Fatti&Misfatti / Gare olimpiche, battaglie vere
Lunedì 19 Agosto 2024
“Pensare al 2028 è davvero ridicolo, ma promettiamo di tornare nella valle delle balene appena ci saremo liberati da questa sindrome della Parigi che resta meravigliosa anche se piena di gendarmi e di strade impossibili.”
Oscar Eleni
Accompagnato dal topo cervo, amico della puzzola maculata, fra il deserto nero e quello bianco per confessare al priore del convento che dopo le Olimpiadi siamo rimasti stregati dalla verità delle gare, così diversa da tutto il resto. Dalla vendita di pentole che introduce a stagioni meravigliose, lo fa persino il mondo del calcio italiano, le televisioni che lo trasmettono.
Pazienza se nelle ultime uscite molti si sono vergognati, un po’ come il povero Conte all’esordio nella fatal Verona. Insomma siamo rimasti prigionieri di una città luminosa, strepitosa, untuosa dove gli atleti mangiavano male e dormivano nei cartoni, preferendo un prato, una panchina a quel martirio. Ma poi le gare, le battaglie erano vere. Niente lepri in pista, niente luci verdi a dettare il ritmo, niente bugie. Si andava in campo ed era battaglia come dovrebbe essere sempre, anche dove gli ingaggi mistificano tutto e la ricerca del record accresce il valore del meeting o, come nel calcio offerto adesso, si straparla di più grande spettacolo del mondo.
In questa splendida prigione mentale ci siamo sintonizzati con l’inviato del Washington Post che ha trovato il Palio di Siena più bello delle Olimpiadi e questa volta gli abbiamo dato ragione, niente dirette pallonare, meglio due giorni col Pardo e i suoi esperti, maledicendo la pioggia fino a quando Velluto, il vecchio Dino Pes, assente in piazza da anni, mai vincitore, ha portato oltre i mortaretti della vittoria Benitos nel nome della Lupa, la contrada di tanti amici nei nostri viaggi senesi, soprattutto del Renzino Corsi, corrispondente della Gazzetta, che ci ha tenuto a battesimo prima con il meeting dell’Amicizia, poi col Palio e infine col basket.
Il fatto che la Lupa abbia battuto i “nemici” dell’Istrice ci ha fatto andare oltre i ricordi, le contrade, il Minucci, la Mens Sana. Insomma non ci importava niente dei gol che segnavano a Verona o che subiva l’Inter campione, magari il Milan che in precampionato aveva conquistato tutti. Un pantano di opinioni, previsioni, spilloni piantati nel collo degli interisti piuttosto che dei milanisti, aspettando le reazioni degli juventini mentre chi sa mescolare le carte e nascondere gli assi si sta già chiedendo dove andranno Pioli e Allegri, due disoccupati di lusso, due che hanno vinto scudetti.
Pantano dove gracidano le rane pronte ad offrire giocatori che rinunciano ad una trasferta aspettando ingaggi più ricchi come sanno bene all’Atalanta mentre la Parigi pallonara cerca sostituiti per il Mbappè avvelenato.
Resteremo in questa prigione anche quando ricomincerà la Diamond League dell’atletica, nella speranza che Tamberi convinca i mastini del computer a lasciarlo vivere in pace dopo i tormenti, i calcoli renali, la delusione. Lui ci ha già provato, ma, come potrebbero giurare le pallavoliste, per certa gente la preda facile, soprattutto se famosa, diventa il pasto di mezzogiorno, la cena preferita dopo la merenda nello sterco.
Con questo stato d’animo preferiamo lasciar perdere tutto, non guardare niente, tanto per il basket c’è ancora tempo, meglio fingere che tutto vada bene anche fra i canestri dopo i fuochi d’artificio per il primo canestro con tiro da 4 punti realizzato nelle Filippine da Chris Banchero, cugino del Paolo che era sogno, chimera per azzurra gioiosa prima che il ragazzo si illudesse di poter andare a Parigi con la nazionale statunitense. Forse si rifarà a Los Angeles dove l’Italia non sa davvero se potrà partecipare, anche perché in questi quattro anni magari cambieranno i timonieri, anche il presidente?
