Duribanchi / Vuoi vedere che i veri problemi li ha la giustizia?
Martedì 29 Ottobre 2024
“Da Tangentopoli in poi, la magistratura si è fatta stato nello Stato, con la complicità della politica. Alla magistratura sembra non interessino i reati comuni. Alla magistratura interessano i reati della politica.”
Andrea Bosco
Le vite degli altri: rivoltate, spiate e alle fine vendute. A qualche giornalista amico ed è la cosa, tutto sommato, meno grave. Non dico non sia grave: lo è. Dico che è meno grave, rispetto a chi ha commissionato il dossieraggio. Di chi i dossier li ha comprati. I nomi ancora non li conosciamo, ma ci sono. Per ora (come nel bellissimo film di Florian Henckel von Donnersmarck sui crimini nella Repubblica Democratica Tedesca) si conoscono solo i nomi degli spioni. Non quelli di chi siano i mandanti.
Ci sono indagini, ci sono illazioni, ci sono personaggi insospettabili. Indagano le procure: con una esasperante lentezza. Stavolta nessuna ricerca della sempre presente e fatale “femme“. Stavolta basterebbe seguire “i soldi“. L'avidità che ha portato (presunti, molto presunti) servitori dello Stato a sputtanare tutti: dai vertici delle istituzioni italiane, ai big dello sport, dello spettacolo, della politica, della cultura. La cosa peggiore neppure è l'elefantiaco procedere della giustizia.
GIUSTIZIA – La cosa peggiore è che questa feccia (diversamente impossibile definirla) non andrà, probabilmente, in galera. Al massimo andrà ai domiciliari, secondo prassi di una giustizia imbarbarita più della criminalità che dovrebbe perseguire. Con la giustizia “politicamente corretta“, niente si ottiene e niente si otterrà. La giustizia, mai applicata e sempre “interpretata“, non rappresenta un deterrente. Da decenni la giustizia italiana è stata “rivoltata“ non per senso di equità verso i cittadini, ma per consentire ai magistrati di avere le mani libere. Da Tangentopoli in poi, la magistratura si è fatta stato nello Stato, con la complicità della politica.
Alla magistratura sembra non interessino i reati comuni (a meno che non si tratti di delitti di grande risonanza mediatica). Alla magistratura interessano i reati commessi dalla politica. Ma se uno ti ruba in casa, non va in galera. Ammesso venga identificato. Se uno ti scippa, esce dopo dieci minuti anche se colto in flagrante. La politica (che le leggi in parlamento licenzia e il capo dello Stato provvede a ratificare) di fatto ha depenalizzato millanta reati. Altrimenti i manifestanti che picchiano i poliziotti, li insultano, che devastano città e negozi, popolerebbero le patrie galere. Invece sono a piede libero. Tutti quelli che compiono violenze, lo sono.
Ogni giorno non c'è pronto soccorso dove beceri parenti di un ricoverato non aggrediscano un medico o un infermiere. Quanti sono in galera? Zero. Quanti stupratori vengono mandati ai domiciliari dopo aver fatto violenza ad una donna? Troppi. La politica li vuole liberi. Per non passare per fascista, razzista et similia. Quella politica che per debellare il flagello del terrorismo, “trattò“ fino a mandare liberi gli assassini, le fidanzate degli assassini, i parenti degli assassini: tutti complici di quegli assassini. Lo Stato che trattò con gli assassini. Che ridusse le pene fino ad annullarle. Che mandò liberi anche quelli (e quelle) che mai si pentirono. Che mai hanno espresso pietas verso un poliziotto, un giudice, un giornalista. Verso chi aveva avuto il coraggio di scrivere che “non erano samurai invincibili“. E che per averlo scritto pagò con la vita.
