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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / "Emozionarsi non guarisce, ma aiuta"

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Lunedì 9 Settembre 2024

 

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Aspettando altri plebisciti dopo quello per il settimo mandato dell’onorevole Barelli, sicuri che Petrucci lo imiterà presto, nella speranza che i cestofanti scoprano che se non semini, le capre, finita l’erba, andranno altrove.

Oscar Eleni

Nascosto fra la gente alle Terme di Caracalla per volare altrove insieme a Fiorella Mannoia che sicuramente avrebbe cantato per i campioni della para-olimpiade, per tutti, i primi e gli ultimi. Con la donna a cavallo della vita e del talento avremmo cercato volentieri un posto sulla mongolfiera che senza fuoco olimpico stava lasciando il giardino dei creatori di tegole, lo spazio magico voluto da una Medici, la vita meravigliosa di una Parigi inclusiva, dove l’arte ha sposato il genio dei campioni sportivi con o senza protesi.

Una folla per salutare chi lasciava il cuore a Montmartre, per aiutare i volontari a caricare il forziere con tutte le medaglie vinte anche da campioni dello sport cresciuti in Italia con sorriso rinforzato dai grandissimi delle para-olimpiadi, cominciando dal discobolo di Dragona per finire alla coppia d’oro Giulia Terzi e Stefano Raimondi, il più premiato nell’arena sempre esaurita del nuoto, compagno nella fatica e nella vita che ha lasciato la figlia ai nonni per questa splendida avventura nella 4x100 stile chiusa col primato del mondo dal Barlaan capace di sorridere sempre, a fine gara, vinta o persa non importa, a fine operazione, più o meno dolorosa.

Nascosto fra Vanoni e Mannoia che ci regalano amore in musica fingiamo di voler guardare oltre i giardini di Versailles, ascoltando la rabbia di chi invidia i giorni felici del Sinner circondato dall’affetto, ma anche dall’ipocrisia di chi, anche da noi, quanti se, quanti ma, lo voleva sul rogo e non in trionfo a New York dove lui si baciava la compagna mai lontana nei giorni difficili, fortunatamente mai esibita.

Mongolfiera portaci via senza sentire i tamburi di guerra, senza fingere di non vedere ingiustizia e povertà di sentimenti. Tornare a mangiare la minestra del fantacalcio, senza ascoltare la voce di chi ha esagerato, dei suprematisti che hanno deciso per il migliore degli inni e per chi ha fatto finta di non capire che il disagio ci sarà ancora, certo mangiare col presidente della repubblica o il primo ministro conforta, ma per i tombini di Dragona, le buche di catrame risparmiato e metropolitane impossibili da raggiungere ci penseranno domani, forse dopodomani.

Con queste amarezze sul tavolo mentre Spalletti deve convincere i francesi che un allenatore non insegna a cadere per perdere tempo, anche se l’abuso della tragedia per ogni intervento da dietro e anche davanti rende spesso insopportabile lo sport offerto in televendita, il calcio di sicuro, ma anche altri sport, persino il rugby, spesso premiano chi cerca di frodare.

Ora la mongolfiera ci porta verso le primule del Colorado per sapere come andranno i prossimi campionati italiani. A noi malaticci interessa ancora il basket che comincia a scodinzolare cercando alternative al duopolio Armani-Virtus Segafredo, incuriositi dalla campagna acquisti delle due regine, interessati ai ribelli che bussano al ponte levatoio, da Trapani, Tortona e Brescia, da Venezia a Sassari, sapendo che a Treviso e Trieste renderanno dura la vita della Reggiana che Finazzer Flory ha già raccontato in un filmato prossimamente sugli schermi, roba vera, bella, forte, magica, da Mitchell a Kobe Bryant.

Certo che non dobbiamo trascurare la nuova Cremona o la Trento dei giovani. Insomma diamo credito a quasi tutti, tanto non costa niente e poi Napoli con la vittoria nell’ultima coppa Italia e Scafati sono capaci di fare sorprese, giustamente indignate di essere state citate per ultime insieme a Varese che ha scelto come capitano Nico Mannion o la Pistoia che si americanizza in troppe cose.

