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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Il buon anno ('25) non si vede dal mattino

Lunedì 30 Dicembre 2024

 

basket-rete 


“Vattene pure 2024, noi ci teniamo il super Velasco di Parigi con le grandi pallavoliste, ci godiamo le sciatrici che salvano chi dirige e non sa rispondere quando si scopre che nel settore maschile siamo alla palla di neve e non più alla valanga.”

Oscar Eleni

In tuta da lavoro tenendo a giusta distanza il barbagianni che cerca fra 20 milioni il ragno topo capace di tener lontani i corteggiatori della segretaria di un club esclusivo appena aperto nella bella Milano. Ci vogliono molti soldi per avere questo rifugio all’inglese e il consiglio sta decidendo se oltre alla signora Fornero, ex ministro in lacrime, odiata il giusto, amata poco dagli esodati, ora voce vera della televisione, ma anche seminatrice che raccoglie belle verdure nell’orto del Canavese, sia il caso di accogliere nella casa che fu dei Versace anche il povero Fonseca appena liquidato dagli americani del Milan che volevano battere gli amici americani che si stanno mangiucchiando la Roma.

Fine anno che porta sventura agli allenatori che non sanno trasformare magari i bidoni in campioni, una malattia senza antidoto nello sport, nella politica, persino in casa. Se hai un marito o una moglie sbagliata puoi liberarti col divorzio, nello sport fanno prima, niente avvocati: valigia sulla porta dello spogliatoio e arrivederci. Avanti un altro. Disoccupati illustri che hanno voglia di lavorare si trovano sempre. Poi anche per loro ci sarà il tormento perché se vinci sei mago, ma se perdi …

Pensiamo a Fonseca e al congedo mentre l’arbitro lo espelleva per proteste per un rigore non dato: hanno detto che il licenziamento è giusto perché questo Milan, come questa Armani, come la Virtus, come tutti quelli che non sono dove dovrebbero essere cominciando dalla Juventus nella notte in cui Moggi è stato fatto santo, non ha la classifica che meriterebbe valutando i suoi giocatori, anche quelli che magari dormono sotto cuscini fatti con gli stessi giornali dove hanno preso un cinque fisso in pagella, magari anche meno.

Vattene pure 2024, noi ci teniamo il super Velasco di Parigi con le grandi pallavoliste, ci godiamo le sciatrici che salvano chi dirige la baracca e non sa rispondere quando si scopre che nel settore maschile siamo alla palla di neve e non più alla valanga. Ci teniamo il bello dell’ultima Olimpiade, convinti che Ceccon sia davvero bravo, ma soltanto se nuota e fa il ribelle, non quando straparla. Speriamo che l’Australia lo cambi davvero. Ci teniamo il bello dello sport, anche quando non si rinnova, felici di avere ritrovato gente forte fra nuoto ed atletica in un Paese dove l’ora di ginnastica serve per scaricare i telefonini. Sognando un pronto soccorso dove non resti 8 giorni in barella prima di mandare tutti al diavolo, meglio di portarsi dietro chi lo meriterebbe quel diavolo, aspettando amnistie, felice di non stare seduto sullo stretto aspettando un ponte per unire chi vorrebbe vederci divisi ed autonomi secondo la legge del famoso dottor Menga.

Sveglia ritardata, poco tempo per occuparsi anche del cenone di fine anno. Cenone? Brodo di giuggiole e una bella conversazione col barbagianni, il più simpatico dei predatori notturni, uno che inviteremmo alla cena invece di parenti serpenti, convinti che abbia storie più belle da raccontare di quelle che ti obbligano ad applaudire quando devi stare a tavola con chi sa tutto pur non sapendo niente. Sbadigliare o brindare? Tutte e due le cose prima che la carrozza torni ad essere una zucca dopo mezzanotte.

So che volete le pagelle anche adesso che gli squilibrati nella piazza sparano le famose “bombe Sinner”. Poveri noi. Povero lui, numero uno del tennis che sta andando in Australia dove il nemico K arrota la lingua e prepara tempesta, aggregando al partito WADA molti di quelli che rosicano quando il rosso non scia e vince tanti bei soldini nei tornei più importanti facendo diventare verdi d’invidia i perdenti e tutti gli altri, anche se restiamo sempre confusi pensando al suo rifugio fiscale nel Principato dei Ranieri, anche se non siamo davvero sicuri che le tasse ben pagate andrebbero poi alla Sanità o alla Scuola visto che chi comanda e fa tutto ama il privato più del pubblico. Non lo dice soltanto chi ha sostenuto Trump.

