Fatti& Misfatti / L'inganno delle intelligenze artificiose
Lunedì 2 Settembre 2024
“Le macchine che si mangiano tutto, saranno loro a decidere. Lo fanno già dove si costruiscono squadre seguendo l’algoritmo, non certo la fantasia, il cuore, l’idea che si possa migliorare aiutandosi nel parapendio dell’esistenza.”
Oscar Eleni
Ad occhi aperti sul trono alieno nella valle dei sogni, sabbia sacra del New Mexico, per vivere senza audio esagerato la passione per lo sport come i grandi protagonisti delle para-olimpiadi, Niente inni più belli del mondo come farfuglia qualcuno, soltanto poesia dopo aver preso calci dalla vita. Amore vero. Come quello che rendeva fantastico Sven Goran Eriksson, come quello della marea rossa che ha cercato l’anima di Leclerc e della sua Ferrari.
Stare bene lontano dal brusio del mercato, cercando un fiore, con la certezza di trovare soltanto ortiche, prigionieri dell’intelligenza artificiale che diventa anche artificiosa. Dentro il pallone che porta la fiamma dei giochi parigini cercando la fuga, sapendo di essere ormai prigionieri di questa “mente superiore” che ha già preso in mano tutto ed è inutile scappare.
Le macchine ideate dall’uomo che si mangiano tutto, saranno loro a decidere. Lo fanno già dove si costruiscono squadre seguendo l’algoritmo, non certo la fantasia, il cuore, l’idea che si possa migliorare soltanto parlandosi, aiutandosi nel parapendio dell’esistenza.
Calendari esagerati, partite ogni giorno, atleti al massacro. Se la televisione compra tu vai in campo, in pista, in piscina, sulla discesa folle, nelle gallerie senza uscita. La medicina aiuterà con l’integratore, se non basta ecco il bisturi, pazienza se non ce la fai più. Avanti un altro offerto dal computer aggiornato. Vedrete che nelle prossime elezioni sarà la macchina a decidere. Assemblee finte, voti a perdere. Lo sanno al Foro Italico, dovrebbero esserne coscienti nelle Federazioni, sono sicuramente informati quelli che guidano il trattore nella politica.
Chi ha il cervello ben impostato, pazienza se artificiale, compra di tutto, dalla società al terreno per costruire il suo teatro. Certo ci saranno ribellioni, ma cosa conta? Si gioca ovunque, nel grande basket, grande si fa per dire, ad esempio, chi ha in mano la squadra del Dubai sta già minacciando chi non lo ha ammesso all’Eurolega, spingendolo verso altri tornei meno remunerativi. Loro hanno un bilancio “sano”, nel Dubai si arriva e si parte quasi in orario, viaggi bene, stai bene, lo hanno capito i tanti già ingaggiati e l’Italia gli ha regalato il talento di Abass. Vedrete che l’Eurolega andrà a chiedere aiuto appena le fondatrici cominceranno a litigare, nei giorni sbagliati dove Bodiroga scoprirà di essere solo.
Nel calcio sono oltre e affogheranno negli antidolorifici per questa “nuova coppa” che aumenta le partite, i profitti, i viaggi, la fatica. Nello sci sono già duelli con racchette blindate. I motori ruggiscono ovunque, l’atletica non ha mai riposo e ogni meeting paga soltanto se fai il record.
Anche l’Olimpiade vive giornate tossiche, ma almeno resta vicina alla purezza della passione, a Parigi pur fra i lamenti e i letti di cartone, i suoi stadi e le sue arene sempre esaurite dicono che ancora qualche legione resiste, ma l’intelligenza artificiale sta già studiando un sistema per dare altre scadenze. Con campionati del mondo alla carta, europei ogni stagione, figurarsi se non verrà invasa la chiesa dove il fuoco di Olimpia sarà soltanto cherosene.
Con questa tristezza, chiedendo aiuto ai campioni della doppia festa parigina, magari il Duplantis che tutti vorrebbero in gara perché è soltanto a metà della montagna che lui scala con tanta leggerezza saltando con l’asta, pensiamo ai lamenti dopo il Golden Gala Pietro Mennea. Promesse da marinai, vendite all’incanto, ma chi guadagna sui campioni non può ingannare ogni volta. La fatica rende opaca la corsa, un salto, il lancio e così è accaduto a Roma e se tutto va male allora perché Tamberi non mente e Jacobs ha sempre dato tanto pur vivendo lontano. Chi governa le macchine sa già dove mandarti domani, basta vendere bene.
Una volta c’erano allenatori che per proteggere l’integrità del campione, della campionessa, litigavano con chi guidava la barca, si facevano scomunicare, ma alla fine vincevano, anche se dopo il successo la macchina prendeva possesso del talento, faceva due conti e mandava al massacro muscolare e mentale il fenomeno. Siamo a questo punto, ti promettono cure dimagranti se mangi i loro piatti pronti, ti garantiscono benessere, offrono la merce spacciandola per il più bel prodotto o spettacolo del mondo. Squadre con rose infinite, giovani talenti bruciati in tre mesi.
In questa mischia, involontariamente, il basket italiano, respinto nelle coppe, lasciato a casa dalla festa olimpica, ha concesso ferie illimitate ai suoi giocatori, anche quelli che nei mesi di sosta avrebbero bisogno di tante lezioni individuali. Ora i barbari del cesto sono tornati al lavoro, pazienza se hanno gli stessi difetti del giorno in cui sono stati lasciati liberi dai club, dalla Nazionale.
