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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Petrucci azzecca il tiro da quattro (mandati)

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Lunedì 23 Dicembre 2024

 

basket-rete 


Una bella vittoria che lo conferma al potere per la sua squadra, un successo che ci conforta anche se non siamo proprio sicuri che i sogni del presidente rieletto si possano realizzare. Visto che la realtà è al nero di seppia.

Oscar Eleni

Confuso dalle festività nel parco delle scimmie, aggrappato al sacro ginepro, cercando una risposta fra direttori di rete e di giornale, cercando di capire perché il torello in allenamento merita un titolo a tre colonne e un record la breve per accontentare i soliti noiosi, nascondendo nell’altrove delle pagine i 90 anni di Giusi LEONE velocista stupenda, bronzo olimpico sui 100 a Roma lei che sui 200 avrebbe fatto cose grandissime se chi allenava non avesse ascoltato chi considerava non adatto alle donne il lavoro per poi arrivare oltre il muro della maratona, un po’ quello che nel nuoto aveva dimostrato la CALLIGARIS.

Certo che fa notizia Spalletti, commissario tecnico del nostro calcio, quando confessa che forse abbiamo troppi pesi piuma da mandare in campo nelle feste comandate per le Nazionali, ma è la scoperta della famosa acqua calda perché basterebbe gironzolare nelle scuole all’ora di “ginnastica”, magari sarebbe utile fermarsi a guardare di nascosto certi allenamenti. Torelli e quattro passi in galleria, se l’allenatore decide che è venuta l’ora di cambiare al bancomat il super stipendio con un lavoro vero, faticoso, allora sentirete dire che la squadra non è contenta, i giocatori fanno il muso, se li cambi ti mandano a quel paese.

Per fortuna a Conegliano le pallavoliste non scherzano mai e si tuffano, schiacciano, dominano il mondo. Certo questi della pallavolo fanno di tutto per rovinare le feste agli invidiosi, non si fermano mai o quasi mai, se vanno in campo poi vincono, se rivoluzionano un settore tecnico difficilmente sbagliano, certo se hai Velasco alla tavola fai in fretta a capire. Cosa che non succede sempre direbbero al Milan, in molte Federazioni, in tante società, ma non bisogna preoccuparsi.

Dall’America lo zio Trump ha mandato a Roma come ambasciatore un riccone che indicherà la strada, magari mettendoci qualche mese per far capire ai padroni della Roma cosa servirebbe, perché il signor ambasciatore è anche il padrone della squadra di basket NBA degli Houston Rockets, terzi in classifica ad Ovest. Sarà il primo a complimentarsi anche con Gianni Petrucci che ha indicato al mondo dei canestri cosa vuol dire fare il tiro da quattro. Lui c’è riuscito con il quarto mandato, una bella vittoria che conferma al potere per la sua squadra, un successo che ci conforta anche se non siamo proprio sicuri che i sogni del presidente rieletto si possano realizzare.

Lui dovrà spiegare al signor ambasciatore che Roma non è più nella serie A del basket per sfortunate coincidenze, insomma nella Capitale ci sono, ci saranno i talenti, giocatori, dirigenti, che al momento sono nascosti fra palazzi semiaperti. La stessa cosa in tutto il Paese, sì, è vero, che non portiamo la Nazionale alle Olimpiadi dal 2004, ma cosa importa. Adesso il vecchio governo diventerà la legione del nuovo, avanti, spavaldi, coraggiosi. Lo chiedono quasi tutti. Da mesi, da anni. Ora si cambia sul serio.

Certo la Lega non ascolterà e non chiuderà mai il mercato, i quintetti in campionato saranno composti quasi sempre con soli giocatori di altre scuole, ma non importa, vedrete che la bacchetta magica al primo raduno della Nazionale ci farà volare. Non dobbiamo invidiare nessuno, certo nella NBA ai giocatori italiani, al momento, non pensano proprio, ma i talenti ci sono. Lo ha detto Petrucci nelle prime interviste, tutto diventerà bello e allora avremo i soldi per organizzare campionati del mondo, gli europei, così non ci sarà bisogno di dare fastidio al campionato con le famose finestre per le qualificazioni.

Cambiare l’acqua ai pesci e sognare, facile per chi conosce la tecnica e il tiro da quattro mandati che, in realtà, sono sei per chi ha guidato tutto lo sport italiano dal CONI, ispirato il grande calcio lavorandoci e combattendo. Siamo pronti a seguirlo anche in questo viaggio, senza rimpianti per l’avversario Valori che lui conosceva meglio di tutti visto che è stato anche suo testimone di nozze e consigliere per missioni importanti anche se forse non ha capito la mossa fatta proprio quando lui era finito all’ospedale. Dagli amici …

Trovata la pace nelle urne, trovato il governo, adesso aspettiamo di vedere quali saranno le riforme. Siamo tutti contagiati dall’entusiasmo del Pozzecco che giura di aver trovato per strada almeno cento persone che gli hanno detto di amare la Nazionale, anche quella che ha perso contro l’Islanda. Sarà vero.