Trattare con i terroristi si è rivelato uno degli errori più clamorosi della storia italiana. Li hanno chiamati “pentiti“. E' stato fatto con i terroristi, così come con i mafiosi. Ma nessuno di quei delatori si è mai pentito. Hanno usufruito di quanto la legge gli offriva: cinicamente, guardando al proprio interesse. Ma piaccia o non piaccia: non esiste democrazia, là dove giustizia e legge non funzionano. Se gli “spioni“ verranno, pur condannati (perché mica è detto vengano condannati, non nel paese delle Meraviglie di Crozza), mandati ai domiciliari perché sono delinquenti “ma solo un pochettino“, giustizia non verrà fatta. Come sovente accade nello sfortunato paese che dovrebbe fondarsi sul Diritto Romano. E che invece a forza di codicilli e pandette è diventato un suck da Azzeccagarbugli.
PAROLE – Di che altro posso parlare? Di come (incomprensibilmente) parli il ministro della Cultura, Giuli? Persino Gianluigi Mariannini, l'indimenticabile dandy di “Lascia o raddoppia?“ con le sue tre lauree (Giuli deve ancora discutere la sua) gli farebbe un baffo. Temo che neppure Italo Calvino quando scrisse “il paradosso di Zenone“, uno dei racconti di “Ti con zero“, avrebbe capito il linguaggio di Giuli. Il ministro che è garbato ed educato dovrebbe però parlare come tutti gli umani.
Rammento Indro Montanelli che sbeffeggiava Ciriaco De Mita per il suo eloquio, come disse Gianni Agnelli da “intellettuale della Magna Grecia“. Montanelli, uno come Giuli, difficilmente lo avrebbe assunto. Non per mancanza di cultura. Ma perché l'eloquio barocco (e la scrittura, parimenti barocca) Montanelli lo tollerava solo da Paolo Isotta. Perché Isotta era il miglior critico, relativamente a melodramma e musica operistica, su piazza. Poi magari anche Indro per orientarsi su certi articoli era costretto a munirsi di vocabolario.
MARTIRE – Io non sono Giordano, non sono Saviano, non sono Scurati: ma sono più “perseguitato“ di loro. Perlomeno loro, i loro libri, li pubblicano. Vanno in televisione, vanno a parlare alla radio, i giornali si occupano di loro e dei loro testi. Si atteggiano a martiri ma non lo sono. Lo sono io che da anni non trovo più un quotidiano che mi faccia scrivere. E che inutilmente sto cercando un editore che pubblichi un saggio sul film “Ombre rosse“. Mi rendo conto che non scrivo di camorra, non scrivo di M (ormai del resto di M scrivono tutti e grazie a M tutti lautamente banchettano), non scrivo di “numeri primi“.
Scrivo decentemente (pare) rispettando consecutio, grammatica e sintassi. Senza sbagliare i congiuntivi, andando controcorrente in un mondo dove a destra come a sinistra il conformismo ha fatto carne di porco del libero pensiero. Io sono un “martire“. Io che non godo dei loro privilegi. Io che non li chiedo. Io che non avendo libri da presentare non vengo invitato dai tedeschi a Francoforte a parlare male dell'Italia e del suo governo. Ma che vorrei che un direttore di giornale evitasse di spiegarmi che “mi spiace, ma non potrei pagarti. E se non ti pago, non posso farti scrivere. Sai, il sindacato ...“. O che un editore non mi dicesse “bellissimo il tuo lavoro: ma dovresti ridurlo della metà“. Questa non è censura: questo è isolamento. E’ capitato a me, ma è capitato anche ad altri. Più bravi di me. Quando la carta di identità si ingiallisce (la mia è ancora di carta e scade nel 2026), se non sei incline a baciare anelli e pantofole, ti spiegano come canta Renato Zero che “sei vecchio“. E quindi sei “datato“. Peggio: sei inutile.
COGLIONI – Spot per il calcio, secondo chi sa di calcio il 4-4 tra Inter e Juventus. A mio modesto parere, roba da “scapoli contro ammogliati“. Il calcio è una cosa diversa dalle goleade che infiammano i cronisti televisivi. Ero a cena da amici per la gara di Milano. E il mio amico ha una moglie anziana come noi e un poco malandata. Il calcio non la interessa. E infatti durante la partita si era ritirata con mia moglie e la consorte di un altro amico in una stanza diversa. Ad un certo momento è apparsa e ha detto: “Ma perché gridano in questo modo?“. Ha risposto il figlio del mio amico che non è uno sbarbino ma un quasi cinquantenne: “Perché sono dei coglioni, mamma: scusa, ora abbassiamo“.
