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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Le parole sono pietre che fanno male

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Martedì 19 Novembre 2024

 

anni di piombo 

“Il mondo è andato troppo veloce rispetto alle 'non ideologie'. Hanno prevalso le semplificazioni. Senza alcuna autocritica da parte di chi ha fallito. Le rivoluzioni cominciano con le parole e finiscono con le ghigliottine.”

Andrea Bosco

Fin da quando studiavo al Ginnasio, ho sempre avuto una passione per Ulisse: astronauta ante litteram, gaglioffo, mentitore, puttaniere, viaggiatore. Insomma, un uomo “moderno“. O forse, semplicemente un uomo. L'Odissea (l'abbia scritta o meno uno passato alla Storia col nome di Omero) è un simbolico viaggio. Nelle spaventose lande della vita. Perché la vita è una odissea che inizia dal primo vagito e si conclude quando la Scacchista ti rifila il “matto“.

La vita è un quotidiano inferno, segnato da qualche gioia e da infiniti dolori. Cerchi di capire, cerchi di giustificare, cerchi di mediare, cerchi di pacificare. Ma non ci riesci. Gli uomini sanno coniugare, contemporaneamente, amore e odio, dolcezza e violenza. Spesso senza dar peso alle parole. Il Vescovo di Roma che offre caramelle ai bambini è il medesimo che chiede una inchiesta per “il genocidio a Gaza“. Con parole che marchiano un popolo, da secoli perseguitato.

PACE – “Pace“ gridano nei cortei antisemiti i giovani in Italia e nel mondo. “Pace“: andando a picchiare i poliziotti (ai quali è vietato difendersi), lordando edifici con la stella gialla come facevano i nazisti, bruciando i fantocci dei ministri, imbrattando di vernice rosso sangue le loro immagini, impiccando i loro manichini, mimando simbologie che richiamano a tempi terribili del terrorismo brigatista. A Torino una bomba rudimentale ha mandato in ospedale trenta agenti. Arresti? Zero. Le parole sono pietre e se consenti di gridare in piazza che “uccidere un fascista non è reato“ significa che non rammenti come iniziò negli anni Settanta.

In un paese che non ha mai fatto veramente i conti né con lo stragismo di destra, né con gli assassini di sinistra, riaffiorano i “cattivi maestri“ che incitano alla “rivolta sociale“. Fausto Landini, sindacalista con aspirazioni politiche, non è paragonabile a Toni Negri. Non ne ha il linguaggio, né la profondità di pensiero. Ma come lui incita alla “rivolta“. Landini che vorrebbe imporre la “sua“ agenda, non tiene conto né dei limiti imposti dall' Europa, né della necessità di contenere lo spaventoso debito pubblico (ingigantitosi nei decenni). Landini vorrebbe una concertazione che di fatto lo porterebbe ad essere un “azionista“ del governo. Resuscitando lo Stato assistenzialista e spremendo la proprietà privata.

“Né Cristo, né Marx“ recitava il titolo di un saggio del pensatore socialista Jean Francois Revel. Oggi anche quel modello è in crisi. Il mondo è andato troppo veloce rispetto alle “non ideologie“. Hanno prevalso le semplificazioni. Senza alcuna autocritica da parte di chi ha fallito. Poi come Hans Hermann Hope si può pensare che a “fallire“ sia stata la democrazia. Ma come spiegava Wiston Churchill “la democrazia è il peggiore dei sistemi di governo, eccezion fatta per tutte le altre che si sono sperimentate finora“. Le “rivoluzioni“ cominciano sempre con le parole e finiscono con le ghigliottine. Ma dopo le ghigliottine tornano quelli che le “culottes“ ce le hanno: se va bene. Se va male vanno al potere quelli che non le avevano, e che una volta espugnato il Palazzo d'Inverno, provvedono a dotarsi di un intero guardaroba. A spese del popolo.

GIUSTIZIA – La polemica sull'immigrazione mette l'orticaria, considerato che la partita si sta giocando irresponsabilmente sulla pelle di esseri umani. Ma le leggi fanno ribrezzo. Leggete questa, scritta dal Tribunale del Riesame. Beccano un albanese di 27 anni che nella sua auto trasporta 11 chilogrammi di cocaina. Lo mettono in custodia cautelare. Ma dopo due settimane il Tribunale del Riesame di Brescia lo fa scarcerare e lo lascia libero. Motivo? “L'uomo non parla italiano e l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP, dopo l'udienza di convalida dell'arresto eseguito dalla Guardia di Finanza di Bologna, non è stata tradotta in albanese“. E secondo il tribunale, che ha accolto l'istanza della difesa, la mancata traduzione nella sua lingua madre degli elementi di accusa (Nota: colto in flagrante con 11 chili di “neve“ nel bagagliaio della sua automobile) avrebbe impedito all'uomo di potersi difendere. Neppure l'Azzeccagarbugli di Manzoni avrebbe partorito un simile provvedimento.

