- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Il futuro? "Grand Slam" ed altre delizie

PDFPrintE-mail

Mercoledì 13 Novembre 2024

 

athlos-crown-750 

Uscendo dal nostro cortile, dove si battaglia una silente diatriba pro/contro La Torre, con gli atleti che si muovono in ordine sparso, ciascuno ossequioso al proprio sponsor, sotto la cenere molto sta cuocendo. Ma col rischio di bruciarsi.  

Gianfranco Colasante

Intendiamo, a fronte degli introiti di “Paperone” Sinner – per una esibizione d’un paio d’ore, al suo colmo forziere nascosto nel Principato ha aggiunto altri sei milioni di dollari – stiamo parlando di pochi spiccioli. Ma anche questi bastano a confermare la direzione in cui stanno andando quelli che possono o che credono di potere. E soprattutto da dove nessuno potrà tornare indietro indenne.

Aveva dato l’avvio Lord “Fener” Coe abbattendo a Parigi l’ultimo diaframma rimasto a protezione dei residuali “valori” olimpici (qualcuno ne ha memoria?) al prezzo di 50.000 dollari nelle tasche degli olimpionici, sciolti o a mazzetti come nelle staffette o nella marcia. Senza dar di conto delle flebili osservazioni del CIO o delle proteste di qualche altra federazione internazionale (non molte, per il vero). Non era mai accaduto prima.

IPOCRISIE – Certo, si obietterà, bando alle ipocrisie: il sentiero delle prebende a pioggia, aperto anni fa in sordina dai Comitati Olimpici, è ormai un’autostrada lastricata di soldi: solo per gli 87 medagliati di Parigi, il CONI ha sborsato quasi 10 milioni (per i pignoli: 9.810.000, dei quali 2.340.000 finiti nei borsoni delle pallavoliste): denaro pubblico, of course. Ma se vogliamo, in termini di chiarezza un passo in avanti rispetto all’epoca della P3 quando si tentò di trasformare i premi olimpici in fumosi vitalizi. Ma ci torneremo: qui voglio restare all’atletica e al nuovo mantra che la sta investendo: “prendi i soldi e corri” o viceversa, a scelta.

Le avvisaglie si sono viste subito dopo i Giochi, con la rinuncia di Bach – che molto aveva brigato per una riconferma impossibile – e la candidatura di Seb Coe malgrado i suoi 68 anni gli concedano possibilità ridotte se non proprio nulle di spostarsi a Losanna. Forse anche per questo resta lui il più debole tra i sette aspiranti al soglio olimpico (si voterà a marzo), tutti sessantenni ben portanti: eccezione la quarantenne Kirsty Coventry, unica donna, ministro bianco della gioventù nera dello Zimbabwe che a detta di molti sarebbe la favorita. Il tempo dirà. Ma se è vero che oggi il limite dei 70 anni per i membri del CIO (dal quale, segno dei tempi, stanno scappando gli sponsor principali, Toyota in testa) appare anacronistico, è altrettanto vero che la WA sta preparandosi ad una confusa successione, col rischio di perdere d’un colpo solo il CIO e il presidente del post Lamine Diack.

Non è quindi azzardato leggere quanto si va muovendo, quale diretta conseguenza del clima di incertezza che si è creato con la ventilata uscita di Coe. E questo proprio nell’anno del doppio mondiale (con baricentro sempre più spostato ad oriente), della nuova e più ricca Diamond League (15 meeting tra aprile e settembre) e all’ombra di una frenesia tecnologica che minaccia di sconfinare oltre le intenzioni (scarpe, lucine e quant’altro). Che i tempi fossero maturi per cambiare, o aggiornarsi, lo lasciavano intendere le dichiarazioni di molti big, Sydney McLaughlin e Noah Lyles tra i primi a intonare a squarciagola il refrain “soldi, soldi, soldi …”.

TECNO – E quanto a novità, il primo atto era andato in onda il 1° settembre a Friburgo, un “Track Lab Meet” a squadre nel quale si sono sperimentate le presunte novità del futuro. A iniziare da un Miglio con le siepi e una gara “mista” di asta misurata col laser alla ricerca dell’assoluto. Nel salto in lungo, in luogo della pedana si è adottata la ventilata “zona libera” di stacco ampliata a 40 cm. Né è mancato l’utilizzo dei droni per seguire dal di dentro le corse. Se vogliamo, nella norma restavano solo i 22.000 dollari per la squadra meglio classificata, cifra peraltro da dividere tra i sei componenti. Ma qui in qualche modo le cose erano nei programmi della WA e del suo direttore Jon Ridgeon, il più esaltato in nome del cambiamento e della tecnologia trionfante.

Uno spartito diverso lo ha invece suonato a fine settembre il miliardario Alexis Ohanian – marito di Serena Williams e soprattutto co-fondatore di Reddit (e altre ricche compagnie social) – mettendo in onda a New York un meeting spettacolo tutto al femminile, musica e interviste dal campo comprese. Titolo: Athlos; menù, sei gare per sei atlete ciascuna, presenti le campionesse olimpiche Gabby Thomas e Faith Kipyegon. Per le vincitrici una busta con 60.000 dollari e una corona d’argento da Tiffany (foto d'apertura), per le altre premi a scalare da 25.000 in giù. Niente televisioni, ma solo alimento per i social: poco più che una esibizione circense, diffusa su YouTube, su X di Elon Musk e sulle piattaforme di Ohanian. La vera frattura, un totalizzatore per le scommesse, tipo “La stangata” di Paul Newman e Robert Redford. Il futuro è questo?

MINACCIA – Cosa rischia invece di entrare seriamente in rotta di collisione con la WA, è il “Grand Slam Track”, articolato format ideato e messo in piedi da Michael Johnson che sostiene d’aver trovato i fondi necessari. Meeting spalmato su quattro week-end – il primo appena annunciato per il 4-6 aprile ’25 a Kingston, Giamaica –, per gli altri si parla di Los Angeles e di Miami/Miramar (un omaggio a Trump?). Si vedrà. Anche qui programma ridotto a sei specialità, sprint breve (100/200), ostacoli brevi (110H/100H), sprint lungo (200/400), ostacoli lunghi (400H/400H), mezzofondo breve (800/1500), mezzofondo lungo (3000/5000). Rapido e indolore.

In pista 48 atleti scelti dagli organizzatori (detti “Racers”) cui in corso d’opera si aggregheranno gli sfidanti (“Challengers”): due corse per meeting e classifiche determinate dalla somma dei punteggi. A metà tra “Il Gladiatore” e un film di fantascienza, se non fosse che ciascun vincitore riceverà 100.000 dollari cash (il doppio dei campioni olimpici), gli altri a scendere fino a 10.000 per l’ottavo. Dei “Racers” pare abbiano già aderito in 32 con non pochi nomi di prima fascia. Previsione: possibilità non trascurabile di sovrapposizione alla D.L. in un calendario fin troppo affollato: ma non si uccidono così anche i cavalli?

Staremo a vedere gli sviluppi e quali saranno: quel che emerge da subito è una generale confusione con sovrapposizione di ruoli che richiederebbero maggiore chiarezza da parte della W.A. O da quel che ne resterà nel dopo-Coe, qualunque saranno le scelte dei residui 111 membri del CIO.

 

 

Cerca