- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Osservatorio / Non tutte le medaglie sono d'oro

PDFPrintE-mail

Domenica 11 Agosto 2024

 

parisd24-medal

Qualche considerazione a caldo sui Giochi parigini, uno snodo sulla strada dell’evoluzione (o della regressione) degli sport olimpici. L’introduzione massiccia dei cosiddetti Urban-sport e l'arrivo dei ricchi e-Sports paiono andare in altra direzione.

Luciano Barra

I Giochi sono finiti e sono stati molto belli. Come spesso accade (Good News are no News) si è parlato molto delle cose che non hanno funzionato (Senna, Villaggio ed altro), ma poco si sono esaltati i due aspetti più di successo di questi Giochi: la dimensione cittadina, con immagini da cartolina, e l’enorme successo di pubblico.

La gente sui percorsi di Triathlon, Ciclismo, Marcia e Maratona spesso di prima mattina fanno pari agli 80.000 spettatori allo Stadio di St. Denis per le mattinate dell’atletica. I Giochi più che un avvenimento sportivo sono importanti per quanto avviene fuori dallo stadio e quindi il coinvolgimento della città che li ospita. Ed in questo Parigi 2024 si può mettere sul petto una medaglia d’oro.


Dal punto di vista sportivo gli sport e le discipline tradizionali l’hanno fatta da padrone. Per chi ha avuto la possibilità di seguire il tutto in Televisione (bene il lavoro fatto dalla RAI che combinato con quanto proposto da Eurosport/Discovery ha permesso di vedere di tutto) sicuramente si è fatta una chiara immagine. Alcune discipline, anche in sport importanti come l’atletica e nuoto (mi riferisco alle gare miste), sono già pronte per essere inserite nei prossimi “Giochi senza Frontiere”. Ma dicono che servono a catturare l’attenzione dei giovani. Vedremo.

In molte di queste discipline abbiamo avuto la possibilità di apprendere terminologie poco conosciute. Ma a loro manca la storia e la liturgia necessaria ... Ci vorrà tempo affinché questo gap possa essere colmato.

L’Italia è andata bene. Parigi 2024 ha superato Tokyo 2021. Ai Giochi tutte le medaglie sono uguali e quindi contano i numeri. Ricordiamo sempre che a Roma 1960 arrivammo terzi nel medagliere complessivo con 13 medaglie d’oro a fronte di solo 150 gare, contro le 329 di ora, ma quei Giochi rimangono nella storia del nostro sport per tre campioni come Benvenuti, Berruti e D’Inzeo. La cosa strana è che da metà dei Giochi in avanti si è vissuta questa sensazione di insoddisfazione. Questo perché da parte del CONI – ma anche delle varie Federazioni – si sono fatte, prima dei Giochi, previsioni troppo trionfalistiche.

La stessa Gazzetta dello Sport alla vigilia aveva fatto le sue previsioni con 13 ori, 12 argenti e 25 bronzi! Il 50% di quelle previsioni non si sono avverate. Ce ne sono state altre non previste che tuttavia non sono servite a colmare il divario.

Si dimentica troppo spesso che i Giochi non sono come le gare internazionali di tutto l’anno. Che ai Giochi arrivano atleti e Paesi che normalmente non vediamo gareggiare e soprattutto vediamo una “fame” ed una motivazione ben superiore a quella degli atleti europei. Quanto hanno messo in campo Australia e Nuova Zelanda è stato esaltante. Vale domandarsi, come ha fatto qualcuno, come sia possibile che l’Olanda (16 milioni di abitanti) ci continui ad arrivare davanti. Abbiamo preceduto di un posto la Nuova Zelanda che ha la metà degli abitanti della Lombardia.

Superati i necessari trionfalismi sarà bene fare anche degli esami critici, Sport per Sport, dei nostri punti deboli. Ci sarà questo atteggiamento? Merita una riflessione in particolare la situazione degli sport di squadra che nonostante il risultato della Pallavolo donne hanno toccando il fondo sia come qualificazione che come risultati. È necessario soprattutto in vista di due edizioni dei Giochi difficili perché lontano da casa (Los Angeles e Brisbane).

La Federazione Nuoto ha il merito di aver vinto il maggior numero di medaglie, con sei podi di cui due d’oro, davanti alla Scherma ed alla Ginnastica con 5 podi ciascuna, ma ognuna con un solo oro. L’atletica è andata bene con le sue tre medaglie anche se il paragone con le cinque d’oro di Tokyo – e con la scorpacciata dei recenti Campionati Europei – aveva fatto fare ai dirigenti federali dichiarazioni un po' ardite. Merita dire a consolazione di ciò che moltissimi altri atleti che a Roma avevano fatto bene non sono riusciti a ripetersi a Parigi. Infatti l’Europa ha vinto meno medaglie che all’edizione precedente. Una data sbagliata, quella fissata prima di Parigi e FIDAL, Sport & Salute in particolare, ma anche la EA, dovranno assumersi questa responsabilità.

Una citazione la merita Gianmarco Tamberi. La sua sofferenza e la sua delusione rimarranno nel cuore di ognuno che ami lo sport. A differenza del negativo esempio dato da Jannik Sinner che per un semplice mal di gola (spacciata per una tonsillite) ha rinunciato per la seconda volta ai Giochi. Salvo tre giorni dopo che i Giochi erano iniziati partire per Montreal dove c’era un Torneo più remunerativo. Chissà se prima di partire per il Canada avrà telefonato a Malagò per informarlo, così come aveva fatto quando aveva rinunciato ad andare a Parigi.

Speriamo che questi Giochi parigini (o francesi) siano serviti ad esaltare i valori e le storie vere dello sport in contrasto con gli esempi più deleteri di molte discipline professionistiche in ribasso in Italia. Non è scontato.

 

 

        

 

Cerca