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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Diavoli e Angeli, confronto impari

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Lunedì 21 Ottobre 2024

 

basket-20 


“Pistole fumanti e cacciatori di taglie nei dintorni del Forum dove intanto Messina ci fa capire lo stato della crisi Armani dicendo che la vittoria di Scafati, con tanti malati fuori, ma anche tanti finti sani dentro, è un bel segnale.”

Oscar Eleni

Ospite della scimmia albina e del rospo ciarliero nel parco che in Costarica curano bene temendo il vulcano Tenorio. Diavoli e angeli tengono lontana la gente che ancora protesta dopo l’euro figuraccia Armani contro Kaunas e Trinchieri che si è bevuto 27 bottiglie della collezione Messina.

Ascoltando la predica di un teologo tedesco che invita gli uomini – peggio se giocatori o allenatori e dirigenti professionisti –, a non riflettere su ciò che debbono fare, ma piuttosto a quello che devono essere, mandando via chi urla contro e tenendoci il coro festoso dei motori Ferrari che dominano la formula uno nella domenica americana già scossa dalle danze di chi aspira alla presidenza.

In un angolo le giraffe masai scoprono anche chi inneggia al Milan, non quello di Fonseca che respira vivo anche senza Leao, ma al corridore Jonathan che su una pista danese ha vinto il mondiale inseguendo e battendo un record storico, aprendo la porta ad una altra maglia per l’eterno Viviani che, come tutti i campioni, in tanti sport, avverte federazione e dirigenti che per rinnovare bisogna muoversi, lavorare nella ricerca e nella cura degli allenamenti, cercando nuove forze prima che quelle vecchia vadano in pensione.

Elementare direbbero a Basket Vision dove con il Domenicale illuminato da don Zaninelli ci siamo consolati fingendo di non sapere come sono andate le squadre italiane nelle coppe.

Pistole fumanti e cacciatori di taglie nei dintorni del Forum dove intanto Messina ci fa capire lo stato della crisi Armani dicendo che la vittoria di Scafati, con tanti malati fuori, ma anche tanti finti sani dentro, è un bel segnale. Lo stesso che forse spera di trovare nella telefonata all’amico varesino per chiedere se il contratto di Mannion prevede trasferimenti, soprattutto adesso che salta una partita su tre per infortunio, nella stagione iniziata guardando il lago e sognando stati dorati in casa Curry, giocando il meno possibile anche se poi sul campo ha sempre fatto benino, insomma un talento scalpitante che certo non migliorerà l’atmosfera dentro la casa delle scarpette rosso stinto dove non ci deve essere grande armonia.

Volevamo volare alto guardando altri mondi, felici di aver trovato nella coppia SOLAINI-MARINO due voci da ascoltare volentieri senza toccare il tasto MUTE, ma la lingua, come si dice, batte dove il dente duole, tenendoci legati al basket anche se ai piani superiori, dove il calcio domina in attesa che l’Europa spieghi pure a loro come stanno le cose, non vedono l’ora di scatenare l’inferno perché ci sono allenatori in attesa di subentrare nel circo del calcio dove i padroni sono quasi tutti nati altrove, ma avendo soldi, nessuno li ferma o li deporta.

Mondo del football che ora si agita anche di più perché la litigata dell’ex santo Mancini con i “tifosi” della nazionale araba che lo ha coperto prima di soldi e adesso d’insulti, nel momento in cui la bella pubblicità sulla cara regione delle Marche è stata momentaneamente sospesa, riporterà a casa uno che aveva lasciato Azzurra quasi tenebra per ascoltare la preghiera del petrodollaro altrove.

Girare intorno al vulcano fingendo che tutto vada bene, senza sentire il pianto di chi soffre davvero, senza essere sicuri di non trovare un drone armato anche sotto casa scopriamo di non avere più entusiasmo e allora basta rompere, vi diamo le pagelle e speriamo di cavacela.

• 10 per il DOMENICALE di don ZANINELLI e la sua storia del basket nato in parrocchia, negli oratori, un viaggio meraviglioso che parte del tempio del fondatore negli Stati Uniti e arriva da noi ricordandoci che se non torneremo a quelle origini tutto finirà, ammesso che non sia già finito adesso.

• 9 Al testardo GALBIATI di TRENTO che dopo un bagno nell’acido di coppa, normale se hai i giocatori contati, continua a tenersi la testa della classifica in attesa che la VIRTUS recuperi la partita contro TORTONA rubata a DMAX dall’alluvione, una catastrofe che – stranamente? – i governati tendono a risolvere dopo.

• 8 Alla bella REGGIANA di super WINSTON che, dopo aver letto tante belle cose sulla nuova Trieste, ha deciso che i paginoni per i nuovi muli di Christian ora se li merita anche la banda messa insieme da Coldebella con PRIFTIS.

• 7 Al presidente VANOLI che a Napoli ha visto finalmente premiata la sua pazienza, nella speranza che ora CREMONA trovi anche la strada per la salvezza.

• 6 A Cecilia ZANDALASINI, esiliata dalla Bologna che ha tradito il basket femminile, per la sua bella stagione americana, anche se la sua MINNESOTA ha perduto contro New York la finale per il titolo nella superlega americana. Lei, FONTECCHIO e, forse GALLINARI sono gli unici della scuola italiana ammessi alla corte del grande basket. Forse perché non siamo tanto bravi?

• 5 Al LIBRIZZI che dopo una partita da in pagella piangeva sull’ennesima sconfitta di una Varese che anche contro TRAPANI ha toccato i 100 punti. Certo il momento è difficile, ma se lui e i suoi compagni cominciassero anche a difendere meglio forse non starebbero a zero in classifica.

• 4 Alla NAPOLI che ora mette in discussione l’allenatore che l’anno scorso portò a casa la coppa Italia. Che la squadra sia nata sbagliata era evidente, non aiutarsi e fare blocco tutti insieme è ancora più grave.

• 3 A TREVISO dove si sono addormentati dopo un bell’inizio. Meglio che veleno VITUCCI torni a morsicare per evitare tormenti come nell’ultima stagione.

• 2 A Luca BANCHI se non alzerà subito barricate per tenere lontano dallo spogliatoi VIRTUS chi pensa che i mali della squadra nascano tutti dall’uomo che la dirige, lo stesso che l’anno scorso tutti, anche i giocatori che adesso sembrano fantasmi infelici, consideravano mago vero al posto di quello finto, anche se sapevano bene che non era soltanto gel.

• 1 A PISTOIA se davvero i cambi in panchina li fa il presidente. A Cremona, si dice, è accaduto anche se tutti negano, ma la cosa si è ripetuta contro la REYER quasi risanata, e qui la scusa buona è l’influenza   di Dante CALABRIA. Certo che il grande ex è molto competente, ma proprio per questo dovrebbe sapere che troppe voci in panchina alla fine portano il caos.

• 0 A MESSINA e all’ARMANI perché quel +27 lasciato al furore del pressing lituano di Trinchieri in 13 minuti è vergogna come ha detto lui parlando dei suoi burattini che non rispondevano più al burattinaio cominciando da SHIELDS e MIROTIC, gli stessi che stavano rovinando anche la trasferta a SCAFATI.

 

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