Come si fa a prevedere adesso che Malagò potrebbe finire oltre la siepe della legge sui mandati che viene ritoccata quando serve spostare pedine sulla scacchiera politica. Lo sport e il desiderio vano di rimanere nel giardino dove i politici sono soltanto ospiti sgraditi, un regno speciale ai tempi in cui Giulio Onesti staccava i denti dei golosi dal collo della nuova creatura al Foro Italico.
Pensare al 2028, soprattutto alla nostra età, è davvero ridicolo, ma promettiamo di tornare nella valle delle balene appena ci saremo liberati da questa sindrome della Parigi che resta meravigliosa anche se piena di gendarmi e di strade impossibili da percorrere.
Con questa amarezza dentro andiamo nel bistrot dove le pagelle hanno un senso:
• 10 Al BUFFA narratore che ci ha fatto riscoprire i segreti dell’Olimpiade a Berlino quando fu ammesso il basket. Cera anche Naismith, purtroppo anche un campo in terra che nel secondo tempo della finale divenne pantano. Ci siamo innamorati del Lubin, controfigura di Frankestein al cinema, la squadra era quella della Paramount e lui sostituiva Boris Karloff nelle scene pericolose dove quel due metri di origini lituane si sentiva felice.
• 9 A RONCADELLE, il regno di ben tre medaglie d’oro delle Olimpiadi, l’ultima la capitana Danesi, luce delle pallavoliste che al momento murano tutto meno l’imbecillità nazional impopolare.
• 8 A Gianni CHIAPPARO che dopo 50 anni spesi bene come allenatore, manager, adesso ha deciso di dedicarsi soltanto ai ragazzini del minibasket. Una vita spesa e giocata bene su tavoli importanti.
• 7 A CROSARIOL che farà parte della quadriglia tecnica del torero BANCHI. Ci ha stupito l’evoluzione di un giocatore che sul campo non ci convinceva spesso, ma come dicono molti suoi nuovi colleghi il giocatore è diventato uomo fra Roma e, soprattutto, Avellino. Un buon acquisto e non soltanto per aiutare i centri della Vu Nera a capire se il dimostratore sarà lui.
• 6 A PISTOIA per essere riuscita a far pagare una multa al tifoso che aveva provocato l’incidente e l’irritazione degli arbitri. In passato soltanto il grande PORELLI aveva fotografato e convinto i peccatori a redimersi.
• 5 Ad Alex MUMBRU che sostituirà sulla panchina della Germania il canadese di Finlandia HERBERT se non terrà in piedi la struttura di una squadra che ci ha sempre aiutato a capire come funziona davvero una Nazionale. Ora Herbert è al Bayern, siamo curiosi di vedere come vivrà l’esperienza in Eurolega.
• 4 Al TIRO da 4 punti che ora utilizzano nel campionato filippino. Era già contro il gioco di squadra quello da 3, figurarsi cosa inventeranno gli allenatori pur di non allenare e godersi rimonte che dovrebbero far delirare una platea da tiro a segno nei Luna Park.
• 3 A Sasha DANILOVIC, un grande sul campo come sanno tutti a Bologna, che avrà avuto tutti i motivi per lasciare la presidenza della federazione serba ma che per noi era garanzia di competenza, come dovrebbe essere BODIROGA per l’Eurolega anche se ultimamente sembra che non sia proprio lui a guidare il carro che la FIBA vorrebbe mandare in un fosso aiutata dalla NBA.
• 2 All’ESTATE non brillante delle nostre Nazionali giovanili se non farà meditare chi guida la FEDERAZIONE oggi e sicuramente domani. In tanti, l’ultimo CRESPI, hanno chiesto un intervento deciso per tornare a valorizzare il giocatore e le scuole del nostro basket. Caro GANDINI è ora di una trattativa seria con PETRUCCI.
• 1 Agli arbitri delle OLIMPIADI, fotografia perfetta del basket dove prevale la geopolitica al talento. Aspettiamo che il responsabile dei nostri arbitri spieghi cosa è successo con MAZZONI che speravamo di vedere sul campo e invece è rimasto a casa. Motivi tecnici? Scelte di chi?
• 0 Al grande PESIC che ci ha fatto vergognare perché siamo stati fra quelli che hanno valutato come grande sorpresa il cammino della sua SERBIA che ha fatto tremare Lebron, Kerr e gli USA. Lui, come ai tempi in cui dava le ali a Roma ha risposto con classe: “Sono 40 anni che sorprendo…”
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