- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Aspettando il mondiale prossimo venturo

PDFPrintE-mail

Lunedì 2 Dicembre 2024


tapis roulant 

“La necessità pare sia quella di stare in forma, di praticare una vita attiva, di non bere, non fumare, evitare i cibi insidiosi. Anche se poi McDonald’s martella senza pietà nelle sempre più lunghe parentesi pubblicitarie.”

Giorgio Cimbrico

I Mondiali di Treadmill, il tapis roulant, sono l’ultimo progetto partorito dalla mente fervida di Jon Ridgeon, direttore esecutivo di quella che è stata la IAAF. “Lo fanno milioni di persone. Perché non creare un campionato?” ha dichiarato l’ex ostacolista ed ex-studente del Magdalene di Cambridge. Di Ridgeon lord Sebastian Coe ha una cieca fiducia.

Tappeti in movimento, Padel, un tempo racchettoni, Dardi (per noi, freccette), Mountain bike, “strumenti” invernali suggeriti da grandi aziende, scarpe e indumenti per chi corre, spingendosi dalla strada sino a cimentarsi nelle sky-marathon, surf e windsurf, attrezzi da palestra che misurano ogni watt originato, perfetti per chi cura, giorno dopo giorno, l’ideale della fitness: il mondo e lo sport stanno diventando un gioco. O forse è il gioco che diventa sport.

Non è una novità: lo avevano capito i greci, lo scriveva molti anni fa un grande storico, Johan Huizinga (“Homo ludens”) e lo metteva su tela Pieter Bruegel il Vecchio con i suoi “Giochi di bambini” che, a dire il vero, non hanno un aspetto gioioso.

La necessità pare sia quella di stare in forma, di praticare una vita attiva, di non bere (ormai ordinare acqua gasata desta un certo sospetto…), non fumare, evitare i cibi insidiosi. Anche se McDonald’s martella nelle sempre più lunghe parentesi pubblicitarie.

La domanda è: tutto questo fa parte di una sincera convinzione, di una necessità, di un’aspirazione? O nasconde, appena mimetizzata, i suadenti ammiccamenti del mondo che circonda e incatena?

Il sospetto è che può essere una trappola per topi. C’è un sport sempre più professionistico e iper-professionistico e, a latere, è stato partorito questo surrogato che può coinvolgere e coinvolge una massa che finisce a capofitto in questa nuova dimensione concedendosi spese pazze, personalmente (sempre meno) o on line (sempre di più), per metter le mani sulla  nuova scarpa indossata dai grandi maratoneti, la nuova racchetta nel nome del Padel, la maglietta che traspira e ora il tapis roulant che diventa tappeto magico, terreno mobile per preparare il mondiale che verrà.

 

 

 

 

Cerca