Le pagelle del basket, accidenti. Si fa tardi e la pallavolo si gode la settimana della purificazione per avere le belle finaliste di Coppa Italia, sapendo che Conegliano non perdona, sperando che Perugia tratti meglio le rivali nel torneo maschile. Il basket per questa coppa che vedremo ancora una volta nel bel teatro di Torino dove soffre il nostro caro Boniciolli ha già scelto le otto finaliste ameno che Sassari o Treviso non arrivino sulle code di una Trieste che abbiamo visto confusa nel tormentone televisivo con una Reyer che si è fatta mangiare 14 punti prima di tornare a pensare e poi ne stava regalando ancora 1° all’ora in cui, purtroppo, il signor Vanoli la separazione non consensuale dal Cavina che, dopo un bellissimo lavoro e tre stagioni da ricordare, scopriva di essere rimasto solo contro Sassari che pure sembrava una squadra di gesso nei primi minuti, a meno 9 dopo il primo quarto.

• 10 Al POETA che si è preso il primo posto in classifica nel giorno in cui Trento ha perso la luce dopo 2 tempi sublimi, nell’ora in cui soltanto DELLA VALLE ha reso vano il ritorno in vita di una Pistoia che anche col terzo allenatore balbetta.

• 9 Al Shevon SHIELDS che sembrava soffocare sotto i gradi di capitano di un’Armani che grazie al suo strepitoso inizio sul campo di Treviso non vedrà Messina fare le valige insieme a FONSECA che non faceva andare bene il Milan passione dichiarata del suo caro allenatore.

• 8 A TRAPANI che stritola avversarie con ferocia come ha fatto con Reggio Emilia con il ROSSATO più bello dell’anno nella settimana in cui vulcano ANTONINI sta pensando ad un rinforzo e chi conosce agenti e mercato, sapendo che la NBA non ha posto per la 17ª stagione di GALLINARI, sussurra che il colpaccio per Jasmin sarebbe il ritorno a casa del campione che forse interessa anche a Milano dove i doppioni fanno classifica.

• 7 A TORTONA che il prossimo anno inaugurerà la sua cittadella dello sport, con un Palazzo dello Sport da eurocoppa, ma intanto si prende gli applausi per aver resistito alla scarica di tiri da tre della Trento miracolosa infilzandola con la coppia regalata dalla caritas Armani, il duo Baldasso-Kamagate, 17-16.

• 6 Alla REYER che a Trieste sembrava inseguita dalle stesse streghe che stanno rovinando questa stagione. Siamo contenti per l’allenatore, per la società, anche se continuiamo a non capire come si possano tesserare certi giocatori.

• 5 A Dusko IVANOVIC, bravissimo a ridare vita alla Virtus circondata dalla negatività, se dovesse credere a tutti i complimenti che riceve. Non si fidi, vada dritto al cuore della squadra e poi, pensando al rinnovo, metta in chiaro, che i giocatori li deve scegliere l’allenatore, basta che rispetti i conti e le idee della proprietà.

• 4 Alle BOCCHE LARGHE tipo GARBAJOSA, grande giocatore, pensavamo bravo anche come dirigente, che vedono la salvezza e il futuro nei progetti che porteranno quelli della NBA. Fare la pace con la FIBA non sembra possibile anche se le finestre di stagione portano influenze e mai gioiosi ricordi.

• 3 A REGGIO EMILIA e quindi al guerriero COLDEBELLA che  va a sbattere sullo scoglio di Teramo proprio nella settimana in cui pensavamo che il progetto potesse servire da esempio a tante concorrenti.

• 2 Alla NAPOLI disperata che poteva mettere nei guai Varese e invece si trova sul fondo anche se i segni di ripresa ci sono e magari nel girone di ritorno ci sarà pure la resurrezione.

• 1 Alla VANOLI che se la prende con CAVINA sapendo come è arriva la catena del penultimo posto. La squadra non è forte, ma non è stata neppure tanto fortunata.

• 0 Al MESSINA giustamente furioso con gli arbitri, che certo non hanno fatto l’ultimo tiro o l’ultimo passaggio sbagliato in Eurolega, lasciando sul tabellone il meno uno della rabbia, perché il problema esiste dalla prima partita, lo sanno Bodiroga e soci. Lo sappiamo tutti   e forse non avere un italiano nella lista dei ribelli conta qualcosa. Magari certe antipatie nascono proprio da questo.

 

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