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Lunedì 2 Dicembre 2024

 

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Rivoluzione o passaggio di consegne? Certo, il dopo-Olimpiadi sta rimettendo in gioco non pochi ruoli nel settore tecnico. Come quella che appare una vera e propria “tutela” cui dovrebbe sottostare il DT La Torre. La accetterà?

Daniele Perboni

Cambiare si può e, in alcuni casi, si deve. È quanto ha messo in campo, in questa ultima tornata dell’anno, il movimento atletico nazionale. In testa la Federazione stessa. L’aspetto più eclatante, se così vogliamo chiamarlo, è l’espatrio del venticinquenne delle Fiamme Gialle Chituru Ali. Con il 9”96 ottenuto a Turku (Finlandia) il 18 giugno scorso è diventato il secondo di sempre in Italia e il terzo quest’anno in Europa. A questi eccellenti risultati ha poi abbinato l’argento agli europei di Roma.

Insomma, una stagione da incorniciare. Così, in accordo con Federazione e società di appartenenza ha deciso, complice insostituibile lo sponsor personale, di abbandonare il cortile di casa di Castel Porziano, il tecnico Claudio Licciardello, ex quattrocentista, con cui ha diviso gli ultimi quattro anni, di sbarcare in California, all’UCLA di Los Angeles, dove sarà guidato dall’ex velocista settantenne John Smith. Un tecnico a cui non servono presentazioni. Una scelta, la sua, che fa seguito a quella compiuta circa dodici mesi fa da Marcell Jacobs, accasatosi in Florida alla corte di Rana Reider.

Ambizioni e motivazioni lo hanno spinto su questa strada. Nulla da eccepire. Se è stata una giusta opzione per il suo futuro agonistico solo i risultati sapranno dirlo. Ricordiamo che quest’anno ha corso ad una media di 10”05. Ciò che ci lascia un tantino perplessi è l’esodo di alcuni sprinter nostrani verso lidi d’oltreoceano. Sorge il dubbio che i tecnici italiani siano incapaci di gestire atleti una volta assurti a livello internazionale. Qualcuno, tra i federali, si sarà posto qualche domanda? O tutto viene lasciato al capriccio dei rispettivi gruppi di lavoro che supportano i fuoriclasse nazionali?

Antonio La Torre, recentemente rinominato responsabile tecnico e scientifico per i prossimi quattro anni, obiettivo Los Angeles 2028, sicuramente si sarà posto il problema. Non ne abbiamo il minimo dubbio. La nostra impressione, però, è che anche una mente illuminata come il più vincente DT dell’atletica azzurra non abbia molte armi a sua disposizione per fermare questa piccola emorragia. Da anni ormai il denaro degli sponsor è il vero motore che spinge in quella direzione. La Federazione appare un gigante con le mani legate e con un forziere che non può competere con quello delle grandi multinazionali.

Diversa la diatriba riguardante la società di appartenenza. Non si parla di piccole o medie realtà locali, ma di un gruppo militare, forte di finanziamenti derivanti non solo dalla Federazione. Le Fiamme Gialle, cioè la Guardia di Finanza, così come altri gruppi militari (Fiamme Oro/Polizia, Carabinieri ecc…), la reputiamo in grado di poter indirizzare determinate scelte tecniche. Se non è intervenuta in tal senso avrà avuto le sue più che legittime motivazioni. Cause che non conosciamo e che per ora nessuno ha saputo spiegare. Detto questo, facciamo i migliori auguri al ragazzo comasco.

Voci sempre più insistenti raccontano di una nuova struttura tecnica in divenire e che prima della fine dell’anno sarà svelata. Si ipotizza di nuovi responsabili di settore, con diverse figure che andranno ad affiancare questi responsabili. Finanche il “capo” La Torre sarà fiancheggiato da un “aiutante”. Lo accetterà (La Torre) o chinerà il capo assecondando questa imposizione? Sino ad ora ha sempre rimarcato la sua totale libertà di scelta, pur viaggiando in accordo con il Presidente. Affiancargli o meno tale figura ci dirà se la “forza” politica del D.T. è rimasta tale o si è affievolita.

Nomi ufficiali per ora non ne sono sortiti ma quello di Stefano Tilli è il più mormorato. Che l’ex velocista romano abbia il desiderio di entrare nella struttura non è mai stato un segreto. Vicino, anzi vicinissimo, al presidente Stefano Mei, sin dallo scorso quadriennio mirava in alto. Desiderio mai esaudito. Complici i successi di La Torre, si è sempre dovuto accontentare di ruoli marginali. Il suo momento pare arrivato. 

Altra piccola rivoluzione dovrebbero essere alcune figure che verranno abbinate ai responsabili di settore. Di che cosa si tratta? Quale ruolo avranno? Anche in questo caso dovremo attendere pazientemente. La nostra impressione è che si tratta di veri e propri “controllori”. Un filo diretto con il gran capo. Mei, pur avendo vinto la tornata elettorale su tutti i fronti si sente ancora attaccato, ragion per cui avverte il bisogno di allestire, in seno alla Federazione, una sorta di piccola STASI. 

 

 

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