Per non affogare nel rafting insieme al pallone che ci trasporta cerchiamo libertà oltre le votazioni per candidati unici, brindando all’atletica con Mei nei giorni in cui Alberto Cova ha raccontato amori e tormenti della sua vita da campione, 40 anni dopo il trionfo olimpico a Los Angeles, fine del triplete dopo europei-mondiali, la sua bellissima storia nella reggia Mastropasqua di una Pro Patria che Rondelli fa ancora correre oggi, felici per i progressi della Vissa che, dopo aver spodestato la Dorio, adesso l’ha scelta giustamente come musa, contenti con riserva per Simonelli che ha ritrovato il successo fra gli ostacoli in casa Ottoz, Eddy e Liana Calvesi, sul campo dedicato alla madre Gabric, nel giardino del padre, il professor Calvesi che agli ostacolisti, come dicevano Liani, Cornacchia, il grande Eddy, metteva le ali, ma dopo averli educati a portarla avanti l’anca maledetta.

Atletica dove la più votata fra i consiglieri è stata una velocista, la Levorato, che ora speriamo di veder correre anche dove lo sport diventa politica.

Aspettando altri plebisciti dopo quello per il settimo mandato dell’onorevole Barelli, che guida con progetti brillanti il nostro nuoto, sicuri che Petrucci lo imiterà almeno come successo alle urne, nella speranza che dalle parole anche i cestofanti scoprano che se non semini le capre, finita l’erba, andranno altrove.

Come dicevano nel finale di “Mamma Mia” siamo sicuri che voi le volete ancora le pagelle e allora   eccoci davanti al calamaio:

• 10 A FINAZZER FLORY (foto d'apertura) regista, attore, tifoso del basket che dopo aver raccontato “Dante per nostra fortuna”, dopo l’indimenticabile “Un coach per amico” sulla vita di Sandro Gamba, ci sta regalando il docu-film sui 50 anni della Pallacanestro Reggiana, un meraviglioso “Prima della partita” fra eroi e popolo, fra un Kobe bambino e un Mitchell padrone dell’area o del cielo come McIntyre e il suo 10 su 10 da tre.

• 9 Al MARCO RICCI che ci ha lasciato a 64 anni, un talento che Tanjevic sognava di far sbocciare, un pivottone che poteva fare tutto e che alla fine ha trovato la sua armonia e il successo quando con Roma ha potuto accarezzare la coppa Korac, sapendo che nelle 41 partite con la Nazionale ha soltanto sfiorato il cielo dove avrebbe dovuto stare e dove speriamo ci possa guardare adesso.

• 8 Alla bellissima storia della società di basket femminile di COSTA MASNAGA, fiore del nostro giardino, racconta per la legione campaniana nella speranza che faccia meditare anche chi dirige la palla al cesto. Le idee non servono se non sai lavorarci sopra.

• 7 Ai fedelissimi del PREMIO REVERBERI che hanno portato a Quattro Castella i ragazzi d’argento di Atene 2004 e premiato Nico MANNION nella speranza che il riconoscimento l gli faccia capire come si vive davvero da campioni.

• 6 A Kyle HINES che anche andandosene dal nostro basket, lasciando il marchio in Europa, in Italia, ha fatto capire come sono fatti i veri giocatori squadra e gli omaggi dei suoi ex compagni, cominciando da Gigi Datome, dimostrano che quello che vide in lui Trinchieri portandolo nel basket di A2 fu una meravigliosa intuizione.

• 5 Ad ABASS che ha esordio alla grande con la squadra di DOHA perché ci fa venire il nervoso sapere che la fatica fatta per portarlo al vertice ora se la godono altri.

• 4 A MESSINA che insiste dicendo che la dolorosa separazione da MELLI è avvenuta perché le due parti, società e giocatore, avevano progetti diversi. Si doveva e si poteva fare meglio.

• 3 A TRAPANI, benedetta la sua promozione, benedetta la scelta di REPESA, se intende entrare nel grande basket italiano ed europeo litigando con troppa gente. Alla squadra e all’allenatore farebbe bene un po’ di silenzio e di calma.

• 2 All’ex presidente di lega PRANDI, al collega BEZZECCHI perché dopo aver visto il lavoro di Finazzer ci rendiamo conto di essere stati avari verso di loro che tanto hanno fatto sul campo.

• 1 A FROSINI perché anche con lui siamo stati avari, magari litigando quando giocava, magari non vedendo tutto il suo talento, sicuramente trascurando gli 11 anni con Reggio Emilia dove ha fatto bene almeno quando DALLA SALDA.

• 0 Alle GIUNTE COMUNALI che mai avrebbero fatto nascere una meraviglia come il PALA MAGGIO’, che ancora oggi rendono difficile la costruzione di sogni come CASA del basket REGGIANO. A TORTONA inaugurano soltanto adesso dopo tanto lavoro e fatica.

 

 

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