Serve fantasia e nostalgia per girarsi indietro e rimpiangere giornate come quelle che ci spalancavano finestre su mondi meravigliosi come la casa di Saint John con Carnesecca, degli stessi professionisti perché a New York non c’era soltanto Bradley, ma Phil Jackson, il futuro generale dei grandi Lakers, panchinaro ai Knicks, mente raffinata per far andare d’accordo fenomeni.
Giornate speciali se Gianluigi Porelli decideva che bisognava viaggiare ed imparare e ti obbligava a mettere una camicia in valigia: appuntamento con l’ultima partita del grande Rato Tvrdic che adesso ci ha lasciato davvero dopo aver compiuto 80 anni. Erano i plavi del magistero Nikolic, della grande Jugoplastica, era la terra dei banditi felici, quella dove un allenatore giovanissimo, tale Tanjevic, portava al successo in coppa campioni la Bosna Sarajevo con una squadra di artisti dove c’era anche il Pesic che ha fatto barcollare gli statunitensi a Parigi.
Giorni speciali, faticosi, burrascosi, ma dove c’era voglia di fare meglio il giorno dopo. Adesso decidono gli agenti, le aziende. In questo inizio di nuova stagione l’Eurolega ha barattato per 100 trasferimenti, se non vai bene nella NBA qui c’è posto, se hai bisogno di case confortevoli noi possiamo garantire, sarà per questo che si torna volentieri. Lo fanno tutti, salvo il Gallinari che in Italia, Milano in testa, sperava di avere per la recita finale. A Milano non si disperano e vanno oltre portando anche giocatori stagionati come il francese Causeur, classe 1987, liberato dal Real Madrid, forse il più anziano dei giocatori ingaggiati nel ciclo messiniano dove già aveva finito bene Cacho Rodriguez che ora ha chiuso anche nella casa Real.
Tormentati dall’idea che alle para-olimpiadi non si danno abbastanza premi, gloria ai migliori, ma accidenti tutti in quelle arene meritano qualcosa più di un fiore, andiamo verso pagelle più o meno artificiali o artificiose.
• 10 A RECALCATI, BIANCHINI (foto), SPINETTI, ARRIGONI, TANJEVIC, gente che ha dato, ha fatto, ha costruito e che ancora oggi potrebbe svegliare dal torpore chi non sa che si deve partire da minibasket per arrivare a non perdere ragazzi vicini ai 2 e 10 che vanno nel Michigan invece che nelle nostre giovanili, non riesce a pensare basket oltre la facciata delle solite promesse mai mantenute o mantenuti. Giganti che avevano previsto, che sanno insegnare, ma figurarsi se possono aiutare. Adesso si devono contare i voti.
• 9 A Rato TVIRDIC che ci ha fatto conoscere i sentieri dorati della grande Jugoslavia del basket. Un campione, una grande generazione.
• 8 Al PAVONIANO torneo storico in una contrada magica, quella di fratel Brambilla, nel nome di Arnaldo Taurisano e dei suoi talenti, ragazzi d’oro dal Recalcati alla coppia Pandolfi-Zambano che personalmente abbiamo mantenuto perdendo ogni gara di tiro. Si giocherà dal 13 al 15 settembre. Una volta era l’appuntamento per cominciare una stagione nuova e speriamo lo sia ancora per tanti anni come direbbe COLNAGO che lunedì presenterà il torneo in via Crespi.
• 7 Per Enzo CIOFFI simpatico giocatore napoletano che ha lasciato simpatia e talento al suo passaggio nel basket più o meno di livello.
• 6 Per Vincent COLLET, magari non il più simpatico, ma certo uno che al basket francese ha dato grandi successi in 14 anni sulla panchina. La Francia che dovremmo imitare è diventata grande anche per il lavoro e le idee di questo allenatore.
• 5 Alla PALLAVOLO che vince quasi sempre perché ci ricorda che fare grandi cose è possibile anche in Italia, certo se ti perdi litigando per un voto, senza avere una idea seria, poi stai davanti alla vetrina e ti lamenti con la scusa che a scuola il volley viene preferito al basket perché più sicuro.
• 4 Alla MEMORIA CORTA che non ci fa ricordare nella giusta maniera un gigante come Alberto BUCCI e non ci dà la forza per dire che se si lascia in tribuna uno come Giordano CONSOLINI allora è giusto che nelle squadre giochino soltanto quelli di altre scuole.
• 3 Agli ALLENATORI che dopo due salti in padella nella preparazione si dichiarano soddisfatti, seguendo il sentiero dei venditori di elisir e di pentole. Meglio lavorare aspettando sfide vere.
• 2 Ai GIOCATORI in lista come ITALIANI, di nascita o di scuola, se avranno sprecato la loro estate e non si presenteranno in palestra per dire all’allenatore: ehi, ci sono. Cominciando dal Caruso azzurro in panchina anche con la Nazionale.
• 1 Al CAMPIONATO FEMMINILE che ci fa venire rimorsi progettando la prima giornata di campionato sul campo di GENOVA, un palazzo dove si sognava per il grande basket già ai tempi dell’ITALSIDER come per la grande atletica.
• 0 Ai SILENZI di chi avrebbe dovuto lanciare la nuova stagione con progetti seri per uscire dal gorgo dove il basket italiano, dalle Nazionali al 3 contro 3, salvo qualche raro caso, è davvero lontano da Francia, Spagna, Germania e, adesso, anche Finlandia.
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