Portare il messaggio nel cuore del campionato non sembra però cambiare l’umore generale. Chi trova un giocatore di scuola italiana protagonista sul campo vien premiato con la pizza del tifoso. Al momento soltanto granite al limone. Ma capirete. Se la barca è affidata alle più ricche allora si va in confusione. L’Armani, lo avete visto contro il Bayern, ha perdite al centro, in regia, in panchina. Domani aggiungeremo le note sul lunedì bruciato col posticipo prenatalizio al Forum dove la neopromossa Trapani, seconda in classifica dietro la meraviglia Trento, sentirà il polso dell’Armani che rischia di restare fuori dalle finali in Coppa Italia anche se la Treviso fermata alla stazione di Sassari la tiene ancora in corsa.

Al momento, tornando sul campionato di palla al cesto, quasi meno noioso della NBA, non è vero che si fa vera propaganda con le telecronache urlate, i gridolini, le arrampicate sui talentoni individuali, fingendo che l’incanto sia regalato dalle prodezze del singolo e mai dal gioco di squadra, una necessità che i soliti balordi prendono da un gioco dove si balla insieme e mai da soli. Non si fa il bene di uno sport neppure dando dirette televisive fra squadre bollite, ma pazienza diranno che tutte devono avere visibilità. Si beh, canterebbe Iannacci. Se cerchi la prodezza puoi godertela nell’atletica, nel nuoto, insomma dove l’individuo è solo con la sua racchetta, i pensieri, il talento.

Ma torniamo al basket piangendo la scomparsa di Sandro CROVETTI, mente geniale per una Lega che dopo PARISINI aveva bisogno di quella luce, costretti ad affogarci nelle pagelle trainate dalle solite renne nel finto Natale dove tutti diventano più cattivi nel momento stesso in cui dicono di sentirsi più buoni e allora cominciano a bastonare chi trovano sulla strada, meglio se infermiere, professore, pazienza se poi devi distinguere fra guardie e ladri, se non capisci chi deve fare cosa, se la gente disperata diventa oggetto e mai persona.

La domenica del villaggio ci presenta subito il conto nella bella Bologna: al venerdì si nota subito la mano di Ivanovic nella bella vittoria contro i gitanti del Barcellona, ma nella stessa città, due giorni dopo, sembra sia tornato il male appena esonerato e, dopo la caduta con Trieste, ecco il salto dalle rocce del trentino con un terzo quarto da 25 a 5 che non ha davvero spiegazioni a parte quella della fatica ad affrontare due partite in poche ore per nascondere invece il vuoto tecnico e nell’anima di troppi giocatori. Li pagano bene, ma forse non se lo meritano. Anche se lo sbaglio è a monte. Chi li ha presi certi giocatori a Milano e Bologna? Ah, saperlo.

• 10 Al PETRUCCI che resta sul trono del basket e ci porta rose sul tavolo perché lui vede talenti e addirittura sogna viaggi olimpici. Dice che la sua squadra funziona, perché non credergli? Per amore, soltanto per amore anche se la realtà è al nero di seppia.

• 9 Ad Elio GIULIANI, diventato Cavaliere della Repubblica, per anni l’anima della vera Pesaro cestistica, addetto stampa che sapeva curare tutto, anime perse, giocatori in gamba, dirigenti più o meno valorosi. Complimenti.

• 8 A LAMB e CALE la coppia magica che fa volare questa TRENTO che anche in settimane con tre partite non perde la sua voglia di essere squadra felice che con poco ottiene il massimo. Sarà l’aria visto cosa fanno in città anche nella pallavolo.

• 7 Al diavolo POETA che sfida il freddo in maglietta a maniche corte e porta Brescia nel giardino di coppa Italia, seconda in classifica, armata silenziosa che con BILAN all’ultimo tiro decapita una REYER ammalata.

• 6 Alla TORTONA che avvilisce Pistoia e presenta un Kamagate da 14 punti e 14 rimbalzi sussurrando all’Armani che precede in classifica che forse aveva in casa un centro migliore di quelli che ha preso quest’anno.

• 5 A Carlton MYERS taxista meraviglioso per l’ex nemico DANILOVIC perché ci ricorda dove siamo finiti oggi. Un docufilm che insegna più dei loro canestri da tre o da quattro.

• 4 A VARESE che pensava di aver risolto tutto smascherando le debolezze di Milano. Illusione. Meglio stare in trincea facendo squadra con Scola e Bulgheroni. Per certi giocatori meglio un posto nella casa dello sponsor.

• 3 Al VAR che continua a mandarci in confusione, allunga le partite, trucca i finali e, in molti casi, vede confermare chiamate sbagliate rendendo patetico il tutto.

• 2 All’EUROLEGA che non ha istruito bene l’Intelligenza artificiale addetta al calendario, mandando in campo alla stessa ora squadre dello stesso Paese. Un dispetto.

• 1 Alla VENEZIA che non trova pace nel basket e pure nel calcio che pure ha vinto. Deve essere l’anno sbagliato e dispiace per allenatori che invece meriterebbero fortuna.

• 0 A NAPOLI e a TOTÈ che ci hanno messo davvero troppo per arrivare finalmente alla prima vittoria. Anche dopo un supplementare va bene lo stesso e al “lungo” italiano come al VALLI messo peggio di MARKOWSKI auguriamo altre giornate gloriose nella speranza che diventi buono anche per Azzurra sbiadita.

 

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