerie. Per salvarsi serve ricompattare almeno il gruppo sperando che l’ultimo allenatore scelto abbia anche fortuna.
• NAPOLI 3. Al prima, al dopo, alla confusione in una società che dal successo in Coppa Italia ad oggi ha perso quasi tutto, ha perso troppo.
< Prev | Next > |
---|