Piste&Pedane / "Non manco' il coraggio, ma soltanto l'oro"
Domenica 11 Agosto 2024
Non l’avevamo capito: quando si parlava di sette/otto medaglie ci si riferiva anche ai quarti posti. Che lungimiranza! Comunque, visto come s’erano messe le cose, ci si può contentare: poteva andare anche peggio.
Daniele Perboni
E siam giunti alla fine anche di questi Giochi Olimpici, i XXXIII da quando quel certo barone francese si mise in testa una pazza idea, che non è quella cantata dalla Nicoletta “Patty” da Venezia. Che volete farci. Allora si era un poco più sobri, anche se non crediamo che certe classi sociali fossero immuni dalla trasgressione. Anzi, tutt’altro.
Comunque sono finiti, almeno per quanto riguarda l’atletica, con la maratona femminile, vinta dall’olandese, etiope di nascita, Sifane Hassan (2h22’55”, record olimpico), dopo un duello all’ultimo metro con l’etiope Tigst Assefa (2h22’58”). Finalmente un Oro, per la trentunenne orange, arrivato dopo 62 chilometri. Bronzo nei 5000 (batterie+finale), Bronzo nei 10.000: totale 62 chilometri e 195 metri. Terza e più staccata la keniana Hellen Obiri (2h23’10”). Trentesima Sofija Yaremchuk, pur con una seconda parte di gara in rimonta (2h30’20”), 67ª Giovanna Epis in 2h38’26”.
TUTTO BENE – Consueta conferenza stampa finale in casa azzurra. Tutto bello e gran sorrisi per il presidente Mei che ai suoi ragazzi affibbia un bell’otto. Concordiamo. Pur con qualche controprestazione il risultato finale complessivo è più che sufficiente. Anzi.
Dove siamo dissenzienti è sulle giustificazioni per il “mancato” obiettivo delle sette/otto medaglie, ampiamente sbandierato nei mesi e giorni precedenti l’evento a cinque cerchi: “Avevo parlato della possibilità di vincere otto medaglie – ha sostenuto il presidente –, facendo i conti abbiamo tre medaglie e cinque quarti posti molto vicini al podio, quindi la previsione era corretta”.
Corretta de’ cche, direbbero a Roma. I cinque quarti posti, sono quarti (sic!), non terzi. Medaglie per i quarti non ne sono previste. Stop. Oggettivamente sul podio sono saliti in tre o mal compreso il regolamento olimpico e di ogni altra competizione? Probabilmente dormivamo, ci era crollata la casa, la tintoria non ci aveva portato il tight, …
Rabberciata pure la giustificazione riguardante i Campionati Europei di Giugno collegati ad alcune brutte figure collezionate in pista o sulle pedane. “Dire che il problema è stato anticipare l’Europeo a giugno, che ha dovuto creare due picchi di forma, è una stupidaggine”. (Nota-1 GFC – Ricordiamo che uno dei candidati alla presidenza – certo Roberto Fabbricini, molto vicino a Malagò – quella manifestazione non la voleva proprio).
QUARTI POSTI – Una giustificazione chiaro tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Evidentemente il dirigente azzurro ha già dimenticato alcuni cali di rendimento non contemplati e apparsi all’improvviso senza alcuna avvisaglia. Sono stati pochi, ma alcuni ben pesanti. Flessioni improvvise da pregiudicare, forse, medaglie, o migliori piazzamenti in finale. Sono professionisti, si dice. E chi lo mette in dubbio. Tutti hanno avuto un rendimento alto. Non si discute. Ma obiettivamente qualche crepa si è aperta. Nessuna falla drammatica. Il Titanic non è affondato, la nave è giunta in porto. Qualche secchio di acqua salata si poteva mettere nel conto. Inutile nasconderselo.
Poi si può obiettare che il quarto vale, tecnicamente, come il terzo. Non discutiamo. Siamo più che consapevoli che il livello agonistico e tecnico dei Giochi è elevatissimo e ci si confronta con tutto il mondo. Incaponirsi, quindi, sul numero delle medaglie è un esercizio a dir poco inutile se non dannoso. Ma è stato proprio il numero uno della FIDAL a sbandierare continuamente quelle “sette/otto medaglie”.
Il movimento trae enorme vantaggi, economici, soprattutto, (se si ha la capacità di sfruttarli …) di popolarità e divulgativi sia da una terza che da una quarta piazza. Ma l’oro è oro. Peccato, però, che i denari distribuiti alle varie Federazioni da Sport e Salute e in misura indiretta dal Comitato Olimpico Internazionale siano valutati principalmente sulla base delle medaglie. (Nota-2 GFC – La stessa Sport & Salute, l’Ente di Stato delegato alla bisogna, ne ha ridotto la valutazione economica al solo 40%, il resto deve essere “sport sociale” e non chiedeteci cosa significa). Vedi la tabella a punti, dove la Gran Bretagna pur con 10 “patacche”, ma solo una d’oro, è finita non meglio che settima.
