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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Piste&Pedane / Ritorno a Losanna: ne valeva la pena

Venerdì 23 Agosto 2024

 

wanyonyi-losanna

Con l’undicesimo capitolo è ripartita la Diamond League. I Giochi sono in archivio (chi cerca i risultati può trovarli in dettaglio nella sezione Parigi 2024), ma i fuochi non sono ancora spenti. La stagione è ancora lunga.

Daniele Perboni

Era il 38 luglio e faceva molto caldo. Era scoppiata l’afa. Non siamo in un testo degli Squallor, anche se qualcosa potrebbe farcelo pensare. Siamo a Lausanne in riva al lago Lemano, Lem an in celtico (grande acqua). Lausanne che caldo che faceva. Lausanne fuori dallo stadio Olympique de la Pontaise pareva una fiera. Lausanne odore di würstel, patatine con maionese e salsa rubra.

Lausanne con parcheggio per la stampa e i suoi posti vuoti, ma tu non puoi entrare perché “hanno finito i cartelli per il parking”. Lausanne che in Svizzera fai l’italiano e parcheggi dove servirebbe un permesso speciale. Lausanne che te ne freghi e ti va bene. Hai già deciso che non pagherai la multa. Lausanne nel sotto scala degli spalti a soffocare dal caldo e rifornirti di acqua, formaggio e pane. Devi pur sopravvivere sino al rientro.

Lausanne dove ci sei ritornato perché sai che qualcosa succederà comunque, anche se, dicono, gli eroi sono stanchi. Parigi è ancora vicina, troppo vicina.

Lausanne con quegli spazi stretti per i giornalisti. Lausanne che dovresti essere un nano, un bambino o un contorsionista per incastrarti fa i banchi senza romperti schiena, legamenti e caviglie. Lausanne che prima di sederti devi farti aiutare dall’amico a sollevare la gamba e pensi alla circense di Amici miei Atto III, chiusa in una valigia e spedita chissà dove. A proposito, sarà arrivata?

Lausanne dove sai che troverai qualche azzurro che non veste d’azzurro. Lausanne con gare eccellenti e dei “nostri” elettrotecnici se ne salva pienamente solo uno.

Lausanne, con Mattia Furlani, caviglie d’acciaio che non riesce a vincere la gravità e si porta a casa un 7.88 (-0,2) piuttosto deludente. Chi vince? Lui. Sempre lui, il segaligno greco Tentoglou. Vivacchia, il greco, per buona parte della gara, con smorfie che lasciano trasparire disagi e scontentezza. Poi… eccolo esplodere come le mine usate per demolire palazzi e ponti. Faceva molto caldo quel 38 luglio e Miltiades si porta a casa anche questa prova svizzera: 8.06 (+0,7), beffando all’ultimo salto il giamaicano Pinnock (8.01/-0,2) che già pregustava l’ovazione.

Lausanne e quel doppio giro, con quelle lucine che corrono veloci a bordo pista. Lausanne con gli spalti gremiti (piace vincere facile con la capienza inferiore alle ventimila unità) e il pubblico che urla, incita, applaude. Lausanne con iil ventenne keniano Emmanuel Wanyonyi, oro olimpico, che spinge, spinge, spinge ma quelle maledette lucine di Natale non riesce a spegnerle. Tempo finale 1’41”11. Un soffio lo separa dal record mondiale del connazionale David Rudisha (1’40”91, London, 9 Ago ’12). Faceva molto caldo anche allora? Interrogate gli Squallor o il nostro amico Cimbricus. Sicuramente sapranno darvi utili informazioni.

Lausanne e Catalin Tecuceanu. Sì, c’era anche l’allievo del maestro Gianni Ghidini nel catino bollente. Corre bene, siglando il suo terzo miglior risultato di sempre: 1’44’07. A un soffio dal record di March Fiasconaro (1’43”7 manuale). Ma se un secondo vi sembra un soffio… È bravo sì. Molto probabilmente centrerà il record. Magari fra pochi giorni o settimane. Ma basta celebrare un risultato che altro non è che un eccellente risultato. Stop. Punto e a capo. Le glorificazioni vanno usate con parsimonia. 

Lausanne e quello scatenato di Letsile Tebogo che distrugge le speranze degli yankee Knighton (19”78) e Kerley (19”86). Tebogo e un un incontro che non fu un incontro, ma un bombardamento. Si aprirono i cieli si aprirono le strade e lui che sul finire della cavalcata si rilassa, sorride, indica il tabellone che segna 19”64. Tebogo e quegli ultimi dieci metri corsi in un secondo e zero tre che potevano essere tremendamente di meno. Emulare il Bolt berlinese? Nemmeno per sogno, ma renderlo un poco più umano sì.

Lausanne e il biondo Lollo che dopo Roma non è più il Simo della primavera. Il tempo? 13”26 pur registrando la miglior reazione del lotto (0,136). Rimettetelo in officina per favore.

Lausanne ti salutiamo con i fuochi che esplodono luminosi. 

 

 

 

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