Se ne va in classifica Conte (quello vero, NdR)? Il Napoli non ha le coppe, e ha avuto un calendario finora agevole. L'Inter non è più quella della scorsa stagione? Pensa se non avesse avuto gli “aiutini“ che non infrequentemente l'hanno accompagnata. La Juventus è giovane? Vero, lo è. Ma Motta tira a fare il fenomeno. Anche perché deve avere qualche tipo di parentela con Quello nato a Betlemme.
Hanno rinviato Bologna-Milan per alluvione. A Bologna non c'era un goccio d'acqua per le strade, ma il sindaco Lepore non ne ha voluto sapere. E con lui il prefetto. Si recupererà a febbraio per mancanza di date utili. In queste condizioni è ormai il calcio italiano: disastrose. In condizioni peggiori versa però il territorio italiano. Dove ogni pioggia si trasforma in una alluvione: al Nord, come al Sud. In Emilia Romagna è sbucata una perizia della Protezione Civile di una decina di anni fa: con 7 miliardi di euro tutto il territorio sarebbe stato messo in sicurezza. Ma pare abbiano speso solo l '8% di quanto avrebbero dovuto. Del resto (io sono arrivato da Venezia a Milano nel gennaio del 1971) c'erano problemi relativi al Lambro e al Seveso: ci sono ancora.
Bene la Ferrari: per il mondiale costruttori è in lizza. Per quello piloti è tardi. Bene anche Bagnaia: ha 17 punti di ritardo da Martin. Ma mancano solo due gare. E Bagnaia dovrà veramente volare sulle due ruote per confermarsi campione. E Martin è un osso durissimo.
BRICIOLE – Mi prendo (ma il mio cuore sanguina per come l'Olimpia, che a lungo per lavoro ho seguito e anche amato, si è ridotta a una “non squadra“) briciole di basket: quelle sulle Reyer. I maschi sono tornati alla vittoria: per una volta difendendo. Male in attacco dove infortunato Ennis, non c'è un play di riserva. Visto che Moretti non lo è e che il Lobito Fernandez che lo sarebbe, fermo da due anni, sul parquet tende a camminare. Fuori ancora anche Parks (per Munford stagione finita). E' un peccato perché un centro come Kabangele la Reyer non l'ha mai avuto nella sua recente storia. E servito a dovere da un play, “Kaba” sarebbe più devastante di quanto già non sia.
Hanno sofferto fino ai supplementari le ragazze di Mazzon contro San Martino in un derby accesissimo. Gran difesa delle padrone di casa, sconfitte solo sul filo di lana. La sberla subita in coppa al Taliercio, è stato un ventello che ha fatto male alle veneziane e le ha fatte tornare sulla terra. Poche considerazioni: Kuier è regale ma gioca da esterna. Villa gioca con il freno a mano, a mio parere, e questo ne limita le iniziative. Santucci che ha fosforo e personalità sta faticosamente recuperando dal crociato che l'ha tenuta ferma per una stagione.
Poi c'è Smalls: un lusso che la Reyer non si può permettere. Buona esterna. Ma la Reyer avrebbe bisogno di una lunga con punti nelle mani. Perché Stankovic ne fa pochi e Cubay va a corrente alternata. Rispetto alla confort zone Sheppard (che peraltro in difesa faceva passare tutte) la Reyer gioca un altro basket. E a mio parere se davvero vuole puntare (oltre che allo scudetto) anche all'Eurolega, dove è durissima, a gennaio dovrà intervenire sul mercato. Certo le americane gettonabili sono poche. Ma io per una Hamby farei un tentativo.
< Prev | Next > |
---|