In conclusione, dallo Stade de France e dintorni l’atletismo nazionale torna rafforzato nelle sue fondamenta, con una nuova generazione che sta spingendo per emergere e che pare consapevole del suo valore. Anche senza gli ori di Tokyo che, è bene ricordalo sempre, sono il frutto, oltre che della capacità di atleti, tecnici e dirigenti, anche di una concausa di fattori positivi che non torneranno forse mai più. (Nota-3 GFC – E di un grande lavoro del passato, vedi Stefano Baldini con i giovani, vedi Alfio Giomi per ricostruire la drammatica eredità lasciata dagli anni bui di Francesco Arese).
LA TORRE – Il concetto di una nazionale forte, giovane e consapevole lo ha ribadito anche il DT Antonio La Torre: “Di solito devo frenarlo, ma stavolta scavalco (a sinistra?) il presidente Mei. La domanda era: l’Italia ha posto nel mondo? La risposta è sì. Esco estremamente soddisfatto dai 17 finalisti, 65 punti e il sesto posto proprio nella classifica a punti: i Giochi dicono che l’Italia è una delle potenze mondiali dell’atletica. Oggi possiamo dirlo. C’è un’ironia di Stano finissima (‘da cinque ori a cinque quarti posti è un attimo’, ha scritto su Instagram, NdR) ma io vedo profumo di futuro in questi cinque quarti posti.
“Abbiamo il passaggio dalla generazione di Tokyo a questa New Wave che ha saputo dire: ci siamo già. Nei prossimi quattro anni saremo protagonisti in tutti i campionati. Prima sarei stato molto prudente a dire questa cosa. Oggi posso affermare che chiunque continuerà questo lavoro dopo il passaggio delle elezioni, troverà una situazione dove c’è il futuro scritto da qui a Brisbane 2032. Avremo poi da scuotere una generazione, quella di mezzo, che dovrà dare il proprio contributo per fare ancora più grande l’atletica italiana”. (Nota-4 GFC - A proposito di novità e di New Wave, da ricordare che dei 29 atleti classificati dal secondo all'ottavo posto, solo 5 non facevano già parte della squadra di Tokyo 2021).
• MEDAGLIERE
1. USA 34 (14 Ori, 11 Argenti, 9 Bronzi), 2. KEN 11 (4, 2, 5), 3. CAN 5 (3, 1, 1,), 4. NED 6 (2, 1, 3), 5. ESP 4 (2, 1, 1), 6. NOR 3 (2, 1, 0), 7. GBR 10 (1, 4, 5), 8. JAM 6 (1, 3, 2), … 29. ITA 3 (0, 1, 3). Seguono altre 14 nazioni.
• TABELLA A PUNTI
1. USA 322, 2. KEN 112, 3. GBR 100, 4. ETH 78, 5. JAM 70, 6. NED 65, 6. ITA 65, 8. CAN 54. Seguono 67 nazioni.
• MEDAGLIE E PIAZZAMENTI
Argento (1) – *Nadia Battocletti (10.000)
Bronzo (2) – Mattia Furlani (Lungo); *Andy Diaz (Triplo)
Quarti posti (5): *Stefano Sottile (Alto); *Massimo Stano (Marcia 20 Km); Matteo Melluzzo, *Lamont Marcell Jacobs, *Lorenzo Patta, *Filippo Tortu (4x100, in batteria *Fausto Desalu); *Nadia Battocletti (5000); Larissa Iapichino (Lungo)
Quinti posti (2): *Lamont Marcell Jacobs (100); *Leonardo Fabbri (Peso)
Sesti posti (3): *Elisa Molinarolo (asta); Luca Sito, *Giancarla Trevisan, *Edoardo Scotti, *Alice Mangione (4x400 MX, in batteria *Anna Polinari); *Massimo Stano, *Antonella Palmisano (Marcia a Staffetta)
Settimi posti (1): Luca Sito, *Vladimir Aceti, *Edoardo Scotti, *Alessandro Sibilio (4x400)
Ottavi posti (3): Pietro Arese (1500); *Dariya Derkach (Triplo); *Daisy Osakue (Disco).
* = Già in squadra o presenti a Tokyo 2021.
Foto di GRANA /FIDAL FIDAL
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