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Duribanchi / Una triste storia dei giorni nostri

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Martedì 5 Novembre 2024

 

monache 


“Si sono mossi tutti, l’intera città. Se esiste un fondo di solidarietà per le Maddalene di Vigevano, io firmo e contribuisco. E se c'è da andare in piazza a protestare per solidarietà nei confronti della monache, mi iscrivo al corteo.”

Andrea Bosco

Stanno resistendo. Il convento di Vigevano come un fortino. Dentro sei suore Maddalene, quattro delle quali ultranovantenni. A Vigevano sono una istituzione: hanno fatto del bene a tanti nel corso degli anni. A madri che non avevano un posto dove andare, a migranti abbandonati dalla società, a senza dimora: a chiunque abbia bussato alla loro porta. Adesso si sono barricate dentro a quelle mura: le suore come i texani ad Alamo, fuori Santa Ana con il suo sterminato esercito di messicani.

Ma i “cattivi“ questa volta non sono quelli che immagineresti. I “cattivi“ che hanno fatto suonare il “deguello“ (l'ossessiva tromba che significa “senza quartiere“) sono i dirigenti della congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore, di Piacenza, proprietaria del convento. Che già nello scorso aprile avevano spiegato di voler dismettere convento e suore, collocando le monache altrove. Ma le Maddalene che in vita ne hanno viste e vissute di tutti i colori hanno deciso di resistere. Anche se non sono stati eseguiti i lavori di riparazione dei quali il convento abbisognerebbe. Anche se hanno loro congelato un rimborso (quello dell'assicurazione) al quale avevano diritto e che per ora è “parcheggiato“, probabilmente, in qualche banca. Ma al quale le monache non possono accedere.

“Ci hanno tolto tutto“, hanno spiegato le suore. Si è mosso, senza successo, anche il vescovo di Vigevano. Ma la città ama le sue suore che fino a poco tempo fa ospitavano le insegnanti precarie provenienti dal sud dell'Italia. Si sono mossi i cittadini, con petizioni e perorazioni. Si sono mossi i media, giornali e televisioni. Da Piacenza, però, sono irremovibili: il convento di Corso Genova deve essere chiuso. E le Maddalene se ne devono andare. Solo che fare la guerra alle monache è sempre una pessima idea: sono donne speciali. E se hanno detto che non se ne andranno, per sloggiarle dal loro convento dovranno usare le maniere brusche. Cosa che porterebbe alla Congregazione delle Figlie di Gesù buon Pastore una pessima pubblicità.

Scrive Cechov ne “I quaderni“ che “una brava persona si vergogna anche davanti ad un cane“. In attesa di conoscere i “piani“ della Congregazione (e il colore delle sue guance), direi che se ti autodefinisci prole di “Gesù Buon Pastore“, cacciare delle quasi centenarie da casa loro è una azione quanto meno criticabile. Congelare i loro fondi è il tipo di azione che le “brave persone“ non dovrebbero fare. Come spiegato, la città intera si è mobilitata. Il sindaco – il leghista Andrea Ceffa –, ha scritto al Papa, illustrando che le Maddalene sono la Storia: a Vigevano da 145 anni.

Dallo scorso 29 di giugno, data dello sfratto, le Maddalene figurano, però, quali “okkupanti“. Insomma: illegali. E se la chiusura del convento è stata disposta dal padre commissario della Casa Generalizia, Gianfranco Lunardon di Roma, è stata la madre generale, suor Franca Barbieri, ad approvare la richiesta di trasferimento. E' evidente che le monache intendano restare tra le loro mura per continuare a servire gli uomini, fino a quando non si ricongiungeranno all'Onnipotente. E che le “sorelle“ più giovani (destinate ad altri conventi) vogliano esserci quando l'inevitabile accadrà. Si chiama amore. Che come spiega Sofocle in “Edipo a Colono“ è una parola che “ci libera di tutto il peso e il dolore della vita“.

Maria di Magdala è venerata come santa. “Baciava Gesù“ secondo il Vangelo (gnostico) di Filippo, gesto che non aveva significato erotico ma esprimeva comunione e fratellanza. Peccatrice e penitente: alcuni studiosi le hanno attribuito la stesura del quarto Vangelo, quello di Giovanni. Cosa che se confermata sarebbe per la Chiesa Cristiana una vera rivoluzione. Se esiste un fondo di solidarietà per le Maddalene di Vigevano, io firmo e contribuisco. E se c'è da andare in piazza a protestare per solidarietà nei confronti della monache, mi iscrivo al corteo.

 

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