Mi arrendo a tutto. A chi, dopo Trump, ha individuato in Musk il nuovo “mostro“ (dura o non dura la luna di miele con Trump? Dura minga, non dura, non può durare: China Martini eccetera eccetera). E poi Musk è schifosamente “ricco“: il più ricco del mondo. E lo dice il Vangelo: “E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli“. E fa niente se il cammello (pessima la traduzione; ma mica puoi cambiarlo il testo del Vangelo) in realtà era una gomena. Il concetto è che il denaro sia “sterco del diavolo“ e il “ricco“ una persona spregevole perché lo ha accumulato. Ha scritto un saggio che “dietro a ogni grande fortuna finanziaria c'è sempre un delitto o una grande ingiustizia“. Lui, Paperon de’ Paperoni, non ha consapevolezza di essere un avido bastardo spilorcio che quando si immerge nella sua montagna di monete in realtà si immerge nella merda.

ALTRO – Giro pagina: della sconfitta della Nazionale francamente non mi importa. Spiace per Bagnaia, ma Martin è stato più regolare: ha vinto solo 3 gran premi (rispetto ai 10 di Bagnaia) ma in annata, è andato sempre a punti. L'uomo che viene dalla Cintura di Orione ha sbancato anche Torino: con lui ormai è quasi noia. Sinner li cucina tutti, per la gioia di pubblico (sempre a frotte sul carro del vincitore in Italia), televisioni, sponsor e suo (ormai faraonico) conto in banca. Sinner è disumano: per tecnica e forza mentale.

Non posso che essere depresso per la mia Reyer (incerottata va bene, ma ormai è evidente: anche mal allenata) che perde ancora in casa contro Reggio Emilia (59 a 62) nell'ambito di una partita orrenda dove Venezia ha tirato 2 su 27 da tre punti con il 4,4% con percentuali da minibasket. Ha detto Spahjia: “Non me lo so spiegare“. Io invece si: me lo spiego. Se assembli una squadra che non ha un play di riserva, se confermi un gatto di marmo come Simms, se ti affidi a gente che in campo trema e non ha cuore, il risultato non può essere che questo. I giocatori li ha scelti uno per uno l'allenatore: tanto per capirci.

Una per una le ha scelte anche Mazzon, le ragazze della Reyer. Che invece cuore hanno e probabilmente anche quegli attributi solitamente appalto dei maschi. Perché se a Schio sprofondi a -14 e poi rimonti lasciando nell'ultimo quarto alle avversarie la miseria di 4 punti (a 16), alla fine (anche se ti mancano due rimbalziste come Cubay e Nicolodi, ferme per infortunio) significa che hai qualche cosa di speciale: quello che ti ha portato alla vittoria. Chi ha segnato il canestro del 56 a 55? Matilde Villa, che non ha fatto una gran partita, ma che quando serve essere di ghiaccio è meglio di un congelatore.

Ora si torna al campionato (Milan-Juventus in vetrina) e alla miserie calcistiche di casa nostra. Fossi ancora un tifoso della Juventus (oggi solo tiepidamente osservo) sarei furibondo dopo aver constatato che Inter e Juventus hanno votato a braccetto pro Gravina contro de Laurentiis e Lotito. Votare pro Gravina significa essere dei Tafazzi calcistici. Inter e Juventus nella medesima barca, cosa che non si può vedere. Almeno per chi ha memoria.

Profetizzo (tanto solo chi non fa pronostici non li sbaglia) Marotta Beppe, prossimo presidente della FIGC. Marotta è bravo (anzi è il più bravo). Ha competenza calcistica (che Gravina non ha), e fa politica come Gravina e meglio di Gravina. Caro pueblo calcistico: c'era una volta un club meraviglioso che indossava (e ancora indossa) la camiseta blanca. Aveva in squadra artisti sublimi: Gento, Di Stefano, Puskas, Santamaria. Era il club del caudillo Franco che a lungo avrebbe tiranneggiato la Spagna. Ma l'attaccante migliore di quella squadra non entrava mai in campo. Entrava negli spogliatoio degli zufoladores. Si chiamava Saporta ed era un genio dell'intrigo. Uno che sapeva di calcio e moltissimo di sinedri. Quel Real vinse (perché era bravissimo tecnicamente) cinque Coppe dei Campioni di seguito. Anche per merito del señor Raimundo. Regno interrotto a Vienna dall'Inter di Helenio Herrera. Che aveva grandi giocatori, che (anche lui) sapeva di calcio, Ma , secondo Gioanbrerafucarlo,   moltissimo anche “ di chimica “ .

 

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