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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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I sentieri di Cimbricus / Il piccolo gigante dal braccio d'oro

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Venerdì 20 Dicembre 2024

 

wolfermann 

Se n’è andato Klaus Wolfermann: aveva 78 anni, era bavarese di Altdorf ed ebbe il suo giorno dei giorni il 3 settembre 1972, Olympiastadion di Monaco di Baviera. Fortunato avversario del grande Lusis privato del titolo olimpico e del mondiale.


Giorgio Cimbrico

“Puntavo a una medaglia ma battere il mio idolo, l’uomo capace di una concentrazione assoluta e di nervi d’acciaio…” raccontava sorridendo dietro il pizzetto che un tempo sarebbe stato definito mefistofelico.
Il suo idolo era lettone di Riga, dove è scomparso poco più di quattro anni fa: era Janis Lusis, il campione che sosteneva che solo chi era nato in riva al Baltico poteva scagliare molto lontano il giavellotto. Oggi, con un pakistano, un indiano e un grenadino a dominare la scena sarebbe costretto a ricredersi.  


Proprio come pensava Klaus, Lusis era freddo, non perdeva la testa: a Messico, all’ultimo lancio, andò al di là dei 90 metri e sistemò il finlandese orma Kinnunen. Inutile dire che a Monaco era favorito: meno di due mesi prima, a Stoccolma, aveva spedito il giavellotto a 93.80 riprendendosi il record del mondo che gli stato sottratto proprio da Kinnunen che si era spinto a 92.70 a Tampere, una delle culle del lancio del keihas.

Nella finale olimpica Lusis guidò sino al quinto lancio quando la folla dell’Olympiastadion esplose in un gigantesco “Ja”: Wolfermann aveva toccato 90.48. Janis aveva ancora una prova perché la sentenza venisse pronunciata: lunga e perfetta parabola, punta che va a piantarsi nell’erba, misurazione, misura che appare sul tabellone: 90.46. Due centimetri: al tempo, quando i centimetri dispari non venivano considerati, era la minima misura per aver la meglio. Avesse pareggiato, avrebbe bissato il titolo del ’68.

“Ero felice che fosse disponibile un sistema di misurazione digitale – raccontava Wolfermann – due centimetri sono niente e fosse stata usata una rotella chissà come sarebbe finita”.

Dieci mesi dopo, a Leverkusen, Wolfermann avrebbe ancora sconfitto Lusis, ma a distanza, privando il lettone del record del mondo: quel 94.08 avrebbe tenuto per due anni, sino al 94.58 di Miklós Németh, una specie di figlio d’arte: il padre Imre era stato campione olimpico nel martello a Londra nel ’48.

Klaus e Lusis, divisi da due centimetri, meno di un pollice, diventarono amici e passarono spesso periodi di vacanze uno a fianco dell’altro.  

 

 

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